2024-12-02
Aleppo ai jihadisti, Putin bombarda
Ucciso nei raid russi il capo dei ribelli sunniti. Antonio Tajani: «Colpito un collegio francescano». Almeno 410 morti dall’inizio dell’offensiva. E Hezbollah pensa a come soccorrere Assad.La città di Aleppo, nel Nord della Siria, è interamente fuori dal controllo del regime di Bashar al-Assad per la prima volta dall’inizio del conflitto nel Paese nel 2012. Lo riferiscono gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani. I jihadisti di Hayat Tahrir al-Sham (Hts) e le fazioni ribelli alleate «controllano la città di Aleppo, eccetto i quartieri controllati dalle forze curde», ha fatto sapere all’Afp Rami Abdel Rahman, capo dell’Osservatorio siriano per i diritti umani. Rahman ha anche reso noto che almeno 412 persone, di cui 61 civili, sono state uccise da quando gli islamisti hanno lanciato l’offensiva contro Assad mercoledì scorso. Il presidente siriano, tornato dal viaggio a Mosca dove ha visto Vladimir Putin, ha promesso durante una telefonata con un funzionario dell’Abkhazia «di usare la forza per sradicare il terrorismo». Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa ufficiale siriana Sana, il Assad ha aggiunto che «il terrorismo comprende solo il linguaggio della forza, ed è con questo linguaggio che lo spezzeremo e lo elimineremo, indipendentemente dai suoi sostenitori e sponsor». A sostenere il regime di Damasco c’è l’Iran, oltre alla Russia che ieri mattina ha intensificato i raid aerei contro i jihadisti e i ribelli che stanno avanzando senza incontrare resistenza o quasi. Da Damasco, dove ha incontrato Assad, il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi ha afffermato che «l’Iran appoggerà con forza il governo e l’esercito siriani contro i gruppi terroristici». Per tutta la giornata si sono rincorse voci sulla sorte del saudita Abu Muhammad al-Jolani, noto anche come Abu Muhammad al-Golani e Muhammad al-Julani, vero nome Ahmed al-Sharaa, capo di Hts, la formazione di jihadisti sunniti che hanno attaccato in Siria. Ma secondo un post pubblicato su X dal governo libanese, al-Sharaa sarebbe stato ucciso in un raid aereo russo a Idlib, in Siria. Mentre scriviamo, la morte del leader di Hts non è ancora confermata, ma se lo fosse per il gruppo jihadista sarebbe un colpo durissimo perché l’astuto al-Sharaa è il leader politico e militare del gruppo fin dalla sua formazione e ha compiuto sforzi per convincere gli osservatori occidentali che la sua organizzazione non rappresentava una minaccia per l’Occidente. Sabato sera a Tel Aviv si è tenuta una riunione dedicata alla crisi siriana. Durante l’incontro, i responsabili dell’intelligence israeliana hanno informato Benjamin Netanyahu che «le infrastrutture iraniane in Siria sono state gravemente danneggiate e molte di esse sono state catturate dai ribelli». Secondo le stesse fonti, l’attenzione di Hezbollah potrebbe ora spostarsi sulla Siria per sostenere il regime di Assad. Gli analisti dell’intelligence israeliana hanno inoltre sottolineato che questo scenario potrebbe favorire il rispetto del cessate il fuoco tra Israele e Libano. Tuttavia, durante la riunione è stato spiegato a Netanyahu che «il crollo del regime di Assad creerebbe un caos, con potenziali minacce militari per Israele». Infine, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a margine dell’Assemblea nazionale del partito Noi moderati a Roma si detto preoccupato per l’evolversi della situazione: «Se continua la guerra civile rischiamo di vedere ripetersi quello che è successo qualche anno fa, quando milioni di siriani si spostarono dal Paese. Una situazione da tenere sotto controllo, soprattutto sul lato migratorio». Poi Tajani ha reso noto che «il collegio francescano Terra Sancta di Aleppo è stato colpito da un attacco russo che ha causato gravi danni». «Faccio appello a tutte le parti in conflitto in Siria perché sia tutelata la popolazione civile», ha concluso. La Farnesina, inoltre, chiede a Mosca di evitare raid su istituti religiosi.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)