2019-10-16
Alla lotteria grillo-piddina si vincono solo gabelle
La manovra economica del governo Conte è una grande lotteria, dove ogni giorno vengono estratti a sorte nuovi provvedimenti. A differenza però delle riffe nazionali, a ogni misura estratta non corrisponde mai un vincitore, ma semmai una fregatura: l'ultima sono i sei euro di aumento all'anno promessi ai pensionati, mentre le tasse gliene toglieranno come minimo il triplo.Scriviamo mentre i numeri della cosiddetta Nadef, ovvero la nota di aggiornamento al documento di economia e finanza, sono appesi alle liti di governo. Infatti, ancora non si sa che cosa davvero verrà inviato a Bruxelles, perché ogni ora i numeri cambiano su pressione dei partiti. A momenti c'è chi vuole cancellare quota 100, cioè la finestra che permette di andare in pensione in anticipo a patto di avere determinati contributi e accettare un taglio dell'assegno previdenziale. In altri c'è chi promette mirabolanti sconti nel caso il contribuente si rassegni a pagare con la carta di credito o il bancomat. Nessuno ovviamente si prende la briga di spiegare quali saranno gli effetti pratici sulla vita degli italiani. Nel primo caso, cioè il rinvio della finestra di pensionamento, si tace sul fatto che persone con 35 anni di lavoro e contributi sulle spalle e 65 di età saranno costrette a lavorare per altri 24 mesi, perché non hanno raggiunto la soglia dettata dalla Fornero. Si tratta di una questione di equità, spiegano i soloni dell'economia che stanno dietro la scrivania e non in fabbrica. Lo facciamo per le nuove generazioni, aggiungono in coro i ragionieri della sinistra. Certo. Peccato che, mentre si nega a un sessantacinquenne che ha faticato una vita il diritto a ritirarsi, si consenta a molti giovani la possibilità di incassare un reddito di cittadinanza senza sporcarsi le mani con un lavoro.Nel caso delle misure per incentivare le carte di credito, si promette uno sconto a futura memoria, nel senso che per non creare cittadini di serie A e cittadini di serie B, il governo starebbe pensando a un parziale rimborso dell'Iva pagata durante l'anno: il famoso bonus Befana. Hai speso mille euro saldando il conto con Visa o American Express? A fine anno ti restituisco il 2 o l'1,5 per cento: totale 20 o 15 euro. Peccato che solo di commissione per avere la carta di credito si paghi di più, per non dire poi che in qualche caso ci potrebbe essere qualche negoziante che applica un sovrapprezzo e dunque il consumatore sarebbe cornuto e mazziato.Abbiamo citato un paio di incongruenze della manovra che si va delineando, ma altre fregature sono in agguato e, nonostante siano state smentite, sono pronte a passare all'incasso. Lasciamo perdere la rimodulazione dell'Iva, formula usata per nascondere un'operazione che punta ad aumentare l'imposta sul valore aggiunto. Negata dal governo e dallo stesso presidente del Consiglio, per ora rimane nell'ombra, pronta a rispuntare appena se ne presenterà l'occasione. Veniamo allora alla rimodulazione delle detrazioni fiscali. L'esecutivo ha intenzione di tagliare quelle a favore dei contribuenti che abbiano un reddito superiore ai 100.000 euro lordi l'anno. Insomma, per quel ceto medio che incassa 4.000 euro netti al mese, stop agli sgravi sulla dichiarazione dei redditi. Niente spese mediche oltre il 19 per cento, niente colf, asili o altro. Al massimo, solo la possibilità di dedurre le spese per la ristrutturazione della casa, ma ovviamente spalmandole su un periodo di dieci anni. Il risultato di questa brillante operazione, fatta a carico dei quei cittadini che guadagnando più di 100.000 euro lordi sono con la forza etichettati come ricchi, è che sul ceto medio aumenteranno le tasse, perché quelle che oggi non pagavano grazie alle detrazioni ora verranno pretese dal fisco.Non è finita. Ora abbiamo capito perché ci hanno sfondato le tasche con la storia di Greta e della lotta all'inquinamento. Nonostante gran parte della CO2 sia prodotta da Paesi non europei, ma da Cina, India e così via (una recente inchiesta del quotidiano inglese Guardian ha tracciato le 20 aziende più inquinanti del mondo e non ce n'è una italiana), l'esecutivo guidato da Giuseppe Conte si prepara a varare le tasse ecologiche, ovvero un prelievo su tutto ciò che a insindacabile giudizio di Palazzo Chigi faccia male all'ambiente e alla salute. Risultato dello Stato etico, si prepara la solita stangata sulle sigarette, sul diesel e sulla plastica, ovvero sui prodotti inquinanti. Certo, per fare una manovra che mettesse nel mirino il fumo e il carburante non serviva un governo verde, ma bastava Giulio Andreotti. Sarà per questo che ieri Conte si è recato nel feudo democristiano avellinese a celebrare un democristiano della prima Repubblica come Fiorentino Sullo? Probabile. Certo, un presidente del Consiglio che annunciò trionfante di aver trovato sotto il materasso di Palazzo Chigi 23 miliardi e ora vara la lotteria per battere l'evasione, più che per la Democrazia cristiana sembra pronto per Canzonissima. Che invece di Giuseppe Conte si tratti di Carlo Conti? Quest'ultimo ha un colorito bronzeo dovuto alla vita in spiaggia, l'altro…