Via libera dell’Europarlamento: 25 membri del Ppe si allineano ai socialisti. Ecr e Fdi: «Sgomento e incredulità». Francesco Lollobrigida: «Si finirà per uccidere il sistema produttivo».
Via libera dell’Europarlamento: 25 membri del Ppe si allineano ai socialisti. Ecr e Fdi: «Sgomento e incredulità». Francesco Lollobrigida: «Si finirà per uccidere il sistema produttivo». Uno spettro felice s’aggira per i corridoi di Strasburgo: è Frans Timmermans. Ancorché sfrattato dalle stanze del potere europeo, l’ex vicepresidente della Commissione allunga la sua ombra verde sul continente e sancisce che una farfalla vale più di un agricoltore. È passato anche grazie a 25 franchi tiratori del Ppe il regolamento sul ripristino della natura che ha spaccato anche il gruppo dei liberal-macroniani Renew. Il Parlamento europeo ha approvato la legge sul ripristino della natura con 329 sì, 275 no e 24 astensioni. Il ministro per l’Agricoltura e la sovranità alimentare Francesco Lollobrigida - scrive il Secolo d’Italia - ha commentato: «È l’elemento cardine dell’impostazione ideologica che credo debba chiudersi: ha messo in ginocchio il sistema produttivo e ora rischia di ucciderlo». In mattinata era stata respinta la richiesta di rigetto della legge presentata dai popolari perché - ha detto il presidente del gruppo Manfred Weber - «questa legge è mal scritta e non è all’altezza del compito, in più stiamo caricando nuove incombenze burocratiche e nuovi costi sui nostri agricoltori mentre i prezzi alimentari gravano sulle famiglie».Ma al momento del voto il Ppe si è trovato in minoranza nonostante il patto con Ecr-Fratelli d’Italia, da sempre contrari a questa legge. Come detto, 25 del Ppe hanno votato a favore (nessun italiano), quelli di Renew si sono divisi quasi a metà (59 sì tra cui gli italiani Nicola Danti e Sandro Gozzi e 29 contrari tra cui Fabio Massimo Cataldo e Giuseppe Ferrandini). Contrari compattamente Ecr (con tre franchi tiratori) e Id-Lega. È una vittoria della sinistra e dei Verdi (i socialisti di cui fa parte anche il Pd hanno votato in 117 sì) a scapito dei coltivatori. Non si capisce come possano stare insieme le profferte del commissario all’agricoltura Janusz Wojciechowski, che anche ieri ha garantito che «sulla Pac dobbiamo varare modifiche in fretta» e le promesse di Ursula von der Leyen («Gli agricoltori vanno ascoltati e rispettati») con un complesso di norme che individuano in chi coltiva il primo nemico dell’ambiente. Questa legge è uno dei cardini del Green deal e ora si pone un serio problema politico. Ursula von der Leyen ha annunciato la sua candidatura per un secondo mandato sostenuta dal Ppe, ma su tutto l’impianto della transizione ecologica ci sono da parte dei popolari e segnatamente dei tedeschi forti perplessità. Manfred Weber pareva lavorare a una possibile alternativa alla maggioranza Ursula (alleanza Ppe-socialisti) che sinora ha retto le sorti europee a partire proprio dal no alla legge Natura. La legge impone agli Stati membri di ripristinare entro il 2030 (dunque tra cinque anni) il 30% degli habitat (foreste, praterie e zone umide, fiumi, laghi e coralli), entro il 2040 il 60% ed entro il 2050 il 90%. Tra gli obblighi: l’aumento delle farfalle, piantare 3 miliardi di alberi, riportare allo stato naturale 25.000 chilometri di argini di fiumi, eliminare il 20% di superficie agricola per il rispetto del paesaggio. Sotto la pressione dei trattori è stato promesso di sfoltire la burocrazia agricola e di dare uno stop ai limiti di coltivazione, ma appena girato l’angolo il Parlamento è andato in direzione ostinata e contraria. Carlo Fidanza e Nicola Procaccini (Ecr-Fdi) hanno commentato: «Sgomento ed incredulità per il voto del Parlamento europeo. Grazie a