2021-11-19
L’illusoria gretinata di sequestrare la CO2
Gli ambientalisti trattano l'anidride carbonica, che è il gas della vita, come se fosse un rifiuto radioattivo. Sognano di catturarla con la tecnologia Ccs, che però non esiste. E se anche con uno sforzo titanico ci riuscissero, non produrrebbero alcun beneficio.Il comune denominatore tra i Gretini del mondo è la loro misteriosa predilezione nel pretendere, per raggiungere un obiettivo, giusto o sbagliato che esso sia (ma per lo più è sbagliato), che si persegua la via che, in termini di rapporto costi-benefici, comporti il massimo dei costi col minimo dei benefìci. Esempi concreti di quanto appena detto: la promozione dell'energia dal sole come energia del futuro (mentre essa è, di tutta evidenza, l'energia del passato), la promozione dell'economia a idrogeno (che è un gas che sulla Terra non esiste), la promozione del risparmio energetico e dell'efficienza energetica (che sono tra loro cose antitetiche), la demonizzazione del nucleare e dei combustibili fossili (così incoraggiando l'estinzione della specie umana, visto che oltre il 90% del fabbisogno energetico dell'umanità è soddisfatto dai combustibili fossili e nucleare). I Gretini del mondo volano alto, e oltre i piani energetici. Affrontano la fame del mondo promuovendo l'agricoltura biologica (con le cui rese la fame è assicurata) e combattendo le biotecnologie (che potrebbero garantire ricchi raccolti). Nel settore dei trasporti vorrebbero proibire la fabbricazione di auto a benzina o diesel (che funzionano alla grande) e vorrebbero obbligare tutti ad acquistare auto elettriche (che però non esistono). Infine, per non farsi mancare nulla, vorrebbero governare nientepopodimeno che il clima. Come? Facile. Per esempio, per evitare che il peso della neve sfondi la vostra casa in montagna, anziché costruire il tetto spiovente, i Gretini prendono il toro direttamente per le corna e suggeriscono - anzi pretendono - che ci si adoperi perché in montagna la smetta di nevicare. E, per governare il clima - dicono - bisogna trattare la CO2, che è il gas della vita, come fosse rifiuto radioattivo. Abbiamo fornito un dovizioso, ma non esaustivo, tragicomico elenco, che a noi garantisce di che scrivere per una dozzina di articoli, e a voi meglio apprezzare la profondità del pensiero delle seguaci della sacerdotessa Greta che, stanche di studiare, aspirano ad una rapida carriera in politica. Soffermiamoci oggi sull'ultimo punto dell'elenco: la tecnologia a larga scala battezzata con l'acronimo di Ccs, cioè cattura e sequestro del carbonio. Un battesimo, però, celebrato prima ancora del felice evento, visto che tale tecnologia non è ancora nata. Piuttosto, come per le piramidi faraoniche, l'intero progetto equivarrà a costruire, vedremo, la nostra tomba. Non sono necessarie profonde conoscenze d'ingegneria, economia o scienza per far emergere la stupidità dei programmi di Ccs. La versione breve è: sottrarre CO2 all'atmosfera è come pretendere di ottenere acqua potabile sottraendo umidità all'aria. E ora la versione un po' più lunga.Tanto per cominciare, oggi il mondo affida ai combustibili fossili quasi il 90% del proprio fabbisogno energetico. Ogni tonnellata di carbonio per essere combusto richiede, in ingresso, aria: 12 o 24 tonnellate, a seconda che si bruci carbone o gas naturale. I gas in uscita saranno 13 t nel primo caso e 25 t nel secondo, di cui poco meno di 4 t sono CO2 e il resto azoto, o da solo o con acqua, a seconda del caso. Azoto, acqua e CO2 sono gas innocui e, anzi, necessari alla vita. Pensare di separare dalle 13 t (o 25 t) di gas in uscita quelle 4 t di CO2, comprimerlo e pomparlo, magari a centinaia di chilometri di distanza, entro tubature specificamente costruite per seppellirlo come fosse rifiuto altamente radioattivo, richiede un tantalico sforzo senza uguali. Un impianto di produzione elettrica da combustibili fossili dovrebbe impegnare almeno un quarto della propria produzione elettrica solo per perseguire la faraonica impresa: cioè per sequestrare la CO2 bisognerebbe bruciare un quarto di carbonio in più, cioè bisognerebbe estrarre dai giacimenti un quarto di carbone in più solo per seppellire il restante. Pompare alte concentrazioni di CO2 nelle profondità di siti marini o geologici - ancorché rischioso - è sempre possibile, ma il gas potrebbe esser risputato fuori. Il rischio nasce dal fatto che l'espulsione del gas potrebbe avvenire non lentamente ma violentemente. Come di fatto avvenne il 26 agosto del 1986 quando dal lago Nyos, nel Camerun, esplosero migliaia di tonnellate di CO2, che per ragioni naturali si era spontaneamente autosequestrata sotto i fondali del lago: quel giorno, 1.700 abitanti sulle rive del lago morirono asfissiati. Ironia vuole che siano in atto programmi di dissequestro (cioè d'immissione volontaria nell'atmosfera) di CO2 in quei casi, come quello del lago Nyos, ove ragioni di sicurezza lo richiedano.Si potrebbe pensare, allora, di trasformare la CO2 in un composto solido e stabile, e ciò vuol dire trovare un reagente adatto. La scelta non è ampia, ma il reagente adatto ci sarebbe: ad esempio, l'ossido di magnesio (MgO) che forma carbonati solidi e stabili. Ma bisogna essere consapevoli delle dimensioni dell'intera operazione che richiede di localizzare, estrarre, trasportare, e attivare decine di miliardi di tonnellate l'anno del minerale contenente MgO, farlo reagire con la CO2 e poi seppellire decine di miliardi di tonnellate l'anno del risultante carbonato. Con un po' di pazienza si potrebbe monetizzare il ciclo completo di isolare, comprimere, trasportare e seppellire la CO2, ovunque e comunque si voglia seppellirla.Per quel sequestro, qualcuno vorrebbe usare la via biologica; che consiste nel far crescere materia vivente - marina o terrestre - che consumi CO2. Ma come si crea nuova materia vivente? Si dovrebbe con la fotosintesi, cioè con l'energia solare. Siccome, però, non possiamo aumentare il flusso di energia solare, possiamo provare ad aumentarne il rendimento, come si fa in agricoltura con i fertilizzanti. Che però si producono - ancora una volta - usando energia. Sembra una via senza sbocco. Come senza sbocco, men che meno utile all'umanità, è la via dei Gretini.(1. continua)
(Totaleu)
Lo ha detto l'eurodeputata della Lega Anna Maria Cisint, dopo la votazione alla commissione sulla pesca a Bruxelles, riguardo la vittoria sulla deroga delle dimensioni delle vongole, importante aspetto per l'impatto sul settore ittico.
L'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri Kaja Kallas (Ansa)