2024-03-10
«Anche i giovani amano il lavoro a maglia»
Sara Macconi, l’imprenditrice che guida Arvier, l’azienda di famiglia che produce filati di alta gamma: «Le persone hanno bisogno di creare qualcosa che sia solo loro. Abbiamo clienti in tutto il mondo: qualche anno fa c’è stato il boom del ricamo in Corea del Sud».Ferri da maglia, uncinetto e gomitoli di lana si dice siano alleati del benessere e che, addirittura, giovino alla salute mentale. Lo dimostra un nuovo studio scientifico, secondo il quale lavorare a maglia o all’uncinetto ferma l’ansia. Pare che Albert Einstein lavorasse a maglia tra un progetto e l’altro per «calmare la mente». E non mancano le celeb appassionate del lavoro a maglia come Cara Delevingne, Julia Roberts, Sarah Jessica Parker, Uma Thurman, Uma Thurman, Ryan Gosling e il campione olimpico Tom Daley. «Giocatori di rugby hanno fatto le calze per la giornata contro la violenza sulle donne», racconta Sara Macconi, che con i fratelli Andrea e Dario, seconda generazione, porta avanti l’azienda di famiglia bergamasca Arvier che con il marchio Silke e più recentemente con i marchi Bertagna filati, Gp tex e Reterfil produce filati di alta qualità. Quindi c’è ancora gente che sferruzza? «C’è molta richiesta. Nessuno fa la maglia per un fattore economico, ma è un’azione impegnativa con i suoi benefici, la soddisfazione di vedere una cosa fatta da soli. Ci sono parecchie persone che si approcciano a questo mondo anche molti giovani. Erroneamente si pensa che la maglia la facciano le nonne ma le nuove generazioni ne sono attratte».Una vera passione «C’è un mondo incomprimibile di persone che lavorano a maglia. È un’abitudine che parte dai pescatori del Nord Europa e del Nord America, probabilmente necessaria in luoghi dove sono molto lunghi i periodi di buio totale. Ma soprattutto riguarda un aspetto importante, il gusto e la capacità di fare da sé, il piacere e la gioia di creare. Visto che si trova tutto già fatto non dovremmo più vendere nulla, il nostro lavoro non è una necessità, ma la gente lavora per il piacere di lavorare e apprezza i colori, le qualità, la possibilità di costruire. È questa la ragione della sopravvivenza di un mestiere che sennò sarebbe già sepolto da tempo. Continua e continuiamo a esistere per questo motivo. Il bisogno della donna e dell’uomo di fare qualcosa che sia loro. Una volta era comune a tutti, oggi è di pochi. Ieri era una necessità, oggi un piacere». Come inizia la vostra storia? «Tutto parte da nostro padre Pietro che a 17 anni lavorava nella merceria di sua mamma Luciana a Bergamo. Tre anni dopo apriva la sua azienda di lane, la sua vera passione. Io sono entrata nei primi anni Novanta, a 20 anni e mi occupo dell’amministrazione, Andrea e Dario della produzione, mentre gli altri due fratelli (siamo in cinque) hanno scelto strade diverse pur rimanendo nel circuito. La nostra è una vera e propria nicchia di settore, il filato per aguglieria e quindi per lavori a maglia è difficilmente conosciuto». Eppure siete famosi. «Il bacino di clienti ai quali ci rivolgiamo è mondiale. Tra i mercati di maggiore espansione l’Europa è al primo posto ma anche in Russia, Giappone, Hong Kong, Thailandia, Stati Uniti, più episodico, c’è parecchia richiesta. E poi le richieste seguono mode e tendenze: c’è stata un’esplosione del ricamo in Corea qualche anno fa con un incremento pazzesco delle esportazioni verso quel Paese. I nostri clienti sono dal grossista al negoziante, siamo in grado di fare grandi produzioni e grazie al nostro magazzino possiamo fornire anche i piccoli imprenditori». Di che lane parliamo? «Lana merino extrafine, mohair, alpaca, cashmere, seta sono alcune delle fibre dei nostri gomitoli. Il ciclo dell’aguglieria si completa contemplando anche l’utilizzo delle fibre vegetali quali il cotone e il lino, a cui si aggiungono da sole o in mischia intima le sofisticatissime fibre artificiali o sintetiche che hanno raggiunto livelli qualitativi di eccellenza tali da superare, talvolta, la stessa creatività della natura. Produciamo 100.000 chili di lana e cotone».Fasi di lavorazione? «Tutte le fibre animali pregiate, a partire dalla lana, sono oggetto dell’attenzione della nostra produzione che prevede trattamenti per garantirne la migliore durata qualitativa nel tempo. Come ad esempio trattamenti per l’irrestringibilità che permette il lavaggio in lavatrice per garantirne l’anallergicità, l’idrorepellenza, l’antitarmicità, la setosità. La lana è resistentissima, è un prodotto eccezionale, vivo. Produce calore tanto da riparare le pecore da qualsiasi temperatura e dalla pioggia». Si parla tanto di ambiente, e la lana? «È assolutamente sostenibile, basti pensare al lavoro a maglia che puoi fare e disfare all’infinito. Le fibre vegetali come lino e cotone si sciolgono, la lana meno perché è cheratina ma tutta riciclabile. Un chilo di lana per un maglione può essere eterno. Abbiamo anche i prodotti antichi naturali per colorare la lana come la reseda, la robbia, la cocciniglia e tanti altri, con cinque, sei piante fai tutti i colori. Abbiamo perfino un manuale che insegna a tingere. Anche lì, è una questione di piacere».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.