2019-02-06
Alarm phone, il «telefono amico» che indirizza gli immigrati in Italia
Esiste un numero di centralino gestito dagli «estremisti dell'accoglienza». Si chiama da un satellitare e si viene raggiunti dai soccorsi inviati da chi sostiene che bisogna «abbattere i confini della fortezza Europa».Esiste una sorta di numero magico, una specie di telefono amico anche dei trafficanti di uomini. Un centralino dei migranti attivato dagli «estremisti dell'accoglienza», che si può chiamare per dare l'allarme su qualsiasi gommone partito dalla Libia per farlo recuperare. Chi sia a chiamare non ha importanza, possono essere pure gli scafisti, la risposta non si rifiuta a nessuno. Basta un telefono cellulare e comporre il +33 4 86517161 ed ecco gli «estremisti dell'accoglienza» si mobilitano. Si tratta di una rete di attivisti convinti che bisogna «abbattere i confini della fortezza Europa» per fare entrare tutti senza distinzioni. Perché il concetto che sta alla base di quello che vorrebbe passare come aiuto umanitario è che «i trafficanti di esseri umani esistono solo a causa e fino a quando esistono regimi di frontiera che impediscono ai rifugiati e ai migranti di entrare legalmente nei Paesi e li costringe invece su rotte segrete, costose e pericolose». In pratica è colpa dell'Europa. L'anno scorso il centralino ha risposto a 666 chiamate dai barconi. I 47 migranti di Sea Watch 3, ultima vicenda a scatenare un caso europeo, sono stati individuati in mezzo al mare proprio grazie al numero magico.Si chiama Alarm phone e a raccontarne genesi e imprese è Fausto Biloslavo nel numero di Panorama da oggi in edicola. Il settimanale riporta che quelli che rispondono alle chiamate sono in gran parte «volontari già attivi per anni in reti come Welcome Europe, Borderline Europe, Noborder Marocco e Watch The Med», o almeno così si legge sul sito del centralino. La prima ha uno slogan che non lascia dubbi: «Libertà di movimento (…) per rifugiati e migranti che vengono in Europa». Borderline Europe dice di sé: «Offre resistenza civile contro le politiche migratorie europee dal 2007». Alarm phone dà anche contatti per assistenza legale, sanitaria, economica ai nuovi arrivati in tutti i Paesi europei. In Italia si va dagli ambulatori di Emergency all'Associazione interculturale Arci «Todo cambia» di Milano fino ai Centri antirazzismo. «Il centralino», scrive Panorama, «ha preso spunto da personaggi del nostro Paese come il sacerdote eritreo don Mussie Zerai, finito sotto indagine per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina dalla procura di Trapani, e Nawal Soufi, soprannominata Lady Sos, che si sono sempre vantati di avere aiutato via telefono migliaia di persone a sbarcare in Italia. Fra gli operatori che rispondono alle chiamate ad Alarm phone ci sono anche un afghano, un curdo, un eritreo e altri che sono arrivati via mare. I centralinisti sono guidati da Marion Bayerm, un'attivista di 38 anni, che vive ad Hanau, in Germania, e “ha preso parte fin da adolescente ai movimenti antirazzisti"».Nato nel 2014, Alarm phone conta su un centinaio di attivisti che rispondono a un numero francese, ma in realtà sono collegati via Skype soprattutto dalla Germania, da altri Paesi e da Chicago.Chi paga? Gli attivisti al telefono giurano di sostenersi con donazioni private, ma «l'organizzazione sorella», Watch the Med, si è sviluppata grazie a una campagna fondi che ha coinvolto anche l'Arci in Italia. «Un numero contro la Fortezza Europa, un numero per evitare ancora morti nel Mediterraneo», scrivono i partecipanti al progetto, «un numero di emergenza che nasce dalla volontà di fare qualcosa di concreto per salvare le vite dei migranti e di coloro che vengono respinti alle frontiere europee».Insomma, un'operazione umanitaria, non fosse per i tanti dubbi che non trovano risposta e che vengono elencati nel servizio del settimanale. Che riporta ad esempio quanto avvenuto il 20 gennaio scorso, «ennesimo caso in cui Alarm phone è rimasta coinvolta: un gommone al largo della Libia, che sembrava dovesse affondare da un momento all'altro. In realtà, la foto scattata da un aereo militare della missione navale europea Sophia dimostra che il natante non stava “imbarcando acqua" come denunciato da Alarm phone. Il centralino dei migranti era in contatto con un satellitare Thuraya nella mani di un africano con un pesante giubbotto rosso, al timone del gommone. Il sospetto scafista è stato segnalato da Sophia alla polizia italiana». Per il telefono satellitare Thuraya di solito viene consegnato proprio allo scafista. I normali cellulari non hanno campo a 30 miglia dalla costa. E quando il credito del Thuraya si esaurisce, è lo stesso centralino dei migranti a ricaricarlo online. Non mancano i mezzi. E non soltanto economici. Nell'emergenza Sea Watch 3, Alarm phone ha pure attivato Moonbird, un piccolo aereo di ricognizione dei Piloti umanitari svizzeri, che continuano a fare base a Malta. È stato il velivolo a indirizzare Sea Watch 3 al gommone dei 47 naufraghi per condurli verso l'Italia. Conclude Panorama: «Per il 2019 il centralino dei migranti è pronto a dare battaglia assieme alle navi delle Ong superstiti (da 12 del 2017 a tre). La nuova alleanza si chiamerà United4 Med e i tedeschi di Sea Watch hanno stilato un manifesto di lotta e di sbarchi».