2024-08-13
L’allenatore di Khelif svela il mistero: «Problemi con ormoni e cromosomi»
Imane Khelif (Getty Images)
Georges Cazorla: «Dopo la squalifica ai Mondiali, Imane è stata esaminata da un eminente endocrinologo che ci ha detto: “È una donna nonostante il suo cariotipo e il testosterone”, di cui da allora abbiamo regolato il livello».Dopo l’esclusione dai mondiali sono cominciati i controlli: testosterone e cromosomi. Tutto fuori dalla norma, proprio come sosteneva l’Iba. Che non ha mai reso noti i risultati. Ora, però, nel groviglio del pensiero unico, dove ogni divergenza dalla narrativa dominante viene prontamente bollata come eresia, emerge con prepotenza un’intervista che non può essere tacciata di faziosità: il preparatore atletico della controversa medaglia d’oro olimpica Imane Khelif è stato rintracciato dai cronisti del magazine francese Les Point, che hanno piazzato un colpo giornalistico all’interno della querelle che divide i partigiani di Khelif dai suoi detrattori. La voce risulta particolarmente autorevole, non solo per la vicinanza con l’atleta, ma anche perché si tratta di un tecnico della materia: Georges Cazorla, infatti, è anche presidente dell’Associazione per la ricerca e la valutazione dell’attività fisica nello sport, membro del comitato scientifico del Centro di valutazione e preparazione fisica Mon Stade di Parigi e, prima di andare in pensione, è stato docente all’Università di Bordeaux. E ora ammette i problemi con cromosomi e testosterone. Tutto è cominciato con la squalifica dai mondiali nel marzo 2023: «Era in finale con una cinese», ricorda Cazorla, «e all’epoca pensavo che si trattasse di una disputa diplomatica o internazionale... Ma la decisione si è basata su prove. Francamente l’ho trovato disgustoso. Indipendentemente dai risultati di questi test biologici, questa povera atleta era devastata nello scoprire all’improvviso che forse non era una ragazza!». È in quel momento che la Khelif comincia a controllarsi e a rivolgersi a esperti del settore. Cazorla irrompe nel dibattito con dei dettagli per nulla secondari: «Dopo i Mondiali del 2023, quelli della squalifica, ho preso l’iniziativa di farla visitare da un rinomato endocrinologo dell’ospedale universitario parigino, Kremlin-Bicêtre». Il risultato: «Ha confermato che Imane è davvero una donna, nonostante il suo cariotipo (l’analisi cromosomica, ndr) e il suo livello di testosterone». Che, secondo il preparatore atletico, sarebbero stati certificati come fuori dalla norma. Peraltro da un endocrinologo terzo, che nulla ha a che fare con l’Iba. Cazorla ricorda la diagnosi dell’esperto: «C’è un problema con i suoi ormoni, con i suoi cromosomi, ma lei è una donna». Parole che confermano in pieno le contestazioni dell’International boxing association, delle quali il Comitato olimpico internazionale non ha tenuto conto. Subito dopo Cazorla ha portato l’atleta da un altro professionista, un medico algerino, «per monitorare e regolare il livello di testosterone, che attualmente rientra nella norma femminile. I test mostrano chiaramente che da allora tutte le sue qualità muscolari e di altro tipo sono diminuite. Attualmente può essere paragonata a livello muscolare e biologico a una donna-donna-donna». Ma per far rientrare i valori la pugilatrice si è sottoposta a una preparazione mirata. «La commissione medica dei giochi Olimpici», spiega il preparatore atletico, «aveva fatto molta pubblicità sui suoi campionatori per giudicare, tra le altre cose, il livello di testosterone degli atleti che gareggiavano (in realtà deve essersi trattato solo di propaganda, ndr). Quindi volevo che mettessimo tutte le possibilità dalla sua parte e che il suo livello fosse entro i limiti». Ma alle Olimpiadi di Parigi la scienza è stata sacrificata sull’altare del politicamente corretto. Il preparatore atletico su questo punto ha fornito il suo personale punto di vista: «Anche se Imane ha un fisico un po’ particolare è nata femmina. È cresciuta come una ragazza. Ha la sensibilità di una ragazza. Su questa base, perché non dovremmo testare tutti coloro che hanno capacità superiori agli altri? Ad esempio, in termini di ormoni della crescita, l’immenso giocatore di basket francese Victor Wembanyama? È stupido. Ognuno è diverso, per fortuna, altrimenti non ci sarebbe concorrenza. Mettiamoci in un’ottica di performance, cos’è la competizione? È un soggetto, un uomo o una donna, che è superiore agli altri». Quello che si contesta al Comitato olimpico internazionale, però, è altro: riguarda l’equità della competizione. Altrimenti perché dividere gli atleti in categorie? E addirittura, nel pugilato, per peso. C’è infine un altro dettaglio che ha rimarcato Cazorla, a proposito dell’Iba: «Hanno reso Imane idonea per le sue prime tre partite, poi non idonea per la finale. Le hanno mandato una lettera in inglese, lingua che non conosce, chiedendole di firmarla per ricevere i risultati. Non avrebbe mai dovuto firmare quella lettera». E subito dopo ha aggiunto: «Da quello che ho letto, durante la sua recente conferenza stampa, l’Iba non ha voluto entrare nei dettagli o rivelare la natura dei test effettuati, quindi è meglio attenersi alla posizione del Cio, che ha confermato l’idoneità di Imane così come quella del taiwanese, pure squalificata dall’Iba a Nuova Delhi nel marzo 2023». Niente test. È bastato il passaporto a certificare che erano donne.
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