2025-11-02
Anche la Bce riabilita Berlusconi. A Fininvest il 30% di Mediolanum
Silvio Berlusconi (Getty Images)
Francoforte aveva congelato le azioni dieci anni fa. I figli di Silvio possono tornare in cda.Un altro successo anche se fuori tempo massimo. Silvio Berlusconi non solo è uscito indirettamente assolto dalla Cassazione sul capitolo più ingombrante della sua biografia - quello dei presunti rapporti economici con la mafia - ma ora incassa anche la benedizione che per un decennio gli era stata negata: quella della Banca Centrale Europea. L’altare laico della rigorosa virtù finanziaria. Quella che nel 2016, ai tempi di Mario Draghi, gli tolse i diritti di voto in Mediolanum come un maestro che punisce il bambino discolo. Aveva perso l’onorabilità dopo la condanna per frode fiscale.Il Cavaliere, che per anni ha vissuto in trincea contro giudici, istituzioni e moralisti, si gode ora la rivincita postuma più ambita: non quella dell’opinione pubblica, ma quella delle regole. E soprattutto delle istituzioni europee, quelle che fino a ieri venivano invocate come la muraglia contro l’anomalia italiana. Ora, invece, la musica cambia: via libera al riacquisto dei pieni diritti di Fininvest sul 30% di Banca Mediolanum. L’istituto che Silvio aveva contribuito a creare finanziando le ambizioni di Ennio Doris. Questa è una riabilitazione che non passa da Arcore ma da Lussemburgo e Francoforte. Prima la Corte di Giustizia Ue ha bacchettato la Bce: errore di diritto, il fuorigioco non si applica retroattivamente. In campo calcistico si chiamerebbe autogol della Var. Poi, una volta che la porta è stata aperta dal tribunale europeo, la Bce ha preso atto: tutto in regola, avanti con i pieni diritti. Senza colpo ferire. L’Europa, si sa, non si scusa: rettifica.E così la quota Fininvest, rimasta in freezer per un decennio, torna a respirare. Dal 9,99% dei diritti di voto per effetto dell’interdizione al pieno 30%. Un ritorno di controllo, peso, influenza, strategia. E - guardando ai numeri, non alle parabole - di un asset di primo piano nel bilancio della galassia Berlusconi. Mediolanum non è una banca qualsiasi. È una creatura di Ennio Doris ora gestito con cura dal figlio Massimo. Ma è anche un pilastro dei dividendi Fininvest: una cassaforte che porta ossigeno, flussi, continuità. Il patrimonio resta compatto e redditizio . A beneficiarne sono Marina e Pier Silvio tornano azionisti di Banca Mediolanum attraverso Fininvest. Pronti a rimettere piede nel board quando scadrà l’attuale consiglio nel 2026. Ma si sa: in finanza i segnali contano tanto quanto i fatti. E qui il segnale è nitido: la quarantena di Arcore è finita. Non era una condanna eterna, era un’incompatibilità temporanea.La storia, a leggerla bene, è un bignami di ideologia e potere. Prima Bankitalia nel 2014 sospende i diritti di voto. La Bce nel 2016 conferma. Poi la giustizia europea dice che no, così non si fa. Alla fine tutti fingono che niente sia accaduto, e si riparte. Gli ex avversari politici troveranno rifugio nel mantra «non è una riabilitazione morale, ma tecnica» come hanno già fatto con la sentenza della Cassazione che negato qualsiasi rapporto con la mafia. In un Paese dove si è trasformato il diritto in psicodramma nazionale, la tecnica è la morale più dura di tutte. Perché i tribunali possono dividere. La contabilità, quella, non perdona. L’unica cosa che non cambia è la tenacia della dinastia: Fininvest non ha venduto, non ha ceduto, non ha ripiegato. Ha aspettato. E ora si riprende il posto che le spettava - con vista su dividendi e governance. In fondo era scritto: Banca Mediolanum è un pezzo identitario della galassia berlusconiana. Come il Milan un tempo, come Mediaset oggi. È parte della genealogia finanziaria di una famiglia che ha trasformato la finanza in epica e il diritto societario in saga dinastica. Qualcuno dirà che la giustizia arriva sempre tardi. Qualcuno replicherà che la politica sopravvive alla biologia. Qualcuno osserverà che la Bce non riabilita le persone, ma i requisiti.Eppure, alla fine della storia, resta una scena simbolica: Silvio Berlusconi, l’uomo che per decenni ha combattuto contro «le toghe» e l’establishment, ottiene la sua rivincita suprema proprio nel tempio della tecnocrazia europea. Post-mortem.Un colpo di scena che avrebbe amato anche lui. Perché questa non è nostalgia. È contabilità politica, giuridica e sentimentale.
Luciana Littizzetto (Getty Images)
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