2024-05-06
«Ho combattuto i rossi una vita ma i verdi sono molto peggio»
Alessandra Muassolini (Ansa)
Alessandra Mussolini, che si ricandida all'Europarlamento con Forza Italia: «Vanno fermati, mettono a rischio le nostre proprietà, a partire dalla casa. Con la Russia si trovi un accordo».«Dopo una vita passata a combattere i “rossi”, adesso vado in Europa a fare lo spauracchio dei “verdi”. Che sono molto peggio. Ma vi rendete conto dei disastri che ha combinato Timmermans? Bisogna fermarli ad ogni costo, ci hanno messo in ginocchio».Alessandra Mussolini raddoppia. Alle Europee è candidata con Forza Italia sia al Centro che al Sud. E punta alla riconferma, dopo essere subentrata nell’ultima legislatura ad Antonio Tajani, poi diventato vicepremier.I partiti del centrodestra europeo sono in crescita. Dopo le Europee, potremo dire che l’ecologismo folle che abbiamo visto in questi anni è arrivato al capolinea?«La mia non è solo una battaglia contro l’ambientalismo isterico, ma soprattutto una battaglia in difesa della proprietà. Oggi vogliono smembrare la proprietà degli italiani, a cominciare dalla casa. E poi è un attacco folle all’imprenditoria, caricata di costi eccessivi: e alla fine della catena, chi paga? Il consumatore».E come pensa di arginare la deriva green?«Combattendo, e restando nel partito giusto. Perché solo noi di Forza Italia, che stiamo nel Ppe, contiamo qualcosa. Gli altri non contano niente».Gli altri? Parla dei suoi alleati?«Mi spiace, ma se Fratelli d’Italia deve far approvare qualcosa in Europa, deve passare comunque da noi. Stesso dicasi per la Lega. I sondaggi non hanno importanza. E non è colpa nostra se i nostri alleati hanno scelto raggruppamenti che contano poco e niente».Dunque è un appello al voto utile, il suo?«Voto utile ma anche voto efficace. Diciamo che, se non era per noi, ci saremmo tenuti le leggi sulle case green, partorite dalla sinistra ideologica».Però il Ppe probabilmente si accorderà con i socialisti.«Per forza, in Europa tutto funziona diversamente, non governi mica da solo. Certe dinamiche vanno comprese. Però stando nel Ppe io posso trattare da una posizione di forza: l’abbiamo già fatto modificando le regole sul packaging per le aziende, sul vino, sul made in Italy».E però lei resta una figura controcorrente, soprattutto per le sue campagne sui diritti civili.«Io controcorrente lo sono sempre stata, e il mio partito mi garantisce la libertà di farlo. E anzitutto resto il primo difensore delle donne. Ma non a parole, come fanno tutti».E come?«La sinistra si attacca alle parole, alle vocali, al politicamente corretto: io dico che la cosa più importante per le donne è l’indipendenza economica. Il resto sono chiacchiere, è pieno di gente che fa battaglie inutili».Quindi non è una questione di principio, ma di concretezza…«Una donna, anche single, riesce ad esercitare i suoi diritti solo se è autonoma, cioè se ha la possibilità di mantenersi e avere uno stipendio congruo. Non ci servono le quote rosa: dateci lo stipendio rosa e facciamola finita».E sulle minoranze Lgbt? Anche in quel campo ha sviluppato una spiccata sensibilità.«Io nasco scorretta, fin da quando portai avanti la legge sulla procreazione assistita, mettendomi contro il mondo cattolico estremista. Casomai sono gli altri che sono pavidi».E quindi qual è la sua linea?«Paghi le tasse? E allora i diritti ce li hai. C’è poco da fare. Sui diritti ho incassato più successi io in Europa che tutta la sinistra messa insieme, lo sa?».Addirittura?«Per dire, ho combattuto contro l’obbligo di inserire il genere nei documenti. Quando dovevano farmi il passaporto di servizio e mi hanno chiesto se sono maschio o femmina, ho detto: “Mettete una x, altrimenti il passaporto non lo voglio”. Alla fine ho vinto io: sul documento è molto più importante avere scritto il gruppo sanguigno». Chissà dinanzi a queste considerazioni cosa penserebbe il generale Vann…«Altolà, lui neanche lo voglio nominare. Non voglio fargli pubblicità».Come sarebbe?«Per me le forze armate e le forze dell’ordine sono sacre, però certe figure in divisa che scendono in politica non le approvo: vogliamo chiamarla “insubordinazione”? Benissimo. Nella vita sono sempre stata insubordinata».Resta il fatto che Vannacci è uno dei protagonisti indiscussi di questa campagna elettorale. Il suo libro va a ruba, e potrebbe essere la rivelazione di queste elezioni. Come la vede?