2020-01-28
Alla fine Renzi vince la sua partita e piazza Ruffini a gestire il Fisco
Il numero uno di Italia viva riesce a far tornare alle Entrate l'uomo della Riscossione e a prendersi la rivincita su Matteo Salvini che lo aveva allontanato. Ne sbandiera l'appartenenza: «Arriva dalla Leopolda».Assente alla tornate elettorali in Emilia Romagna e Calabria, con un gruppo di poco più di 40 tra Parlamentari e senatori al seguito, il leader di Italia viva, Matteo Renzi, conquista con uno dei suoi fedelissimi l'Agenzia delle entrate. Come già anticipato nei mesi scorsi dalla Verità, infatti, Ernesto Maria Ruffini, ex numero uno dell'agenzia fiscale durante il governo di Paolo Gentiloni, è ritornato all'ovile. Se il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, lo aveva rimosso alla fine del 2018, quando governava con la Lega, ora ha deciso di rinominarlo ai vertici delle entrate. A deciderlo è stato ieri il consiglio dei ministri che anche indicato Antonio Agostini al Demanio e Marcello Minenna alle Dogane e Monopoli. La scorsa settimana i due nomi erano circolati all'inverso, e sul primo erano circolati diversi malumori, soprattutto per un altro azionista di questa maggioranza, ovvero Massimo D'Alema. Alla fine si è trovata una soluzione.Per Renzi si tratta di una vittoria, all'indomani di un voto in Emilia Romagna che lo ha visto fuori dai giochi rispetto al riscatto del Partito democratico di Nicola Zingaretti: l'ex segretario dem aveva deciso di non partecipare con il simbolo del nuovo partito che secondo i sondaggi si attesterebbe intorno al 4%. Proprio Renzi ha salutato l'arrivo di Ruffini su twitter: «Il ritorno di Ernesto Maria Ruffini alla guida dell'Agenzia delle entrate è un'ottima notizia. Dalla Leopolda all'esperienza coi nostri governi Ernesto è stato decisivo nella costruzione di un fisco amico e innovativo. Bene così! Buon lavoro». La nomina di Ruffini riguarda soprattutto il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri. Del resto l'avvocato tributarista dovrà gestire il braccio operativo del Mef in una fase calda per la lotta all'evasione fiscale. Il renziano è stato uno degli architetti della fatturazione elettronica, ora gli toccherà lavorare anche sulla nuova normativa sui pagamenti tracciabili o sulle cosiddetta lotteria degli scontrini. Al Mef c'è chi sostiene che quella di Ruffini sia stata una rivincita proprio contro la Lega di Salvini che lo aveva eliminato alla fine del 2018 in accordo con Conte e i 5 stelle che ora invece riabbracciano lo riaccolgono a braccia aperte. In sostanza, Renzi affonda una zampata importante, a pochi mesi dall'inizio della grande battaglia sulle nomine pubbliche quando dovranno essere rinnovati i consigli di amministrazione di Eni, Leonardo, Poste e Enel.L'arrivo di Minenna ai Monopoli e Dogane, è di sicuro interesse per il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, dimessosi da leader politico dei grillini la settimana scorsa. L'ex assessore indipendente della giunta di Virginia Raggi a Roma, dirigente Consob, era stato accostato al Demanio, anche perché molto attivo sulla materia con diversi articoli sul Sole 24 Ore. Ora invece dovrà lavorare spalla a spalla proprio con la Farnesina, su dossier delicati come quello dei dazi, del Made in Italy e della Via della Seta, ovvero gli accordi commerciali con la Cina. Nonostante il dirigente non sia allineato Di Maio lo aveva candidato alla presidenza della Consob senza successo, perché al suo posto fu scelto l'ex ministero degli Affari Europei, Paolo Savona. Sempre l'ex leader dei 5 stelle lo aveva scelto per la giunta Raggi salvo che poi Minenna decise di andarsene in polemica, spiegando in un post di aver «sentito il dovere di rassegnare le dimissioni dall'incarico affidatomi quando ho percepito quello che definirei eufemisticamente un “deficit di trasparenza" nella gestione della procedura di revoca di quella delicatissima e nevralgica figura amministrativa del capo di Gabinetto, vero garante della legalità e trasparenza nella tecnomacchina comunale». Con la benedizione di Dario Franceschini, al Demanio, infine, va Agostini, già dirigente del ministero dell'Ambiente, funzionario statale con ruoli delicati sul fronte della sicurezza dell'Agenzia spaziale italiana e al Cipe. Agostini è molto vicino a D'Alema, ma vanta apprezzamenti a 360 gradi, anche tra il Giglio magico, tanto che il suo nome era circolato in accoppiata a quello di Marco Carrai quando nel 2015 l'ex sindaco di Firenze aprì un dossier su Telecom Sparkle.