2019-08-30
Almeno l’istrionico Boris Johnson tutela il popolo che vuole la Brexit
La sospensione del Parlamento non è un «golpe», ma rispetta il voto degli inglesi.Beh, se persino Hugh Grant è furioso, significa proprio che siamo nei guai... Non stiamo mica scherzando, Repubblica ieri titolava proprio così: «Brexit, il Financial Times: “Johnson ha bombardato la Costituzione". La furia di Hugh Grant». Nell'articolo veniva riportato il delirante tweet dell'attore noto per le commedie romantiche e per essere stato beccato in auto, anni fa, mentre si faceva trastullare da una prostituta rimediata in strada. Grant è uno dei tanti che, in queste ore, se la prendono con il primo ministro Boris Johnson accusandolo di essere un dittatore che sovverte le regole democratiche. A dirla tutta, Grant ha definito Johnson il capo di una gang di masturbatori inveterati e lo ha cordialmente mandato a farsi fottere, ma sono dettagli. Il punto è lo sdegno sostanzialmente unanime che ha suscitato la decisione di Johnson di sospendere i lavori del Parlamento britannico a poche settimane dalla Brexit. Cinque settimane di chiusura, dal 10 settembre al 14 ottobre, data in cui si terrà il consueto discorso della regina per illustrare il programma di governo. A che cosa serve la mossa? Non è un segreto: a impedire che i parlamentari possano mettere in campo - nel poco tempo restante prima della Brexit - iniziative che blocchino l'uscita della Gran Bretagna dall'Ue. Ieri i media europei hanno gridato allo scandalo e quelli europei non sono stati da meno. Johnson sarebbe l'autore di un «golpe bianco» o «un golpe all'inglese», colpevole di avere dato un «brutto segnale alle democrazie». Boris sarebbe il responsabile di un «colpo basso», di un «abuso nella patria del diritto».I più ferocemente indignati, al solito, sono i giornali progressisti. E qui ci sono almeno due aspetti della faccenda su cui vale la pena soffermarsi. Il primo riguarda il merito della questione. Ora, non ci sono dubbi sul fatto che il colpo di Johnson sia irrituale, forse anche istrionico e magari perfino da smargiasso. Ma bisogna chiedersi: a che cosa serve? Semplice: a tutelare una decisione presa dal popolo britannico. Forse qualcuno se l'è dimenticato, ma gli inglesi, ormai parecchio tempo fa, hanno votato a favore della Brexit. Da allora, una larga fetta dei loro politici ha cercato in tutti i modi di impedire l'uscita dall'Unione europea, utilizzando ora uno stratagemma ora l'altro per rallentare i tempi e per cercare di cancellare la ferale scelta popolare. Quindi Johnson non sta facendo altro che garantire l'esecuzione di ciò che i suoi elettori e i suoi compatrioti hanno deciso. Questa non è democrazia? Del resto, proprio qui stanno le ragioni che hanno spinto la regina Elisabetta II ha dare via libera al piano dell'esuberante Boris. Nessun golpe, dunque. L'altro punto da esaminare riguarda invece il pulpito da cui giunge la predica. A indignarsi per la strategia di Johnson sono gli stessi illustri editorialisti che hanno fatto di tutto per dipingere la Brexit come una sciagura. Dopo aver sbagliato le previsioni sull'argomento, gli stessi soloni hanno cominciato a sostenere che ad aver votato per l'uscita erano stati dei poveri idioti che si erano fatti truffare dai populisti, gente che non capiva niente e che avrebbe dovuto essere esautorata dal diritto di voto. Fanno così ogni volta che il popolo non risponde correttamente, che si tratti di un referendum costituzionale, dell'elezione di Donald Trump o di un voto ai populisti. Vogliamo ricordare le intemerate dei vari Beppe Severgnini, Massimo Gramellini, Michele Serra, Sabino Cassese, Giorgio Napolitano eccetera? Sono sempre lì a dirci che il popolo va rieducato perché non è capace di decidere da solo. E ora vengono a stracciarsi le vesti per la democrazia (che per altro nessuno sta offendendo). È interessante notare, in aggiunta, che proprio su Repubblica - la testata italiana più scatenata contro Boris - scrive un signore di nome Alberto Asor Rosa, quello che anni fa invocò l'intervento delle forze armate perché chiudessero il Parlamento e impedissero a Silvio Berlusconi di andare avanti a governare. I giornali che ieri sparavano contro Boris, per altro, sono i medesimi che hanno sempre tifato per risparmiare le urne agli italiani, i medesimi che oggi sostengono il governo dell'inciucio Pd-5 stelle senza passare dalle urne. E allora ci dicano: perché l'esecutivo contronatura giallorosso va bene in quanto «la Costituzione lo consente» mentre la mossa di Johnson no? La Brexit è stata votata, il Pd di voti ne ha presi un po' meno. Ma per gli intellettuali di casa nostra i voti sono come le copie di giornale: non si contano, si pesano. E qualcuno è sempre più pesante degli altri.
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