2018-10-06
Extravergine, crolla la produzione. E la Tunisia c’invade col suo olio
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Il ministro dell'Agricoltura Gianmarco Centinaio pronto a bloccare il via libera dell'Europa alle importazioni senza dazi, ma il settore vive profonde contraddizioni. Il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo si vanta di aver firmato un accordo di filiera per valorizzare l'extravergine, ma ha dato via libera alla vendita di una miscela di oli italiani e stranieri mentre nel nostro Paese abbiamo 800.000 ettari di uliveti abbandonati che potrebbero raddoppiare la nostra produzione.Avete presente il governatore Pd della Puglia Michele Emiliano che fece scudo all'estirpazione degli ulivi colpiti dalla xilella? Ci ha ripensato quando le olive erano spacciate. Lo stesso Emiliano ce l'ha con il Tap il gasdotto che attraversa il Salento perché offende gli ulivi secolari. Ora considerate che avremo il 38% in meno di extravergine dalla raccolta appena iniziata.La Puglia che produce metà dell'olio italiano avrà un crollo del 58% perché la xilella si è mangiata gli ulivi salentini e il Burian ha seccato quelli di Andria. Ebbene i soli ulivi che in Salento si sono salvati sono quelli espiantati per far passare il gasdotto e poi rimessi a dimora. Così Emiliano diventa l'emblema delle contraddizioni dell'extravergine italiano. La Coldiretti che oggi a Roma al Villaggio contadino apre a partire dalle 9 al Circo Massimo il più grande mercato agricolo d'Europa (www.coldiretti.it), ha fornito i primi dati sulla produzione di olio. Ne faremo 265 milioni di chili, quasi il minimo storico. Restiamo secondi al mondo, ma la Spagna produrrà 1,5 miliardi di chili mentre tutto il bacino mediterraneo soffre pesanti cali. Il nostro però è il migliore del mondo: quest'anno ancora di più. Lo estraiamo da 500 differenti cultvar e da 250 milioni di ulivi. Eppure le aziende olearie per campare devono esportare perché in Italia il prezzo medio è basso a causa del dumping spagnolo.Il nostro olio lo vendiamo quasi tutto all'estero dove possono pagarlo e siccome ne consumiamo 1 miliardo di chili ne importiamo 800 milioni. Ecco il paradosso. Siamo diventati il primo mercato per molti paesi che producono oli di qualità inferiori. Se la Spagna c'invade - si è pure comprata gran parte dei nostri marchi più famosi - l'Italia grazie alle politiche dissennate dell'Europa è diventata il Bengodi per la Tunisia. Il neo ministro dell'Agricoltura Gianmarco Centinaio è già sulle barricate perché scaduta la moratoria sui dazi ora l'Europa con gran soddisfazione di Federica Mogherini, alto commissario alla politica estera in quota Pd da sempre fautrice di questi accordi, vuole addirittura triplicare la quantità di olio tunisino che arriva in Europa - cioè in Italia . senza dazio facendo dumping alle nostre aziende. La Coldiretti ieri ha dato una cifra: gli sbarchi di olio tunisino sono aumentati del 195% in un anno. Gianmarco Centinaio è pronto a bloccare i bilanci Ue sulla questione extravergine e ha ripetuto più volte: «Non accetteremo più che l'Europa usi le produzioni mediterranee come merce di scambio diplomatico«.Posizione condivisa dalla Coldiretti con il suo presidente Roberto Moncalvo che si vanta di avere firmato il più esteso e ricco accordo di filiera per valorizzare l'extravergine. Peccato che la stessa Coldiretti abbia dato via libera al progetto Italico che significa vendere una miscela di oli italiani e stranieri mentre in Italia abbiamo 800.000 ettari di uliveti abbandonati che potrebbero raddoppiare la nostra produzione. A condizione che ci fosse il giusto prezzo e che - per dire una - la legge che impone di vendere in bottiglie anti rabbocco venisse fatta rispettare. Ma meta dei ristoranti se ne frega. Tanto nessuno vigila, neppure sull'olio di carta. Ci sarebbero 100 milioni di chili di extravergine stoccati. Perché? Se esiste almeno sulla carta il gioco è fatto. Tutto si trasforma: basta un po' di olio di semi, un po' clorofilla e la crisi dell'extravergine scivola via. Liscia come l'olio.
(Ansa)
Il ministro Guido Crosetto in occasione dell'82°anniversario della difesa di Roma: «A me interessa che gli aiuti a Gaza possano arrivare, le medicine possano arrivare, la vita normale possa riprendere». Nonostante tutto, Crosetto ha ben chiaro come le due guerre più grandi - quella Ucraina e quella a Gaza - possano cessare rapidamente. «Io penso che la decisione di terminare i due conflitti sia nelle mani di due uomini: Putin e Netanyahu».