2019-04-19
Alla fine il governo sblocca i cantieri e commissaria la sanità calabrese
Da Reggio Calabria il Consiglio dei ministri approva il decreto per le opere pubbliche. E riporta a Roma il controllo del servizio sanitario della Regione. Il ministro Giulia Grillo: «Mettiamo fine all'emergenza».Arriva da Reggio Calabria il via al decreto Sblocca cantieri, che sarà oggi in Gazzetta Ufficiale. L'incontro a quattrocchi, di qualche giorno fa, tra il premier, Giuseppe Conte, e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è servito a sveltire l'iter di un decreto approvato un mese fa con la formula «salvo intese». «I giornali hanno parlato di una sollecitazione veemente del presidente della Repubblica per il ritardo sul decreto, nulla assolutamente di vero. Nessuno scontro con Mattarella», ci ha tenuto a precisare Conte al termine del Consiglio dei ministri. «Con lui c'è un rapporto eccellente e rispettoso dei ruoli, di grande collaborazione. Il presidente mi ha invitato a riportare il decreto in Consiglio dei ministri per un ulteriore passaggio formale. C'erano disposizioni in sospeso e abbiamo portato oggi in Cdm il decreto per un passaggio formale che completasse l'iter. Abbiamo recuperato sui tempi, infatti, essendoci già la bollinatura, già domani (oggi, ndr) sarà in Gazzetta Ufficiale».Per il governo, il secondo Consiglio dei ministri lontano da Roma (il primo fu a Genova dopo il crollo del ponte Morandi), ha avuto un forte valore simbolico perché è stato dato l'ok a un decreto di misure concrete che per il premier «potranno dare risultati a questo territorio».Nello Sblocca cantieri, che servirà a velocizzare la realizzazione delle opere pubbliche, ci sono le regole del codice sul subappalto, sulla progettazione semplificata per le manutenzioni, sul contenimento dei massimi ribassi in gara, sull'esclusione delle offerte anomale e sull'eliminazione del sorteggio per individuare le imprese da invitare in gara. Previste anche le norme per le aree terremotate e per quelle in crisi e maggiori poteri ai commissari straordinari aree in crisi.La riunione straordinaria nella prefettura del capoluogo calabrese, ha dato poi l'ok all'unanimità anche al dl sulla sanità, definito «decreto Calabria». «Restituiamo ai cittadini di questa regione un diritto per troppo tempo negato, quello alla salute. E continuiamo a lavorare per ripristinare legalità, efficienza, merito e trasparenza nel mondo della sanità pubblica», ha detto Conte, che ha poi rassicurato: «Con la riforma dell'autonomia differenziata non ci sarà alcun nocumento per le regioni del Sud». Il decreto, voluto dal ministro Giulia Grillo, toglie la competenza sulla sanità alla Regione Calabria che, seppur sottoposta a un piano di rientro da dieci anni e commissariata da nove, manteneva comunque la responsabilità politica della gestione di Asl, ospedali e strutture sanitarie territoriali. È la prima volta che accade dall'avvento del Servizio sanitario nazionale e ora sarà il governo nazionale attraverso i suoi commissari a prendere in mano tutta la sanità calabrese: dagli ospedali al personale, dall'assistenza farmaceutica alla prevenzione, e ovviamente alla nomina dei manager sanitari che dovranno portare avanti le direttive governative. Come spiegato dalla Grillo, «con il decreto sono stati finalizzati 168 milioni per innalzare i Lea (Livelli essenziali di assistenza, ndr) e si potrà intervenire sui dirigenti che non fanno bene il loro lavoro». Poi la Grillo si è rivolta direttamente al presidente, Mario Oliverio, che ha contestato il provvedimento: «Lo dico al presidente della Regione Calabria, che ha detto che il ministro opera extracostituzione, e agli altri presidenti: il ministro fa il suo compito nei solchi della Costituzione, che prevede che il ministro garantisca i Lea su tutto il territorio nazionale. Tutto quello che faccio è nel solco della Costituzione, per questo abbiamo fatto un decreto legge temporaneo». Da parte sua Oliverio è già pronto a impugnare davanti alla Corte Costituzionale il decreto e spiega che «una prima decisione la Consulta la darà a luglio e riguarda i due super commissari nominati dal Consiglio dei ministri nelle scorse settimane». Con questo decreto, secondo il governatore del Pd, «rafforzano un'esperienza fallimentare. Non è vero, come dice la ministra - che evidentemente non è stata informata o è stata informata male - che negli ultimi dieci anni la gestione della sanità è stata in capo alla Regione. C'erano già i commissari e dalla fine del 2014 hanno controllato tutto persone nominate dal governo». Non solo. «Nel 2010 i calabresi che andavano a curarsi fuori costavano alle casse regionali 200 milioni, adesso la cifra è salita a 320», dice Oliverio chiedendo che, visto il fallimento del commissariamento, il controllo della situazione «torni all'amministrazione locale».Il premier Conte ha assicurato, inoltre, che il decreto Crescita arriverà nel Cdm convocato per martedi prossimo: «Si tratta di un ulteriore passaggio formale per definire tutte le questioni. Nessun dissidio politico, piuttosto una discussione diffusa per trovare una giusta formulazione delle norme perché volevamo un decreto che sia veramente utile alla crescita del Paese. Così lo abbia arricchito ancora e col passaggio in Consiglio dei ministri potremo avere la pubblicazione a fine aprile in Gazzetta Ufficiale».