2022-07-24
«Le armi a Kiev in mano a criminali dell’Ue»
Riempire gli ucraini di razzi e munizioni usando canali opachi per le consegne era un rischio. Adesso arriva l’ennesima conferma. Secondo Europol il Paese può diventare una centrale per il contrabbando, con una beffa: fare felici terroristi e mafie nostrani.Avete mai pensato che sostenendo la guerra in Ucraina ci stiamo facendo del male con le nostre stesse mani? Beh, io sì. Da quando Vladimir Putin ha lanciato quella che nonostante le stragi di civili insiste a chiamare «operazione speciale», l’ho supposto più volte. O meglio, ne sono convinto dal giorno in cui il nostro governo ha deciso di inviare armi all’esercito di Kiev, ma non ricorrendo ai canali ufficiali, bensì affidandosi alle milizie paramilitari per non irritare Mosca. Come pensate che arrivino i lanciarazzi, i missili, le mitragliatrici e altro materiale bellico indispensabile per resistere all’invasore? Non certo su una carrozza di prima classe, perché se fosse spedito a bordo di un treno o di un aereo, percorrendo le vie normali dei trasporti, sarebbero intercettati dagli agenti di Putin e dunque diventerebbero un obiettivo da colpire. E poi si porrebbe il problema di impiegare sul terreno di guerra i nostri soldati di scorta. No, le armi procedono per canali paralleli, non ufficiali, e vengono consegnate in Romania, in Polonia o in altri Paesi dell’ex cortina di ferro nelle mani di sconosciuti intermediari, i quali promettono di farle giungere a destinazione. Promettono, appunto. Ma nessuno - in particolare i nostri servizi - è certo che davvero finiranno nelle mani giuste e non sul mercato nero e nemmeno in possesso della criminalità organizzata. Qualche giorno fa un aereo ucraino è caduto in Grecia e a quanto pare era carico di armi. Che tuttavia non erano in viaggio per Kiev, ma per il Bangladesh. Che cosa c’entri il Paese asiatico non è noto, ma la notizia è stata liquidata in fretta e siccome il cargo era partito dalla Serbia si è stabilito che quelle fossero tonnellate di materiale bellico serbo, tuttavia nessuno è in grado di assicurare la provenienza di quelle armi. Forse erano davvero razzi e mitragliatrici di Belgrado cedute al Bangladesh, ma non si può escludere che invece facessero parte proprio di quelle forniture che da mesi stiamo regalando a Kiev.Vi sembra un’ipotesi fantasiosa, di qualcuno che ha letto troppi romanzi gialli? Beh, vi sbagliate, perché i primi a parlare del rischio che le armi non finissero a soldati ucraini, ma a trafficanti e mercenari, sono stati gli uomini della polizia europea, che già all’inizio della guerra avevano denunciato il pericolo. Ricordando che cosa accadde con il conflitto balcanico, gli esperti di questo genere di flussi avvertirono i governi europei. Quando 30 anni fa ci fu la dissoluzione della Jugoslavia, gli eserciti si massacrarono, ma a imbracciare le armi non furono solo i soldati regolari, bensì anche le bande criminali. Risultato, per anni in Europa circolò ogni tipo di materiale bellico. La ferocia e l’aggressività di gente che si era addestrata al fronte fecero il resto. E infatti, dal terrorismo ai massacri in casa ricordiamo tutti che cosa hanno significato quelle armi in mano a persone senza scrupoli. Adesso, nonostante l’Ucraina abbia giurato e spergiurato di poter tracciare ogni singola munizione ricevuta, l’Europol rilancia l’allarme: occhio, quei mitra e quei lanciamissili ceduti così facilmente potrebbero finire nelle mani di bande criminali, e persino tornare sottobanco nell’Ue. E questo vorrebbe dire che nel cuore d’Europa avremmo organizzazioni armate fino ai denti, non per fare una rapina, ma per compiere ogni genere di assalto, perché avrebbero a disposizione armi pesanti. Fonti dell’intelligence segnalano possibili traffici in Transnistria, staterello filorusso dove operano organizzazioni criminali e terroristi dello stato islamico. Ma i javelin farebbero gola anche alla ’ndrangheta e alla mafia cecena, per non parlare dell’organizzazione chiamata Isis korasan, che in Afghanistan fa la guerra ai talebani. Insomma, le armi che possono finire nelle mani dei gruppi più pericolosi.La Ue dei burocrati e dell’establishment tuttavia sembra più preoccupata che la caduta del governo Draghi interrompa il flusso di materiale bellico destinato a Kiev. Infatti, invece di discutere dei pericoli che i missili e i cannoni siano preda delle mafie dell’Est Europa, si dichiara allarmata per il fatto che un nuovo governo cambi linea, rompendo il fronte degli aiuti. Per la Ue, oltre a sobbarcarci inflazione e recessione, con possibili black out a causa della mancanza di gas, dovremmo rimanere ancorati a una politica che giorno dopo giorno appare sempre più suicida. Non si tratta di appoggiare Putin, bensì di evitare atti di autolesionismo puro.
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