2018-09-15
Anche il Dalai Lama si scopre sovranista: «Migranti a casa, Europa agli europei»
Il leader spirituale tibetano in Svezia: «Aiutate gli stranieri, poi rimandateli nei loro Paesi». E sui social lo attaccano.Cose inaudite accadono. In questo mondo confuso è ribaltato, persino il Dalai Lama diventa un campione di scorrettezza politica. Tenzin Gyatso (questo il suo vero nome), massima autorità temporale e religiosa del Tibet, viene solitamente descritto alla stregua di un santo. È una celebrità a livello mondiale, un'icona tra le più celebrate dall'internazionale buonista. Eppure gli sono bastate alcune paroline pronunciate nel Nord Europa per trasformarlo in un feroce populista meritevole di linciaggio via social network. Ecco i fatti. Mercoledì, il Dalai Lama era in visita in Svezia, per la precisione nella città di Malmö, dove pare sia ospitato un folto gruppo di rifugiati siriani. Durante una conferenza stampa, il tibetano ha risposto a una domanda sull'immigrazione, ma ha mandato un messaggio leggermente diverso da quello che i cronisti si attendevano. «L'Europa appartiene agli europei», ha spiegato Gyatso. Quanto ai rifugiati, bisogna «riceverli, aiutarli, educarli», specie se si tratta di ragazzi giovani e bambini. Poi, però, è importante che costoro tornino a casa per «sviluppare il loro Paese». Il concetto viene ribadito anche sul sito ufficiale del Dalai Lama, sebbene con toni più formali e pure un pochettino edulcorati: «Di recente un numero elevato di rifugiati, molti provenienti dal Medio Oriente, sono fuggiti in Europa temendo per la propria vita», si legge. «Hanno ricevuto rifugio e sostegno, ma la soluzione a lungo termine dovrebbe includere la formazione e l'istruzione, in particolare per i loro figli, in modo che possano tornare a ricostruire i loro Paesi quando la pace sarà ripristinata». Tuttavia, i video diffusi anche sul Web non lasciano dubbi: il leader tibetano è stato chiaro, chiarissimo. L'Europa è degli europei, i migranti devono tornare nei loro Paesi.Tra l'altro, Gyatso aveva già pronunciato parole pressoché identiche qualche anno fa, precisamente nel giugno del 2016. Intervistato dal giornale tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, spiegò che «l'Europa, per esempio la Germania, non può diventare una terra araba. La Germania è la Germania», ribadì. Quindi, riferendosi alla presenza di immigrati, disse: «Ce ne sono così tanti che in pratica diventa difficile...». Poi la spiazzante conclusione: «Da un punto di vista morale, penso che i profughi dovrebbero essere ammessi solo temporaneamente». In sostanza, durante il suo intervento in Svezia, ha ripreso gli stessi concetti, quasi alla lettera. Per altro, non si tratta nemmeno di idee particolarmente sovversive. Anzi, Gyatso rimane comunque favorevole all'accoglienza. Semplicemente, esibisce un pochettino di buon senso, ricordando che gli stranieri devono rientrare a casa loro, dato che il Vecchio Continente appartiene ai popoli che lo abitano. Non sono di certo opinioni razziste, però bastano per scatenare la polemica. Sui social - sopratutto anglofoni - un bel po' di gente accusa il Dalai Lama di essere un oscurantista e di tirare la volata agli identitari svedesi, che alle ultime elezioni sono volati al 17,7%. Va detto, per essere onesti, che Gyatso mostra talvolta la tendenza a compiacere i suoi ospiti, e quando si lascia sfuggire dichiarazioni ruvide, poi corre ai ripari abbassando il tiro. In questo caso, però, l'opportunismo non c'entra. Con tutta evidenza, il Dalai Lama è profondamente convinto di ciò che ha detto, tanto da averlo ripetuto in più occasioni. Solo che certe posizioni non sono molto gradite ai media cosiddetti «mainstream». Infatti le sue esternazioni svedesi non sono state granché citate da giornali e televisioni, tanto meno in Italia. Avesse celebrato l'accoglienza indiscriminata, probabilmente avremmo trovato fior di paginate e servizi tv a ripetizione, ma per le tesi «sovraniste» lo spazio è risicato. Comunque sia, se persino un eroe dei buoni sentimenti come il Dalai Lama si sente in dovere di difendere l'identità europea e di criticare l'immigrazione di massa, significa che la misura è davvero colma. A quanto pare, purtroppo, gli unici a non accorgersene sono certi leader religiosi di casa nostra.