
Monica Cirinnà fa firmare a 58 senatori una mozione contro il convegno pro family previsto a Verona: «Esprime idee oggettivamente eversive». Poi mostra un eloquente cartello.La posizione di Monica Cirinnà, senatrice del Pd eponima della legge sulle unioni civili, è estremamente chiara. Per lei, la famiglia è una merda. Esattamente come Dio e come la Patria. Certo, ovviamente lei dirà che si riferiva all'uso fascista delle tre parole in sequenza, ma non è che il discorso cambi granché. La signora, su Facebook, ha pubblicato una foto che la ritrae durante lo «sciopero femminista» dell'8 marzo mentre regge un eloquente cartello. A corredo della foto, il commento: «Oggi marciamo anche contro chi ci vorrebbe angeli del focolare e non autodeterminate. Come il ddl Pillon che minaccia i diritti conquistati dalle donne con anni di battaglie».Tutto cristallino, dicevamo: per l'esponente del Partito democratica, la famiglia «tradizionale», quella composta da uomo, donna e figli, è uno schifo. È un retaggio del passato, è fascista. La sola idea che una madre possa dedicarsi alla cura del focolare domestico - cioè ai suddetti bambini e al marito - è odiosa, ripugnante. Si trattasse di «famiglie arcobaleno», o di figli nati da utero in affitto, andrebbe tutto bene. Ma se qualcosa odora di «natura» o di «tradizione», oddio, si salvi chi può. Quei tre concetti - famiglia, Dio, Patria - rappresentano ciò che il progressista tipo considera il Male assoluto. Fosse solo la Cirinnà a pensarla così, poco male. Purtroppo, però, non è affatto isolata. La senatrice, un paio di giorni fa, ha presentato una mozione contro il Congresso mondiale delle famiglie che si terrà a Verona dal 29 al 31 marzo. «Il raduno», scrive la cara Monica, «non può avere alcuna forma di patrocinio pubblico, neanche quello del ministero della Famiglia, per le teorie oggettivamente eversive e le presenze che ospiterà a Verona». Capito? Sostenere che esiste la famiglia composta da marito e moglie è «oggettivamente eversivo». Chissà, magari a Verona qualche eversore farà esplodere dei biberon per creare il panico...tutti schierati La mozione della Cirinnà è stata sottoscritta «dall'intero Gruppo parlamentare del Pd», da Pietro Grasso, Laura Boldrini, Loredana De Petris e Vasco Errani (Leu), Riccardo Nencini (Psi), Gianclaudio Bressa (Gruppo per le autonomie), Emma Bonino (+Europa) e Paola Nugnes (M5s). Per tutti costoro - 58 senatori in totale - parlare di famiglia è «eversivo». Anche a Repubblica sono dello stesso avviso. Ieri il giornale-partito dei «democratici» gridava: «Neofascisti, antiabortisti e omofobi al meeting della famiglia sovranista». Già, la famiglia naturale adesso è diventata «sovranista», come se la biologia fosse una questione di schieramento politico. «C'è anche chi sostiene la pena di morte per i gay», continuava il quotidiano. Il riferimento è a Lucy Akello, parlamentare ugandese accusata di chiedere la pena di morte per il reato di omosessualità aggravata. A Repubblica, poiché ci tengono alla corretta informazione, non hanno fatto il minimo cenno alla nota stampa diffusa da Lucy Akello, in cui la parlamentare ugandese precisa di «non aver mai firmato né sostenuto alcun disegno di legge che prevedesse la pena di morte o l'ergastolo per gli omosessuali. Quando, infatti, un simile disegno di legge fu discusso al parlamento, non ero ancora deputata. Al contrario, mi oppongo fermamente alla pena capitale e svolgo attivamente campagne contro ogni forma di pena di morte per chiunque». L'importante, per i simpatici progressisti, è ribadire che chi difende la famiglia è fascista, crudele, assassino. Insomma una merda, per dirla con le parole della Cirinnà.Ci saranno pure i gialloblù al governo, ma questo resta il pensiero dominante veicolato da tutti i media, dall'industria dell'intrattenimento, dai (sedicenti) intellettuali, dai gruppi arcobaleno e femministi. Vi sembra esagerato? Allora pensate a questo: nel nostro Paese il farmaco per bloccare la pubertà può essere somministrato a spese dello Stato ai minorenni che intendono cambiare sesso. Nonostante gli allarmi degli esperti, sono in pochissimi a contestare la liberalizzazione. In compenso, contro l'evento pro famiglia si muovono compatti il Pd e una marea di politicanti e attivisti di varia estrazione. Dalle nostre parti fa scandalo la madre di Como che ha partorito 11 figli (insultata e derisa sui social network da un bel numero di femministe bellicose), ma la medicina che ferma lo sviluppo a bimbi e ragazzini non suscita nemmeno un sussulto fra i vescovi.figli di due padri È ammesso che un ragazzino di 11 anni possa decidere di cambiare sesso. Ma se osi citare la «famiglia naturale» ti danno dell'omofobo e del neofascista. Chi si oppone all'aborto è guardato di traverso, come un demente. Ma se il sindaco di Milano, Beppe Sala, riconosce il «figlio di due padri» nato da utero in affitto all'estero (in violazione della legge) passa per un illuminato democratico. A Monica Cirinnà, in ogni caso, va riconosciuto un merito. Attraverso il suo bel cartello, ha espresso con la massima onestà il pensiero suo e dei suoi colleghi di partito. Ha detto in modo trasparente ciò che altri occultano con fumisterie e paroloni: la famiglia le fa schifo. Chi la difende è un «eversore». Chi la crea e la manda avanti si condanna a una «vita di merda». E se lo dicono quelli del Pd, bisogna crederci, perché loro dell'argomento sono molto esperti.
Giovanni Gastel, 4 colori almeno! copertina per rivista Donna, marzo 1982/Archivio Giovanni Gastel
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