2022-12-06
Apollo 17: l'ultimo viaggio sulla Luna
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Eugene Cernan sulla Luna a bordo del «Rover» il 14 dicembre 1972 (Nasa)
Il 7 dicembre 1972 fu lanciata l'ultima missione, tecnicamente perfetta. Fu l'ultima volta che l'essere umano toccò il suolo lunare dopo il luglio 1969. Con il viaggio in Cina di Richard Nixon e l'inizio della distensione il programma Nasa ebbe termine.Erano le 06:40 del 14 dicembre 1972 (ora italiana) quando Eugene Cernan e Harrison Schmitt terminarono la loro ultima passeggiata sulla Luna. Rientrati nel modulo accesero la videocamera e si ripresero nell’atto di svelare una targa, sulla quale si leggeva: «In questo punto esatto l’uomo ha portato a termine la prima esplorazione della Luna. dicembre dell’Anno Domini 1972. Che lo spirito della pace con il quale esso è giunto fin qui possa riflettersi nella vita di ognuno». Alle 22:54 dello stesso giorno i propulsori alzarono la polvere grigia del satellite lasciandosi dietro le ultime impronte umane. La conquista del satellite terrestre, iniziata durante l’era Kennedy undici anni prima, poteva dirsi conclusa. Sull’Apollo 17, che seguì di soli 8 mesi la missione dell’Apollo 16, presero posto due astronauti e, per la prima volta, un geologo. Il comandante era Eugene Cernan (1934-2017), ex pilota dell’aviazione della marina veterano della Nasa già dal 1966, avendo preso parte alla missione orbitale extraveicolare Gemini 9. Il pilota del modulo di comando «America», che rimarrà in orbita durante tutta la permanenza sulla superficie lunare di due dei tre membri dell’equipaggio, era Ronald Evans (1933-1990), altro pilota della US Navy che per un periodo effettuò voli durante la guerra in Vietnam. Il terzo membro era invece uno scienziato. Harrison Schmitt (1935) era un geologo californiano che fu arruolato e addestrato dalla Nasa fin dal 1965. Fu incaricato del delicato compito di pilotare il modulo lunare «Challenger». Il lancio dell’Apollo 17 fu il primo notturno, alle ore 00:33 locali del 7 dicembre 1972. La scia rossa del combustibile del razzo vettore Saturn fu visibile a chilometri di distanza mentre tagliava l’orizzonte verso la stratosfera con la sua imponente massa di oltre 30 tonnellate. La rotta translunare fu particolarmente precisa, se si eccettua un problema brillantemente risolto ad un cardine del sistema di aggancio tra i moduli, e l’Apollo 17 entrò nell’orbita del satellite terrestre dopo 90 ore dal lancio, rimanendovi per 17 ore prima dell’operazione di separazione e tra il modulo lunare e il modulo di comando. Cernan e Schmitt guidarono il Lem «Challenger» con precisione fino al punto prestabilito per l’allunaggio (con uno scarto di soli 200 metri) sulla superficie piatta della regione detta Taurus-Littrow, un pianoro tra due grandi crateri che ne componevano il nome. Durante le 75 ore di permanenza sulla Luna i due astronauti a bordo del veicolo lunare, il già sperimentato «Rover», esplorarono i dintorni per raggiungere i due principali obiettivi scientifici della missione: quello di recuperare campioni di materiale lunare non alterati dall’impatto dei meteoriti che generarono gli enormi crateri e di verificare l’esistenza di un’attività vulcanica recente sulla Luna. Anche in quanto aspetto la missione Apollo 17 fu un successo. Schmitt portò sulla Terra il Troctolite 76535, la roccia più antica che rappresenta il reperto lunare più interessante di tutte le missioni Apollo. Anche il secondo obiettivo fu centrato in pieno quando il geologo astronauta scoprì una zona di terra di colore arancio nei pressi del cratere detto Shorty, formatasi in seguito ad un’eruzione localizzata conosciuta sulla Terra come «fontana di fuoco». Durante i 36 chilometri percorsi a bordo del «Rover» vi fu un solo piccolo inconveniente quando Cernan, alla guida, colpì una roccia con uno dei parafanghi che si staccò dalla sede. L’unica innocua conseguenza fu che i due astronauti proseguirono con le tute imbrattate dal grigio della polvere lunare non più completamente riparati. Cernan e Schmitt, prima di salutare per sempre il suolo della Luna, raccolsero 110 chilogrammi di campioni rocciosi e scattarono oltre 2.000 fotografie. Il Lem «Challenger» abbracciò nuovamente il modulo di comando «America» alle 02:10 (ora italiana) del 15 dicembre 1972, a bordo del quale attendeva Evans pronto per le manovre di rientro. L’ammaraggio, come fu per l’allunaggio, riuscì perfettamente e alle 20:24 ora italiana (02:24 nel Pacifico) del 19 dicembre il modulo di comando galleggiava in attesa del recupero ad appena quattro miglia nautiche dalla portaerei USS Ticonderoga, la stessa dove Evans aveva prestato servizio come pilota militare. A 648 miglia a Sud-Est delle isole Samoa si chiudeva per sempre la conquista della Luna, l’obiettivo più grande raggiunto dall’uomo durante il Ventesimo secolo. Nello stesso anno il presidente Richard Nixon si era recato in Cina per la prima volta dall’inizio della Guerra Fredda, dove aveva incontrato Mao Tse-Tung e Zhou-Enlai. Il mondo stava per cambiare aspetto geopolitico (in Vietnam iniziava il disimpegno americano mentre lo stesso Nixon sarà travolto di lì a poco dalla scandalo Watergate) ed il disgelo era iniziato con i Cinesi che oggi, a mezzo secolo esatto da quell’ultima missione Apollo, sono in prima linea per il ritorno dell’uomo sulla Luna.
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