2023-10-26
Bruxelles ci impone di aprire il mercato dei siti idroelettrici. Ma non lo fa nessuno
In Belgio, Francia, Spagna e Austria concessioni decennali. In Svezia illimitate. Al Consiglio Ue si tratta il regime tutelato.Siamo alle solite. Le regole di Bruxelles sono inderogabili per qualcuno e facoltative per altri, negli anni ci siamo abituati. Stavolta sarebbe impossibile però digerire un’imposizione che varrebbe per un Paese, mentre è ignorata dal resto, con l’aggravante che quando si è arrivati alle strette, allo scontro con le singole norme nazionali l’Europa ne è sempre uscita perdente. Parliamo del decreto energia assurto agli onori della cronaca in questi giorni dopo che è stato stralciato dall’ultimo Consiglio dei ministri. Se ne dovrebbe riparlare la prossima settimana. Come ha avuto modo di scrivere La Verità , una parte consistente delle norme del decreto sterilizzano o comunque dilatano nel tempo alcune delle pseudo liberalizzazioni volute da Mario Draghi per venire incontro alle richieste di Bruxelles in cambio dei fondi del Pnrr. Da chiarire che non tutte le norme sono legate ai fondi del Recovery e soprattutto che la liberalizzazione immediata di alcuni settori, prendiamo il mercato del gas e dell’elettricità, non è da considerarsi un errore di principio ma di tempistica, perché se applicata nell’immediato rischia di provocare gravi danni ai consumatori, mentre se prorogata di 12 mesi può essere meglio digerita dagli utenti. Tra le liberalizzazioni imposte c’è anche quella del mercato idroelettrico, che se possibile grida ancora più vendetta. Da una parte perché si tratta di una liberalizzazione tout court che rischia di portare direttamente il business delle acque italiane in mani straniere. Del resto i pretendenti non mancano. In primis Edf e Iberdrola, tanto per fare dei nomi, che avrebbero già messo nel mirino le loro prede, il problema però è che al momento non si ritrovano altrettante liberalizzazioni in terra francese e spagnola. In Spagna la durata è di 75 anni per tutte le concessioni, mentre Oltralpe, tanto per fare un esempio concreto, di recente è stata prorogata la concessione idroelettrica alla Compagnia nazionale del Rodano fino al 2041. E gli esempi in giro per l’Europa sono anche più eclatanti. Balza all’occhio la situazione austriaca dove la concessione è di 90 anni con la riassegnazione al concessionario uscente senza la previsione di alcuna procedura di gara. In Svezia poi si arriva a prevedere una durata illimitata senza ovviamente che ci sia la possibilità di ingresso per altri operatori.Nell’Unione, in buona sostanza, non esiste un obbligo per gli Stati membri di assegnare le concessioni idroelettriche attraverso gare pubbliche. Così si spiegano i casi visti sopra e si spiega anche che in molti casi la proroga «arbitraria» delle scadenza delle concessioni idroelettriche sia avvenuta senza contestazioni da parte della Commissione europea. E quando quelle contestazioni ci sono state, le procedure d’infrazione, nei confronti dell’Italia ma anche di Polonia, Germania, Austria, Regno Unito e Svezia, si sono chiuse senza strascichi. Del resto a Bruxelles conoscono bene la complessità di questo mercato e l’ostracismo all’apertura di diverse regioni, perché accanirsi con l’Italia? La bozza del decreto energia prevede che le Regioni potranno negoziare una proroga ventennale delle concessioni con gli attuali concessionari, a fronte della presentazione da parte loro di un piano di investimenti pluriennali sugli impianti e sul territorio. Una misura destinata a favorire gli investimenti delle aziende italiane concessionarie, da Enel fino ad ad A2A, e la difesa di asset strategici per il Paese. Se non passa, a scadenza, entreranno in vigore le norme volute da Draghi e imposte dall’Ue con l’assegnazione delle concessioni attraverso una gara pubblica a soggetto pubblico o privato o anche a società mista pubblico-privata. Una forma di liberalizzazione che come abbiamo visto non ha uguali in Europa.Il tema è comunque all’ordine del giorno e anche ieri i tecnici del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica si sono incontrati con i colleghi competenti per il Pnrr, che fanno riferimento al dicastero di Raffaele Fitto. Obiettivo? Portare avanti la linea del decreto energia, ma trovare anche una formula che possa non andare di traverso a Bruxelles. La questione, comunque, come quasi sempre succede, riguarda solo in parte i contenuti. A decidere rimane la politica. E da questo punto di vista il Consiglio Ue in programma oggi potrebbe essere decisivo. Ci saranno sia il presidente del Consiglio Giorgia Meloni che il ministro Fitto, appunto. Quale occasione migliore per ricordare che sul mercato idroelettrico un’asimmetria come quella che si vorrebbe creare non è immaginabile e che su gas ed elettricità, dove come detto si punta alla proroga del regime tutelato, la strada verso il mercato libero è tracciata, ma se prendere del tempo vuol dire tutelate gli utenti è giusto non accelerare.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.