2024-07-17
Come ogni estate scatta l’allarme orsi: turista francese azzannato in Trentino
L’attacco a Dro, vicino al paese. L’uomo è salvo, il plantigrado rischia l’abbattimento. Animalisti già sul piede di guerra.Arriva l’estate e con il caldo, anche l’emergenza orsi, insieme con il consueto strascico di polemiche politiche. Stavolta è toccato a un turista francese di 43 anni: alle 7 di martedì mattina stava passeggiando lungo un sentiero boschivo a Naroncolo, nei pressi del Comune di Dro, provincia di Trento, quando è stato sorpreso e attaccato da un orso, ferito agli arti, ma rimasto cosciente per tutto l’arco della disavventura, fino all’arrivo dei soccorsi, che con l’elicottero l’hanno trasportato all’ospedale più vicino, a Santa Chiara di Trento. L’uomo, operato, sarà dimesso nei prossimi giorni, per lui è stata disposta una prognosi di 20 giorni. Sul posto procedono le indagini del corpo forestale e degli addetti della protezione civile che stanno effettuando i vari campionamenti biologici. Come l’anno scorso, quando il giovane Andrea Papi morì in seguito alle ferite riportate in un’analoga aggressione nei boschi di Caldes in Val di Sole, si innescheranno battaglie dialettiche tra animalisti oltranzisti e sostenitori di un razionale contenimento delle incursioni degli orsi. La faccenda non è di poco conto: il turista francese aggredito ieri si trovava in una zona turistica a un’altitudine non troppo consistente, non si stava avventurando in spericolate sortite. Il punto rimane lo stesso: siamo nelle zone a cavallo tra Trentino e Alto Veneto, quelle dove Dino Buzzati ambientò il suo Segreto del Bosco Vecchio, opera in cui il respiro, la nobiltà e la sensibilità della natura e del mondo animale erano palpitanti e in cerca di costante equilibrio nella convivenza con l’uomo. Ma resta da capire quali criteri adottare per favorire una convivenza che non si traduca in aggressioni reiterate ai danni dei villeggianti o degli abitanti autoctoni, fossero anche per presunta difesa. A inizio anno, l’abbattimento dell’orso M90 su indicazione del presidente della provincia autonoma di Trento, il leghista Maurizio Fugatti, destò polemiche e costò al politico minacce da parte degli animalisti. Ma Fugatti, forte di una robusta rielezione, ha tirato dritto: diversi sindaci avevano sollecitato un suo intervento perché l’orso si era spinto più volte vicino ai centri abitati ed era ritenuto un animale pericoloso, incline ad aggredire l’uomo. Dopo il ripopolamento dei boschi della regione con numerosi esemplari, la gestione della convivenza in zone fortemente antropizzate rimane problematica e non risolvibile adottando solo comportamenti prudenti, come del resto il turista francese aveva fatto. «Non si tratta di punire o di vendicare, ma di tutelare quella pubblica incolumità che oggi, in alcune zone del Trentino e dell’Alto Adige, purtroppo non sempre è garantita». Così in una nota i senatori del Gruppo per le Autonomie, Julia Unterberger, Luigi Spagnolli, Pietro Patton e Meinhard Durnwalder. «A Naroncolo ci sono vigneti e c’è una carrareccia usata dai contadini per andarci e dai turisti per passeggiare. È evidente che una strada del genere non può essere considerata l’habitat dell’orso, ma lo diventa nel momento in cui i grandi predatori sono cresciuti di numero e si spingono sempre più nelle zone abitate e frequentate dagli uomini. Si è rotto cioè un equilibrio ed è per questo che da un lato occorre modificare la direttiva Habitat e dall’altro applicare le norme già esistenti, che impongono la cattura e la soppressione degli animali pericolosi. Va allora superato questo pregiudizio e una visione troppo spesso sganciata dalla realtà». «Il progetto non è più compatibile con la realtà. Lo avevamo detto in tutte le sedi competenti che sarebbe risuccesso. Il programma di ripopolamento degli orsi ha preso un percorso diverso da quello previsto e i responsabili ora devono intervenire e prendere una decisione», ha fatto eco il presidente della Provincia Autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher». Anche la Romania deve vedersela con le aggressioni dei plantigradi. Dopo che un orso ha aggredito e ucciso un escursionista, il Parlamento romeno ha approvato per quest’anno l’abbattimento di oltre 400 orsi. Secondo il ministero dell’Ambiente, la Romania ospita la più grande popolazione di orsi bruni d’Europa al di fuori della Russia: 8.000 esemplari, con 26 persone uccise negli ultimi vent’anni e 274 quelle ferite gravemente. Dopo la morte di un escursionista diciannovenne, il primo ministro Marcel Ciolacu ha autorizzato l’abbattimento, fortemente criticato dalle opposizioni. Nell’equilibrio tra i due approcci, quello eccessivamente risolutivo e quello conservativo, si giocherà parte del futuro del turismo del Trentino.