«La verità è che Salvini si è nascosto dietro di lui, e ci sono disaccordi nel suo stesso partito. Non so quanto ne beneficeranno a livello elettorale».Detto questo?«Detto questo, possiamo arruolare tutti i generali, i colonnelli, i caporali che vogliamo: ma se non lavori in un gruppo forte non vai da nessuna parte».Sta dicendo che Vannacci è un generale senza esercito?«Anche un generale non vale nulla senza un gruppo parlamentare potente alle spalle. E io dico che in Europa finirà in minoranza». Dopo il caso Scurati per il 25 aprile, è tornato a suonare l’allarme democratico. Le posso chiedere se lei si definirebbe antifascista?«Non posso parlare di cose che fanno parte della storia della mia famiglia. Qualcuno vuole farci credere che siamo tornati nel 1940, e ovviamente non è così. L’antifascismo è diventato un trucco per nascondere il vuoto di idee».Nel nome della Resistenza si cerca, talvolta, di sabotare convegni e presentazioni di libri. Anche lei crede esista un fascismo degli antifascisti?«Non ho interesse a parlare di questa storia. Alla gente interessa del mutuo, delle bollette, dei prezzi, di far finire la guerra».Intanto Macron torna a ipotizzare l’invio di truppe, e Tajani torna ad escludere. Persino sulla guerra lei ha posizioni tutte sue.«Capisco che dobbiamo stare nella Nato, e adeguarci alle alleanze internazionali, il nostro schieramento è quello. Ma io voglio la pace e non la guerra».Questo cosa significa? Tutti vogliono la pace. O no?«Non mi dovete parlare di armamenti. Non concepisco un’Europa che rifornisce di armi altri Paesi. L’Europa è nata per il commercio, per l’economia, non per fare la guerra. Insistere sulla linea militare è un modo per snaturarla».E la difesa comune europea? La Commissione Ue lancia un piano industriale ambizioso in materia militare e si parla di spese nazionali sempre più alte per garantire la sicurezza.«La difesa comune può anche esserci, ma in generale si parla troppo poco di diplomazia e troppo spesso di armi, di missili e di aerei. Bisogna mettere in modo qualsiasi meccanismo che favorisca la pace».Con la Russia bisogna tornare ad avere rapporti?«Noi non possiamo stare su troppi fronti. C’è tanto commercio italiano che dalla Russia deve comunque passare. Ho votato sempre a favore dell’Ucraina, mi sono sempre adeguata, ma se continua così ci impoveriamo tutti».Dunque?«Dunque dobbiamo anche essere pragmatici. Non abbiamo energia, non abbiamo materie prime, non abbiamo miniere. Dipendiamo da altri. Bisogna necessariamente trovare un accordo: non possiamo metterci contro tutti. C’è chi parla di pace giusta e pace sbagliata? Io dico che c’è la pace e basta».All’Università di Milano salta un convegno su Israele. La questura parla di un altissimo rischio di incidenti. Che effetto le fanno le contestazioni pro Palestina?«Io alle contestazioni spontanee non ci credo. Soprattutto sotto elezioni. Datemi retta: è tutta gente manovrata».Lei sa che su molti temi è in contrasto con la linea di partito?«E certo. Ma anche questo è un segnale di libertà, di apertura e di inclusività. Posso rivendicare il diritto di dire a tutti: “Vota Mussolini”. Le pare poco?».Siete aperti anche nei confronti di Renzi e Calenda? I primi esperimenti a livello regionale hanno funzionato. Vede la possibilità di una collaborazione duratura?«Io dico che c’è bisogno di un centro rassicurante. E Forza Italia può accogliere tutti. La politica ormai si fa sui temi, non sulle persone. In passato ci sono state campagne elettorali dove si facevano accordi anche tra destra e Rifondazione Comunista…».Quindi ben venga l’allargamento del fronte moderato?«Bisogna avere il buon senso di trovare la quadra e fare gli accordi necessari. Alle Europee c’è il proporzionale e siamo tutti contro tutti, ma in futuro ci saranno tante possibilità per allargarsi ad altri partiti, perlomeno su certe tematiche».Quindi Mussolini è a favore del leggendario grande centro?«Sì, siamo noi il grande centro. Siamo i catalizzatori del centro politico. Attiriamo tutti. Anche io, con il cognome che porto, oggi ho la libertà di dire ciò che voglio, anche se è scomodo. Più inclusivi di così…».
Little Tony con la figlia in una foto d'archivio (Getty Images). Nel riquadro, Cristiana Ciacci in una immagine recente
«Las Muertas» (Netflix)
Disponibile dal 10 settembre, Las Muertas ricostruisce in sei episodi la vicenda delle Las Poquianchis, quattro donne che tra il 1945 e il 1964 gestirono un bordello di coercizione e morte, trasformato dalla serie in una narrazione romanzata.