2022-08-02
Arriva a Strasburgo lo scandalo Forteto. Ma in Italia la cappa di omertà non crolla
La Corte dei diritti dell’uomo valuterà le denunce delle vittime di abusi in comunità. Gli intrecci d’affari e il ruolo della sinistra.La Corte dei diritti dell’uomo ha deciso di occuparsi del terribile scandalo del Forteto, la comunità fiorentina dove nel corso di 35 anni decine di bambini e disabili sono stati segregati, abusati e maltrattati. Ha avuto un primo esito favorevole il ricorso presentato ai giudici di Strasburgo dall’avvocato fiorentino Giovanni Marchese a nome di 16 tra le tante vittime dimenticate del Forteto, che da molti anni chiedono giustizia e un risarcimento. Nel dicembre 2020 Marchese, che da sempre si batte per la verità con il presidente dell’Associazione delle vittime del Forteto, Sergio Pietracito (che è anche uno dei 16 ricorrenti) aveva inviato a Strasburgo decine di faldoni, zeppi di documenti. Ora la Corte ha dato al governo italiano due mesi di tempo, fino al 5 settembre, per rispondere a una serie di quesiti. A quel punto, potrà incardinarsi il giudizio vero e proprio.Il Forteto è la comunità agricola fondata nel 1977 nelle campagne toscane, tra Calenzano e Barberino del Mugello, da un gruppo di soci soggiogati dal carisma di Roberto Fiesoli, che malgrado la terza media si spacciava per psicologo e si faceva chiamare «Il Profeta». Nel 2011 Fiesoli è stato arrestato e nel dicembre 2019 è stato tardivamente condannato dalla Cassazione a 14 anni e 10 mesi di reclusione per una serie di abusi e maltrattamenti. Per quasi 35 anni, però, il Profeta era riuscito a convincere gli enti locali, buona parte della politica nazionale e perfino la magistratura minorile che il Forteto fosse un esempio di buona amministrazione e un ottimo centro di educazione. Così dal 1977 al 2015, e quindi anche dopo l’arresto di Fiesoli, il Tribunale dei minori di Firenze ha affidato alla comunità almeno 86 bambini, sottratti alle famiglie grazie ad accuse di maltrattamenti in più casi risultati inesistenti. Decisioni davvero incredibili, perché - paradosso nel paradosso - già nel novembre 1978 Fiesoli e un altro fondatore del Forteto, Luigi Goffredi, erano stati arrestati per accuse gravissime, tra le quali l’avere masturbato due disabili in presenza di un minore della comunità. Nel maggio 1980 entrambi gli imputati erano stati condannati in via definitiva: Fiesoli a due anni di reclusione per atti di libidine violenti, e Goffredi a dieci mesi per maltrattamenti.La terribile storia del Forteto meriterebbe davvero libri inchiesta e film di denuncia. Invece è stata sempre coperta da un’assurda, vergognosa omertà. Anche i faticosi lavori d’indagine condotti dalle due commissioni della Regione Toscana, terminati nel 2013 e nel 2015, sono passati quasi sotto silenzio, e questo malgrado le inquietanti scoperte su quella che in molti hanno definito «una setta». Al Forteto, secondo decine di testimonianze concordanti, s’è accertato che bambini e ragazzi, oltre a essere stati abusati e seviziati, hanno lavorato senza compenso: «Erano come sequestrati», dice Marchese, «costretti a turni massacranti per 365 giorni l’anno, senza stipendio e senza contributi previdenziali». Nella comunità vigeva poi la rigorosa separazione tra uomini e donne, e a tutti erano vietati i rapporti eterosessuali mentre l’omosessualità era la norma, imposta soprattutto ai minori. Era rigorosamente vietato anche avere contatti con l’esterno, perché tutto quello che era fuori dal Forteto era «il male». Era una specie di schiavitù collettiva, insomma, basata sul plagio psicologico e sulla continua denigrazione delle famiglie d’origine. Chi si ribellava, del resto, veniva «processato», picchiato, umiliato.Ma il silenzio continua ancora oggi, nonostante che dal marzo 2019 sia stata istituita una commissione parlamentare d’inchiesta. Subito dopo il suo varo, il primo aprile 2019, l’allora ministro della Giustizia Alfonso Bonafede proclamò: «So che non renderemo mai l’infanzia alle vittime, ma lo Stato oggi chiede formalmente scusa, anche se dopo 40 anni, e farà tutto il possibile perché si faccia giustizia». Bonafede si riferiva anche ai risarcimenti, fin qui mai riconosciuti alle vittime. Si vedrà che cosa deciderà Strasburgo. Contro la giustizia, comunque, e contro la verità, per decenni hanno giocato importanti interessi economici, visto il ricco fatturato della comunità. E anche gli stretti legami di Fiesoli con la sinistra. Oggi Marchese ricorda che nel luglio 2000 la Corte europea dell’uomo era già stata chiamata a occuparsi del Forteto: in quel caso i giudici di Strasburgo, al termine di una lunga istruttoria, condannarono l’Italia a risarcire con 218 milioni di lire Dolorata Scozzari, la mamma di due bambini che le erano stati sottratti proprio per essere consegnati alla comune toscana. Il caso venne chiuso dalla Corte europea il 25 giugno 2008, con una risoluzione dove oggi si scopre che, per bloccare la controversia, il governo italiano aveva certificato il falso: Roma infatti aveva garantito ai giudici di Strasburgo che «i leader storici della comunità (cioè Fiesoli e Goffredi, ndr), pur condannati penalmente in passato, non erano più coinvolti nell’educazione dei bambini e non esercitavano più attività a contatto con i bambini».È vero che nel giugno 2008 l’Italia da appena un mese era governata dal centrodestra, ma l’istruttoria sul «caso Scozzari contro Italia» era stata curata dal precedente governo di centrosinistra, tra il 28 aprile 2006 e il 6 maggio 2008 guidato da Romano Prodi. «Quando i giudici di Strasburgo si occuperanno dei 16 ricorsi», dice l’avvocato Marchese, «spero possa emergere anche la vergogna di questa bugia di 14 anni fa».
Matteo Salvini (Imagoeconomica)
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