2022-10-31
Americani e Talebani tornano a parlarsi ma in Afghanistan è caos
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Nel totale riserbo negli scorsi giorni alcuni alti funzionari dell'amministrazione Biden hanno incontrato a Kabul i vertici dei Talebani. Si è trattato del primo incontro da quando il leader di al-Qaeda Ayman al-Zawahiri è stato ucciso dagli Stati Uniti nel suo appartamento a Kabul alla fine di luglio.Intanto al-Qaeda è alle prese con la successione di al-Zawahiri. Il nome nuovo è quello del medico afghano Amin Muhammad Ul Haq Saam Khan, classe 1960, che in precedenza era a capo della Guardia Nera di Osama bin Laden.Lo speciale contiene due articoli.Secondo quanto emerso l'amministrazione americana ha inviato nella capitale afghana David Cohen, vicedirettore della Cia, e Tom Westun, alto funzionario del Dipartimento di Stato e responsabile per l'Afghanistan.Ai colloqui ha partecipato anche il capo dell'intelligence afghana, Abdul Haq Wasiq. Dopo che al-Zawahiri è stato incenerito dai missili Hellfire sulla terrazza dell’appartamento di Kabul dove aveva trovato rifugio, gli Stati Uniti hanno accusato i Talebani «di una chiara e palese violazione dell'accordo di Doha», voluto a tutti i costi dall'amministrazione Trump, che si era detta convinta che i Talebani non avrebbero ospitato terroristi se le forze statunitensi si fossero ritirate dall'Afghanistan, cosa che poi hanno fatto ad agosto 2021. In particolare i funzionari americani hanno accusato i leader Talebani della Rete Haqqani di aver protetto al-Zawahiri, mentre i Talebani hanno condannato con rabbia l'operazione. Nonostante le accuse i Talebani e gli Stati Uniti hanno continuato a mantenere rapporti compresa la negoziazione per il rilascio dell’ingegnere statunitense Mark Frerichs che è stato scambiato con Haji Bashir Noorzai, un importante leader tribale afghano che era stato condannato all’ergastolo negli Stati Uniti nel 2008 per aver preso parte a una cospirazione internazionale per il traffico di stupefacenti. Il suo rilascio dopo più di due anni di prigionia, avvenuto anche con l'aiuto del Qatar, è stato utilizzato dalla propaganda talebana come una grande vittoria simbolica e un segno della lealtà dei Talebani nei confronti dei loro sostenitori. Attualmente un altro americano, un regista di nome Ivor Shearer, è attualmente trattenuto dai Talebani dopo essere stato arrestato con il suo produttore afgano, Faizullah Faizbakhsh, durante le riprese nell'area in cui al-Zawahiri è stato ucciso, secondo il Comitato per la protezione dei giornalisti. Secondo quanto riferito, Shearer era stato convocato più volte dai Talebani per essere interrogato prima del suo arresto. I Talebani non hanno più il controllo del Paese Sebbene i Talebani mantengano solidi legami con al-Qaeda, stanno affrontando un'insurrezione proveniente dalla propaggine dello Stato Islamico nota come Isis-Khorasan. Il gruppo prende regolarmente di mira le moschee della minoranza etnica sciita degli Hazara, i leader locali dei Talebani, ufficiali dell’esercito e funzionari di polizia. Gli attacchi sono ormai quotidiani e avvengono in tutte le 34 provincie afghane. Secondo Beth Sanner, ex vicedirettore dell'intelligence nazionale e oggi collaboratore della Cnn: «I Talebani stanno lottando per prevenire gli attacchi dell'Isis-K, che li fanno sembrare agli occhi della popolazione incapaci, ed in particolare a Kabul». Una lotta, visti i risultati, che non sta avendo alcun successo. Lo stesso si può dire della drammatica situazione economica e sociale nel quale l’Afghanistan è di nuovo sprofondato con i Talebani al potere. Il mese scorso l'amministrazione Biden ha annunciato di aver istituito un «Fondo afghano» da 3,5 miliardi di dollari con il denaro afghano congelato per promuovere la stabilità economica. I fondi devono ancora essere rilasciati perché gli Stati Uniti «non credono che ci sia un'istituzione fidata per garantire che i fondi andranno a beneficio del popolo afghano». Sarà invece amministrato da un organismo esterno, indipendente dai Talebani e dalla banca centrale del Paese. I funzionari dell'amministrazione Usa hanno anche ripetutamente sollevato la situazione delle donne e delle ragazze nelle loro conversazioni con i Talebani. Il mese scorso