2024-04-19
Archiviata in anticipo la mostra blasfema di Carpi: curia in lutto
Giù il sipario su «Gratia plena». L’artista Andrea Saltini: «Salute debole dopo l’agguato». Smacco per Erio Castellucci, travolto dalle critiche.Plumbeo sipario. Va in archivio con due mesi di anticipo la discussa mostra «Gratia plena» allestita con mesti lampi di blasfemia nella chiesa di Sant’Ignazio di Loyola a Carpi. Entra nel cono d’ombra prima del tempo per due motivi: l’autore Andrea Saltini alza bandiera bianca «per il precario stato di salute conseguente all’aggressione subìta e per dover pagare la sicurezza, non preventivata, dopo l’atto violento di fine marzo»; la diocesi guidata dall’arcivescovo Erio Castellucci lo imita per le proteste dei fedeli indignati, che in queste settimane hanno preso le distanze dalla rassegna e dai suoi subdoli significati.A suscitare la riprovazione di numerosi cittadini è stato soprattutto il grande quadro dal titolo «Inri - San Longino» appoggiato all’altare, con uno pseudo-centurione in maglia blu chino su Gesù crocifisso in una posizione sessualmente ambigua (o esplicita). L’opera è simbolo di una mediocre mostra, forse mal pensata e certamente mal riuscita. A fine marzo un misterioso attentatore con parrucca e mascherina l’ha danneggiata con un coltello e imbrattata con una bomboletta spray prima di aggredire l’autore (quattro punti di sutura al mento) e dileguarsi nel nulla. La stessa curia, entusiasta promotrice della rassegna, ha dovuto riconoscere a denti stretti: «Ammettiamo che il San Longino sia equivoco, ci sono state imprudenze». Di questi tempi una rassegna-provocazione con la Madonna e Maria Maddalena agghindate da cubiste sadomaso è stucchevole, da fumetto vintage, partorita da un artista a corto di idee. Però è piaciuta all’arcivescovo Castellucci - numero 2 della Conferenza episcopale - e ai curatori della diocesi di Modena e Carpi. A tal punto da imporla, difenderla e, nel giorno della simbolica Caporetto, rimpiangerla con un comunicato. «Esprimiamo piena condivisione per le motivazioni addotte. Ringraziamo Saltini per aver condiviso un tentativo, in parte pionieristico, di individuare possibili interazioni fra esperienze artistiche contemporanee e cammini religiosi e di ricerca mistica». Stridio di unghie sul vetro. Anche l’escamotage di utilizzare l’arte concettuale come ombrello protettivo per difendere ogni volgarità assortita è più vecchio di Maurizio Cattelan.Più che dall’artista e dall’arcivescovo, la mostra è stata chiusa dai fedeli che fin dai primi giorni hanno dimostrato di non apprezzarla e hanno avuto la forza di non assopirsi. Quelli che la curia chiama «un susseguirsi di attacchi d’odio contro un’opera» da parte di entità «ultracattoliche» (manco fossero terroristi), in realtà sono state proteste contro l’oltraggio a un sentimento sacro. «Non era mai successo che da tutta Italia si levasse un così forte grido di sdegno di fronte a un’operazione tanto maldestra e scandalosa», scrivono i numerosi gruppi contrari a «Gratia plena».Le critiche sono state mosse da privati cittadini e associazioni come la San Michele Arcangelo, il comitato Liberi in veritate, il comitato Quanta Cura, la confederazione dei Triarii, che in una nota hanno tenuto a specificare - a uso dei furbetti dalla strumentalizzazione facile - che «le manifestazioni sono state caratterizzate da azioni non violente come la recita del rosario e lettere alla curia di Carpi cui nessuno ha mai risposto». Questo per evitare omologazioni con il misterioso aggressore, insinuate nella più infantile delle assimilazioni social. A confermare il potente no alla mostra da parte dei fedeli, che la diocesi non ha voluto ascoltare, ci sono i numeri. A fronte dei 2.000 visitatori, molti dei quali incuriositi dal polverone mediatico, sono 31.000 le firme contrarie raccolte da una petizione di Pro vita & famiglia.Il pasticcio artistico ha avuto anche uno strascico giudiziario. Un gruppo di cittadini, rappresentati dall’avvocato forlivese Francesco Minutillo, ha presentato una denuncia in Procura per offesa a confessione religiosa. Il pm ha chiesto l’archiviazione, ma il legale si è opposto sottolineando che «la Procura ha valutato le opere solo in ragione della libertà di pensiero, senza considerare il luogo di esposizione, una chiesa consacrata. L’opera più blasfema è stata collocata di fronte all’altar maggiore. Proprio questa scelta, compiuta anche dalla diocesi, ha maggiormente indignato e offeso i fedeli e costituisce il reato di vilipendio». L’avvocato esulta per la chiusura anticipata della mostra: «È una notizia che ci riempie di gioia e ripaga tutto il mondo cattolico per l’impegno profuso in queste ultime settimane: si torna a portare rispetto al Cristo crocifisso all’interno della Chiesa consacrata di Carpi che, anche nel silenzio delle porte chiuse, ora andrebbe quantomeno riconsacrata».Un colpo di coda polemico raggiunge di nuovo l’arcivescovo Castellucci, già al centro di diffusi malumori dei fedeli dopo la decisione di finanziare le imprese navali di Luca Casarini. È ancora Minutillo a esprimere perplessità sull’operato diocesano in questa bizzarra deriva pop. «È inaccettabile che la curia continui a fare generico riferimento a non meglio precisati atti di ostilità nei confronti dei suoi pastori. A quanto mi risulta l’unico invito esplicito al dialogo è stato quello rivolto da monsignor Castellucci all’anonimo aggressore. Le altre decine di migliaia di fedeli che hanno sottoscritto pacifiche petizioni, recitato rosari, preghiere e rivolto appelli accorati sono state oggetto solo di silenziosa quanto insofferente indifferenza».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.