2021-01-11
Alessandra Ghisleri: «Centrodestra sempre in vantaggio»
Alessandra Ghisleri (Ansa)
La sondaggista: «Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia tra 47 e 48%. Renzi non guadagna consensi con la crisi. Sul governo il giudizio resta negativo perché per la gente è impossibile programmare il futuro immediato».Alessandra Ghisleri, sondaggista direttrice di Euromedia Research, ogni giorno l'Italia si sveglia con un colore diverso.«È un po' come scegliere i vestiti…».Che cosa pensano gli italiani di questo guardaroba imposto?«In realtà, dopo i fatti di Washington noi abbiamo dovuto rielaborare le rilevazioni che stavamo facendo».L'assalto al Campidoglio ha effetti anche su Palazzo Chigi?«Lo vogliamo verificare. Bisogna capire se gli italiani hanno compreso quanto è successo negli Stati Uniti, se si sentono toccati o se non vedono nessuna connessione tra gli eventi oltreoceano e i partiti italiani che in questi quattro anni hanno avuto come riferimento Trump».La settimana prima che cosa vedevate?«Non avevamo grande variazioni, a parte una certa spinta in avanti di Forza Italia».Dettata da cosa?«Perché esprime una posizione moderata. Il nostro è un Paese che rifugge gli estremismi». E questa repulsione degli estremismi è una caratteristica che rimane?«È una forte caratteristica che rimane nella maggioranza della popolazione».Ma gli scontri di Washington sono un'incognita.«La più bella battuta l'ho letta su Twitter: “Gli americani a furia di esportare democrazia ne sono rimasti sprovvisti". Io sono cresciuta con il mito americano, da adolescenti il primo viaggio che desideravi fare con gli amici erano le mete Usa: New York, Los Angeles, Miami, San Francisco... Il sogno americano. Diciamo che di fronte a quelle immagini il sogno è andato in frantumi».Gli italiani non sono mai andati all'assalto del Parlamento.«La maggioranza degli italiani non è estremista e non desidera essere sobillata. Preferisce i percorsi chiari e meno turbolenti».Vale anche per le zone colorate che cambiano ogni 2 giorni?«A maggior ragione. Il giudizio sul governo è sempre molto severo perché è diventato impossibile poter pianificare le proprie giornate. Le famiglie non riescono a progettare nulla a causa di questo “stop and go" che impedisce di avere una vita non dico normale, ma almeno programmabile. Dalla scuola, alle aperture dei negozi, alla mobilità sul territorio tutto segue le indicazioni delle istituzioni che arrivano “day by day" e spesso a ridosso dell'applicazione delle stesse».Ci trovavamo meglio in isolamento totale piuttosto che nel rincorrere un cambio di colore?«Sì. La scorsa primavera c'era il sole, si andava verso la bella stagione, si conoscevano poco i risvolti del virus ed eravamo convinti che chiudendoci in casa avremmo sconfitto il Covid».«Andrà tutto bene».«Adesso sappiamo che non è andata così. Il contagio è ripreso, siamo arrivati impreparati all'apertura delle scuole, c'è stata molta distrazione e ci stiamo accorgendo che anche nazioni come la Germania o la Gran Bretagna devono affrontare problematiche analoghe alle nostre, se non peggiori. A fronte di tutto questo, un po' si è persa la fiducia, un po' non si sa che pesci pigliare».Come giudicano gli italiani questo rischio di crisi?«I cittadini non capiscono le ragioni della crisi, se essa sia effettivamente dettata dalla possibilità di accedere ai fondi europei che potrebbero cambiare il nostro futuro, oppure ad altri fattori. È difficile riuscire a comprendere una crisi politica quando le aziende sono chiuse, i licenziamenti sono alle porte e tante famiglie non riescono più a fare quadrare i conti. Moltissime persone comunemente inquadrate in epoca pre Covid nel cosiddetto ceto medio, che hanno sempre vissuto discretamente, ora si ritrovano in grande difficoltà perché la loro attività o impresa è in crisi e non sanno quando e come andare avanti».Matteo Renzi è un incompreso?«È in una posizione che va ancora spiegata bene alla gente. Non è chiaro perché si rischia la crisi: per il bene dei cittadini o per il bene di qualcun altro? Renzi parla alla politica, ma non in maniera chiara alla gente. In Italia c'è una politica dentro il Palazzo e una fuori. Nella prima, Matteo Renzi è in netto vantaggio perché tiene le redini di un governo nel quale può fare il buono e il cattivo tempo».E fuori dal Palazzo come è visto?«Il popolo è stranito da quello che sta accadendo. Il Paese è in forte difficoltà e si parla di ministri e rimpasti. Gli italiani seguono l'informazione attraverso la televisione, ma non tutti sono assidui lettori dei retroscena della politica. Credo che Renzi e i suoi abbiano la necessità di spiegare quello che sta accadendo per non confondere gli elettori e non far cadere nel grande dubbio che sia solamente una crisi dettata da logiche di potere e di posizione».Lei quindi nei suoi sondaggi non vede un Renzi che guadagna consenso.