questo provvedimento assisteremo al ripristino delle paludi. Dovranno poi essere lasciati liberi i fiumi di esondare, malgrado il rischio di distruggere case, infrastrutture e vite umane. È un attacco feroce soprattutto a chi vive e lavora nella natura, come gli agricoltori che peraltro sono i primi a operare contro il dissesto idrogeologico. Tutti gli interventi per “ripristinare la natura” dovranno essere finanziati dagli Stati nazionali prelevando risorse da fondi europei per la pesca marittima e l’acquacoltura, per l’agricoltura e l’allevamento. Oltre il danno la beffa. Confidiamo nella prossima legislatura europea per ripristinare la realtà dai danni dell’ideologia pseudo ambientalista». Per la Lega l’eurodeputata Silvia Sardone nota: «Questa legge è una scelta vergognosa. La sinistra con testi ideologici continua a rappresentare i contadini e gli allevatori come nemici del clima e del territorio quando invece sono i primi a tutelarli». Sulla stessa linea il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti: «È stata persa l’occasione per segnare un punto di svolta nell’applicazione del Green Deal all’agricoltura. Con la nuova normativa verrà messo a rischio il potenziale produttivo del settore. È chiaro che le risorse necessarie a finanziare il “ripristino della natura” non potranno essere in alcun modo attinte dal bilancio della Pac». Ettore Prandini (Coldiretti) aggiunge: «È una legge senza logica che, tra le altre cose, diminuisce la produzione agricola. Non è allontanando gli agricoltori dalla terra che si preserva l’ambiente».
Nel riquadro la prima pagina della bozza notarile, datata 14 novembre 2000, dell’atto con cui Gianni Agnelli (nella foto insieme al figlio Edoardo in una foto d'archivio Ansa) cedeva in nuda proprietà il 25% della cassaforte del gruppo
Tra le carte dell’inchiesta sull’eredità Agnelli emerge una bozza di atto notarile del 14 novembre 2000 con cui l’Avvocato avrebbe donato al figlio Edoardo la nuda proprietà del 25% della Dicembre, la holding di famiglia. Meno di 24 ore dopo, la tragedia.
Al link qui sotto è possibile scaricare e consultare il documento integrale. Domani in edicola il racconto completo dei misteri dell'eredità contesa della famiglia Agnelli.
1 Bozza Atto di Donazione quote Dicembre da Gianni a Edoardo.pdf
Alberto Virgolino (iStock)
Il presidente dei ginecologi cattolici risponde al ddl Crisanti: «È una forzatura ideologica, i dati dicono che i medici non obiettori sono spesso sottoutilizzati. La libertà di coscienza? Un caposaldo della 194». Le ostetriche: «Così si snatura il nostro lavoro».
Papa Leone XIV (Ansa)
Leone XIV auspica che l'Italia possa prendere misure per fare fronte al calo delle nascite. «Negli ultimi decenni assistiamo in Europa, come sappiamo, al fenomeno di un notevole calo della natalità».
«Ciò richiede impegno nel promuovere scelte a vari livelli in favore della famiglia, sostenendone gli sforzi, promuovendone i valori, tutelandone i bisogni e i diritti», ha detto Papa Leone nel suo discorso al Quirinale davanti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Padre, madre, figlio, figlia, nonno, nonna sono, nella tradizione italiana, parole che esprimono e suscitano sentimenti di amore, rispetto e dedizione, a volte eroica, al bene della comunità domestica e dunque a quello di tutta la società. In particolare, vorrei sottolineare l'importanza di garantire a tutte le famiglie - è l'appello del Papa - il sostegno indispensabile di un lavoro dignitoso, in condizioni eque e con attenzione alle esigenze legate alla maternità e alla paternità».
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Ansa
Il gip respinge la richiesta della Procura: «Quelle esistenti sono rigorose». Archiviazione vicina per Lenoci.