il relatore delle Nazioni Unite per i diritti umani in Afghanistan, Richard Bennett, ha definito «sbalorditiva la regressione di donne e ragazze nella società afghana. In nessun altro paese donne e ragazze sono scomparse così rapidamente da tutte le sfere della vita pubblica». Ma per Bennett: «Nonostante ciò, donne e ragazze rimangono in prima linea negli sforzi per mantenere i diritti umani e continuano a chiedere responsabilità».Ma cosa si sono detti il vicedirettore della Cia David Cohen e il capo dell'intelligence afghana, Abdul Haq Wasiq? Impossibile avere certezze, tuttavia, è logico pensare che Cohen abbia ribadito che gli Stati Uniti continueranno a colpire in Afghanistan se avranno le prove che il regime dei Talebani continuerà a proteggere i membri di al-Qaeda in Afghanistan che stanno sostenendo operazioni che minacciano gli Stati Uniti o i loro alleati. Inoltre i due avranno parlato dell'Isis-K che ora rappresenta una minaccia interna per l'Afghanistan e per Talebani, ma che presto potrebbe avere le risorse per tentare di prendersi Kabul o altre zone del paese visto che i Talebani non sono in grado di contenerli. A proposito di questo l’Isis-K ha affermato lo scorso 27 ottobre che un suo commando ha attaccato a Herat un autobus che trasportava membri della brigata al-Farooq e secondo fonti locali sei uomini della milizia talebana sono morti. Questa brigata prende il nome dal campo di addestramento talebano e di al-Qaeda di al-Farouq, chiamato anche Jihad Wel al-Farouq , vicino a Kandahar (Afghanistan). Secondo gli analisti dell'intelligence statunitense il direttore del campo di al-Farouq era il saudita Abdul Quduz, che fu poi uno dei comandanti della battaglia di Tora Bora (6 -17 dicembre 2001).<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/americani-talebani-parlarsi-afghanistan-caos-2658574166.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="il-silenzio-di-al-qaeda" data-post-id="2658574166" data-published-at="1667231208" data-use-pagination="False"> Il silenzio di al-Qaeda A tre mesi dal missile statunitense Hellfire che ha posto fine alla vita di Ayman al-Zawahiri, circostanza che ha aperto un vuoto nella leadership di al-Qaeda, gli esperti continuano a dibattere sui potenziali successori in attesa che al-Qaeda faccia un annuncio che però fino ad oggi non è arrivato. Anzi, sui siti e social network di riferimento al-Zawahiri viene continuamente mostrato e vengono pubblicati i suoi scritti, audio e i suoi lunghissimi video registrati tempo fa. Alcuni sostengono che il silenzio del gruppo sul suo nuovo leader sia un segnale delle difficoltà della successione. Altri ritengono che questo possa essere la fine di un'era per al-Qaeda intesa come organizzazione terroristica di alto livello, ma forse si tratta più di una speranza che di una certezza.Ma che leader è stato Ayman al-Zawahiri?Il medico egiziano a differenza di Osama bin Laden era uomo dal carattere difficile, sempre pronto allo scontro personale, pedante nelle questioni dottrinali al quale è sempre mancato il carisma del capo. Sotto il suo comando, al-Qaeda non ha più condotto attacchi terroristici spettacolari negli Stati Uniti (11 settembre 2001) e in Europa (attentati del 2005 a Londra), nonostante una continua attenzione nella propagandistica all'Occidente. Gli affiliati legati all'organizzazione, come al-Qaeda nella penisola arabica (Aqap), hanno ispirato e forse orchestrato attacchi come quello che mise a segno il tirocinante militare dell'Arabia Saudita Mohammed Alshamran, che nel dicembre 2019 si stava addestrando alla base di Pensacola dove uccise tre marinai prima di essere ucciso a colpi di arma da fuoco. Questa debolezza operativa ha fatto sì che al-Zawahiri perdesse gradualmente il controllo del movimento jihadista nel suo insieme. Altro duro colpo alla sua leadership è stata l’affermazione dello Stato islamico in Iraq e in Siria; il problema esplose all'inizio della guerra civile siriana, il più importante conflitto jihadista dell'epoca, quando lo Stato Islamico dell'Iraq rifiutò la leadership di Ayman al-Zawahiri, cambiò nome in Stato Islamico dell'Iraq e della Siria, per diventare il brand più conosciuto dello jihadismo in Siria, in Iraq e nel mondo intero. Molti gruppi jihadisti oggi, anche quelli