«No, anzi. L'incognita di Renzi è che, se si andasse a votare con questa legge elettorale, il suo partito potrebbe non raggiungere la soglia di sbarramento del 3%. Per mantenere una rappresentanza in Parlamento dovrebbe trovare degli alleati».Non si direbbe che Giuseppe Conte si stia spiegando meglio di Italia Viva.«La situazione è complicatissima anche per lui. Pure Conte ha la necessità di spiegare agli italiani che cosa sta facendo, quali sono i piani e i programmi per il futuro. Lui è sempre sotto pressione, tuttavia la sua comunicazione è spesso contraddittoria. Da una parte ci sono i numeri della pandemia, che nonostante le restrizioni sono in costante aumento. Allo stesso tempo, le famiglie continuano a essere spaesate non capendo, nella giungla dei colori, che cosa possono o non possono fare. Questo è un tema veramente serio, perché le persone non solo spesso non comprendono, ma sono stanche di vivere nell'incertezza».Nella confusione comunicativa delle zone colorate ognuno fa quello che gli pare?«Più che altro, ognuno interpreta a modo suo, come riesce. Le disposizioni sono tante, e variano da regione a regione e di giorno in giorno. Non è che tutti sono pronti con la penna in mano a segnarsi le indicazioni. In questo modo, la vita quotidiana si complica ogni giorno che passa».Come valuta la predisposizione degli italiani verso i vaccini?«I favorevoli sono in crescita rispetto a prima che partisse la campagna di immunizzazione».A che cosa lo si deve?«Il vaccino sta dimostrando di non avere controindicazioni, di essere molto tollerabile e di avere la fiducia di personaggi pubblici che vi si sono sottoposti anche dopo uno scetticismo iniziale. Molti dubbi stanno venendo meno, è un dato che rileviamo». C'è sempre una fascia di popolazione che rimane scettica.«Sì, circa un quarto degli italiani. Però gli esperti dicono che l'immunità di gregge si raggiungerà quando sarà vaccinato il 70% degli italiani, quindi, forse, potrebbe essere tollerata anche questa fetta».È comunque un fronte molto più vasto dei tradizionali No vax.«Rimane confusa la programmazione di quella che dovrebbe essere la vita sociale di tutti noi. Quello è ancora un punto interrogativo».Non ci hanno ancora detto se dopo la vaccinazione potremo avere maggiore libertà oppure no.«Appunto. Dovremo restare isolati? Ci sarà un certificato per muoverci liberamente? O un'autocertificazione? È un altro degli elementi che impediscono alle famiglie di programmare il proprio futuro».Lei si vaccinerà?«Porto ancora la cicatrice del vaccino contro il vaiolo. È un valore, un simbolo che mi ha permesso di viaggiare in tutto il mondo in epoca prepandemica e di essere immune».Il centrodestra è sempre maggioranza nel Paese?«Il primo partito, con il 33%, rimane l'astensione indotta dall'incertezza e dai dubbi. Questa pandemia non è un problema di colore politico, ma di gestione. Il governo ha vari colori politici e una sua gestione dell'emergenza, mentre la ricetta dell'opposizione è meno nota».Ma questo fa guadagnare consensi alla maggioranza o no?«Il centrodestra è tra il 47 e il 48%, mentre l'area governativa tra il 40 e il 41».Nel dettaglio?«La Lega ha quasi il 25%, Fratelli d'Italia viaggia tra il 15 e il 16% mentre Forza Italia tra il 7 e l'8%».Invece la coalizione di governo?«Il Pd è al 20-21%, al 14-15% i 5 stelle, Renzi un po' sotto il 3 e poi ci sono i partiti più piccoli come Azione, Liberi e uguali, Federazione dei verdi eccetera».I grillini sempre con il passo del gambero?«Il calo è costante anche perché sono senza leader. Di Maio è molto silenzioso, Crimi è un commissario e non un frontman, Grillo compare per poi defilarsi così come Di Battista».Il numero di indecisi è così consistente perché siamo lontani da elezioni?«Generalmente gli incerti sono destinati a ridursi con l'avvicinarsi delle urne, però in momenti di crisi come questa gli indecisi si muovono davanti a una risposta effettiva, più che per un'appartenenza politica. Negli ultimi anni il voto è diventato molto volatile, gli spostamenti dell'elettorato sono frequenti anche tra partiti vicini ma di schieramenti diversi. Sono movimenti determinati dalle risposte che i partiti e i leader offrono al loro elettorato».Possiamo dire che gli indecisi siano persone che stanno alla finestra a vedere che cosa viene loro proposto?«Il problema non è più scegliere tizio o caio, ma ascoltare quali sono le loro proposte, anche se non nascondono la loro stanchezza nei confronti di promesse disattese».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)