
La marijuana ora si ordina con l'app. Il modello di business è quello di Just Eat: si cerca il negozio in zona, si procede con l'ordinazione del prodotto e si paga con la carta di credito o con i contanti alla consegna. Stop del ministro dell'Interno: «È emergenza droga».In varie città italiane arriva a domicilio anche la cannabis legale, altrimenti conosciuta come light (ovvero leggera). A garantire il servizio sono i giovani rider che, a cavallo di bici o motorini, oltre a consegnare le pizze, da qualche settimana, garantiscono anche il servizio di marijuana delivery. Con questo nuovo business, i cui pionieri, tutti ventenni, sono tra Venezia, Bologna e Torino, si apre ulteriormente la via alla liberalizzazione della marijuana. Del resto, è tutto legale perché, al momento, la legge non impedisce la commercializzazione della cannabis light, così definita perché ha un contenuto di principio attivo (Thc), responsabile dello sballo, entro il limite dello 0,2%. Il modello di business è quello di Just Eat: si cerca il negozio in zona, si procede con l'ordinazione del prodotto e si paga con la carta di credito o con i contanti alla consegna. Nel giro di un'ora, la cannabis arriva a casa, come un mazzo di fiori, dato che per la legge le infiorescenze sono piante ornamentali. A differenza degli altri rider, quelli che consegnano cannabis non hanno una divisa e nessun logo, per garantire la riservatezza del cliente, ma avrebbero un dovere in più: controllare che a ricevere la marijuana sia un maggiorenne. La legge, infatti, per essendo fumosa sull'uso della cannabis light è chiara nel vietarne la vendita ai minorenni. Come garantire che ciò avvenga da parte del rider, non è noto. Intanto però a Torino sono attive quattro aziende. Tra queste c'è Joint to you che, dopo aver aperto i battenti a Bologna, ha importato l'attività in Piemonte. Gli ordini sono via Web e il giro è di circa 150 consegne al mese, in tutte le zone della città. Gli imprenditori garantiscono che, con i rider della cannabis, c'è un buon rapporto e non ci sono i contrasti che si sono verificati con quelli del cibo. Nella consegna della cannabis a domicilio c'è anche la Stone tribe delivery, che ha otto dipendenti tutti dotati di cargo bike, quelle con una grossa pedana portapacchi, e che trasportano merci varie e tra queste anche la marijuana. È un business in espansione quello della cannabis, ma dal futuro non proprio certo. Ieri, Matteo Salvini, ministro dell'Interno, affermando che la cannabis è «un'emergenza nazionale», ha dichiarato l'intenzione di dare mandato per «controllare uno per uno i presunti negozi turistici di cannabis» perché vanno «sigillati uno per uno». I rider sono solo l'ultima di una serie di spallate sulla via della liberalizzazione. Dopo la comparsa dei negozi, sono apparsi anche distributori automatici dove acquistare a qualsiasi ora del giorno cannabis light. Curiosamente questi distributori sono presenti anche vicino alle scuole. Così, mentre è vietato che macchinette per il gioco d'azzardo siano vicine a centri di aggregazione, luoghi di culto e impianti sportivi e scuole, non c'è limite per la cannabis light. In questo clima di incertezza legislativa, la recente fiera internazionale della cannabis light di Milano (4.20 Hemp fest) era pubblicizzata per le strade di Milano con manifesti che, sotto a una grande foglia della pianta, riportava la scritta: «Io non sono una droga». Proprio all'evento, però, sono stati sequestrati un chilo di marijuana con Thc superiore allo 0,2% e un panetto di resina. Sul business che, secondo alcune stime segna un + 75% tra il 2017 e il 2018, si attende la sentenza della Cassazione, attesa per il prossimo 31 maggio che potrebbe decidere per la chiusura dei negozi di cannabis, come già suggerito dal Consiglio superiore di sanità, per i possibili danni alla salute.
Sergio Mattarella (Ansa)
Messaggio del capo dello Stato all’Acri. C’era lui al Colle quando Etruria & C. sono fallite.
Piero Fassino (Ansa)
L’Appello ribalta la condanna e afferma il principio di eguaglianza: se si può riconoscere la tenuità a un ex ministro per 500 euro di profumo, non si può negarla a un pensionato per 8 euro di cibo per gatti.
Un anno e cinque mesi in primo grado per una scatoletta di cibo per gatti da 8,18 euro all’Esselunga. Lunedì, in Appello davanti alla quarta penale di Milano- sezione severa per tradizione - l’esito si è rovesciato: assoluzione perché il fatto non sussiste per S. P., 75 anni, pensionato, difeso dall’avvocato Michele Miccoli. Decisivo è stato il metodo della difesa: non una supplica, ma un’operazione di simmetria. L’avvocato ha portato in aula testualmente - il caso del politico del Partito democratico Piero Fassino: il profumo di oltre i 500 euro rubato al duty-free di Fiumicino lo scorso anno, l’iscrizione nel registro degli indagati, la successiva lettura dell’episodio come fatto di minima offensività e il risarcimento. Se un ex ministro, al centro di un protocollo di sicurezza aeroportuale, può invocare l’assenza di dolo e ottenere che l’ordinamento guardi alla tenuità, perché, ha scandito la difesa, quel medesimo parametro non dovrebbe valere a fortiori per un pensionato con 8 euro e 18 centesimi in mano?La strategia ha funzionato: non è stato il peso sociale dell’imputato a modellare la risposta ma, per una volta, il principio di eguaglianza in giurisprudenza. La Corte ha preso la strada che il tribunale di primo grado non aveva voluto vedere: il fatto non sussiste. Resta la fotografia: in un sistema che tollera di discutere la punibilità di condotte ben più costose quando coinvolgono figure pubbliche, il caso S. P. serve da contrappeso.
Mostra, per contrasto, che la scala penale vera del Paese non la misurano i codici, ma la posizione di chi viene giudicato. Finché qualcuno, in Appello, non osa mettere sullo stesso piano un ex ministro e un pensionato con una scatoletta.
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Giancarlo Giorgetti (Ansa)
- Il ministro: «Sono nelle condizioni migliori per sostenere la crescita, però il credito resta debole». Il numero uno dell’Abi, Patuelli: «Il 2026 per noi sarà complesso, i tassi scenderanno». Proteste di poliziotti e militari.
- Il senatore forzista Damiani, prossimo alla nomina come relatore della legge di bilancio: «L’imposta sulle imprese ci farebbe incassare di più oggi, ma meno in futuro».
Lo speciale contiene due articoli.
Maurizio Landini (Ansa)
L’inflazione non ha tolto risorse ai lavoratori grazie alle riforme del governo. E dal 2022 gli stipendi hanno superato il carovita