come Aqap che utilizzano il nome al-Qaeda, sono focalizzati localmente. Vogliono diffondere la causa jihadista nello Yemen, nel Maghreb e in Africa in altre parti del mondo ma sono profondamente coinvolti in aspre guerre civili in queste aree. In quanto tali, rappresentano un pericolo per la stabilità regionale e i governi che li combattono meritano assistenza, ma il rischio per gli Stati Uniti e l’Europa è molto inferiore rispetto a quando Osama bin Laden dirigeva il movimento con una postura globale.Chi sarà il leader dopo al-Zawahiri?Alcuni esperti di antiterrorismo hanno identificato l’ex colonnello dell’esercito egiziano Saif al Adel e Mohamed Abbatay, conosciuto con il suo nome di battaglia, Abd al-Rahman al-Maghribi, membro marocchino di al-Qaeda, a capo dell'Ufficio per le comunicazioni esterne dell'organizzazione e genero di Ayman al-Zawahiri, come potenziali suoi successori, un nome nuovo potrebbe ribaltare le previsioni anche perché entrambi gli uomini sono da tempo agli arresti domiciliari in Iran. Il nome nuovo è quello del medico afghano Amin Muhammad Ul Haq Saam Khan, classe 1960, alto ufficiale di al-Qaeda, che in precedenza era a capo della Guardia Nera di Osama bin Laden, un'unità di sicurezza dedicata alla protezione di bin Laden. Ul-Haq ha servito come capo della sicurezza di bin Laden nella battaglia di Tora Bora nel 2001 prima di fuggire in Pakistan. Ul-Haq, che secondo quanto riferito comanda centinaia di combattenti di al-Qaeda, è tornato a Jalalabad, in Afghanistan, dopo il ritorno al potere dei Talebani. Khan ha combattuto le forze sovietiche negli anni Ottanta in Afghanistan. Ha anche aiutato bin Laden a sfuggire alla cattura degli Stati Uniti durante la fuga dal Sudan per l'Afghanistan. Uomo brutale e autorevole, Khan è rimasto curiosamente fuori dai radar negli ultimi 14 anni. Questo fino a quando rapporti di intelligence hanno parlato della sua improvvisa ricomparsa l'anno scorso nella provincia di Nangarhar quando l'Afghanistan è caduto in mano ai Talebani. La presenza di Khan coincideva in particolare con quella di al-Zawahiri in Afghanistan. Potrebbe essere l’uomo giusto visto che l'Afghanistan è sempre stato considerato come una sorta di ‹‹gioiello della corona›› di al-Qaeda. Khan che è nato della provincia di Nangarhar, ha iniziato la sua carriera come membro di Hizb-i-Islami Khalis, un movimento che si è battuto per accogliere bin Laden in Afghanistan dopo l'espulsione di al-Qaeda dal Sudan nel 1996.Khan è stato uno dei 39 terroristi identificati inizialmente come affiliati agli attacchi dell'11 settembre. Ha subito le sanzioni delle Nazioni Unite «per aver finanziato, pianificato, facilitato, preparato e perpetrato atti o attività a sostegno di Osama bin Laden e di al-Qaeda, nonché per aver fornito, venduto o trasferito armi e materiale correlato per sostenere le attività terroristiche». Khan ha legami personali all'interno della regione ed è un veterano che ha sempre fatto da intermediario tra i Talebani e la leadership di al-Qaeda. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, il figlio di bin Laden, Abdullah, ha tenuto incontri con i Talebani nell'ottobre 2021. L'emergere di Khan in Afghanistan lo scorso anno potrebbe essere correlato o una pura coincidenza. Ma è altrettanto possibile che al-Zawahiri avesse sempre preparato Khan per la successione. Come ricordato più volte per gli Stati Uniti la morte di al-Zawahiri presso l’appartamento di Kabul di proprietà di Siraj Haqqani ha mostrato che, contrariamente alle speranze o alle aspettative iniziali, i Talebani e al-Qaeda hanno continuato a collaborare violando gli accordi di Doha. La nomina di Amin Muhammad Ul Haq Saam Khan come nuovo leader di al-Qaeda potrebbe riportare entusiasmo tra le file del gruppo terroristico. Inoltre, in qualità di fidato compagno del martire più importante di al-Qaeda (Osama bin Laden), Khan può suscitare nuovi sentimenti di lealtà mantenendo allo stesso tempo ottimi rapporti con i Talebani. Tutto ciò potrebbe alimentare le aspirazioni talebane oltre i confini dell'Afghanistan (ad esempio, in Pakistan e in India), riaprendo un brutto capitolo, quello che gli Stati Uniti pensavano di avere chiuso con gli accordi di Doha.
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