2020-09-25
Altri tavoli per Ilva. Ma i Mittal sperano nell’addio gratis
Ilva di Taranto (Ivan Romano:Getty Images)
Oggi ennesimo incontro: se verrà ridotta la capacità produttiva, Arcelor potrà lasciare Taranto senza pagare penali.Poco più di due anni fa, esattamente l'8 settembre del 2018, l'allora vicepremier del neo nato governo gialloblù e ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, annunciava trionfante su Facebook: «In tre mesi abbiamo risolto la crisi dell'Ilva. Il contratto con Arcelormittal trovato già fatto in un cassetto non si poteva rescindere e allora l'abbiamo mantenuto. Nessun esubero, nessun licenziato, tutti assunti con l'articolo 18». Ora Di Maio è alla Farnesina, da Taranto è passato qualche settimana fa per un comizio in campagna elettorale e sull'Ilva ha già scaricato il cerino in mano al ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, «che sta seguendo in maniera brillante questo dossier insieme al presidente del Consiglio». Ma il destino dell'acciaieria è di nuovo appeso a un filo, anzi a troppi fili che si stanno annodando tra loro.I tavoli tecnici si stanno per moltiplicare di nuovo tra ministeri del Lavoro, dell'Ambiente e dell'Economia. Le segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm hanno inviato al Mise (ieri evacuato per la scoperta di n positivo al Covid) la richiesta formale di convocare per il 28 settembre di un tavolo tecnico sulla vertenza ex Ilva- Ami. Nel faccia a faccia di ieri a Roma fra i rappresentanti sindacali dei lavoratori dello stabilimento affittato da Arcelormittal Italia e i vertici dell'azienda con la presenza dell'ad Lucia Morselli si sono affrontate «le criticità sullo stato degli impianti e sull'utilizzo improprio e massivo della cassaintegrazione», si legge nella nota congiunta diffusa dai sindacati al termine del «confronto, a volte molto conflittuale». Da oggi partiranno altri incontri per le verifiche con le Rsu di reparto. Mentre già sabato potrebbe esserci un incontro tra Patuanelli e e la Morselli. La trattativa entrerebbe nel vivo a ottobre ed entro lo stesso mese, questo l'obiettivo, si dovrebbe concludere con la definizione del piano industriale e dell'assetto societario che vedrebbe lo Stato entrare nel capitale per il tramite di Invitalia. Il ministro ha spiegato infatti ai sindacati come a breve dovrebbe arrivare a conclusione la due diligence avviata da Invitalia e finalizzata al possibile coinvestimento in Arcelormittal. Quanto agli investimenti le cifre in ballo sono importanti, avrebbe riconosciuto il titolare del Mise. Si parla di non meno di 3 miliardi per riprogettare e modernizzare lo stabilimento. Resterebbero fondamentali anche i fondi che arriveranno dall'Unione europea. Dentro la maggioranza, infatti, è già scattata la gara ad appropriarsi della paternità del piano per il centro siderurgico pugliese da finanziare con le risorse europee e con i prestiti del Next generation Eu. Il Pd ha presentato un documento nel quale si chiede che Taranto diventi la capitali del Green new deal.Ma anche l'ennesima operazione salva Ilva con l'ingresso dello Stato rischia di naufragare. Le voci che danno l'attuale proprietà vicino all'addio sono sempre più insistenti. Con l'amministrazione straordinaria è saltata la mediazione a Milano su oltre 200 milioni di canoni di affitto arretrati e quote CO2 che Arcelormittal deve agli stessi commissari. Stando all'accordo di marzo, entro novembre governo e Arcelormittal devono trovare un nuovo accordo definitivo che deve sancire l'ingresso dello Stato, con la formula del coinvestimento, accanto al privato. Se questo non avverrà, in base all'accordo di marzo, Arcelormittal potrà disimpegnarsi pagando una penale di 500 milioni. Oggi la Conferenza dei servizi presso il ministero dell'Ambiente discuterà della copertura dei nastri trasportatori del sito di Taranto: se saranno imposti interventi per una riduzione della capacità produttiva, secondo quanto previsto dal contratto di affitto, questo potrebbe giustificare da parte di Mittal una rescissione contrattuale senza obbligo di pagamento di alcuna penale. Non solo. Secondo quanto scriveva ieri Il Sole 24 Ore, se sarà approvato in commissione Bilancio un emendamento di poche righe segnalato dal Movimento 5 stelle tra i prioritari per l'esame in Senato del decreto Agosto, si ridurrà da 470 a 180 milioni la dote che potrebbe essere utilizzata dalla Invitalia di Domenico Arcuri per entrare in AmInvestco, la holding controllata da Am. E a questo punto, scrive Il Sole, è possibile che i commissari procedano con l'escussione del performance bond emesso da Intesa nell'interesse di AmInvestco per 90 milioni. Di fronte a questa mossa, Arcelor si dice pronto all'impugnativa davanti al tribunale di Milano. A quel punto ci sarebbe la violazione definitiva del contratto più volte modificato.
Jose Mourinho (Getty Images)