
La due giorni indonesiana cade in una settimana piena di verdetti economici. A preoccupare le potenze del mondo gli approvvigionamenti, le materie prime e l’inflazione. Senza dimenticare le sanzioni a Mosca.Il giallo del ricovero in ospedale del ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, e il precario disgelo diplomatico tra Joe Biden e Xi Jinping sono le due notizie che hanno segnato la vigilia dell’inizio dei lavori del G20 di Bali. Oggi partirà la prima sessione sulla sicurezza alimentare ed energetica. E c’è attesa per capire se, e come, le discussioni tra i leader dei 20 Paesi più industrializzati avranno una ricaduta sulle questioni economiche più calde, a cominciare da inflazione, prezzi delle materie prime e dell’energia. Chiaramente l’aggressione russa contro l’Ucraina, e le conseguenze dal punto di vista degli approvvigionamenti, hanno avuto un impatto sull’agenda del gruppo G20. Sulla carta, l’obiettivo del vertice è quello di fare dei passi in avanti sul tema della sicurezza alimentare, affrontando l’attuale crisi globale con particolare attenzione ai Paesi in via di sviluppo, per prevenire fame e carestie nei Paesi più vulnerabili e supportare il corretto funzionamento delle catene alimentari globali. Ma anche rafforzare la sicurezza energetica e perseguire gli impegni sul clima assunti nel vertice G20 di Roma del 2021, così come l’adozione di misure volte a raggiungere la stabilità, la trasparenza e l’accessibilità dei mercati energetici. Si passerà dalle parole ai fatti? Di certo, sotto la presidenza indonesiana e con l’assenza di Vladimir Putin e Jair Bolsonaro, il summit balinese rappresenta il foro di discussione sulle grandi sfide globali, di cui fanno parte le principali economie del mondo che rappresentano più del 80% del Pil mondiale, il 75% del commercio globale e il 60% della popolazione del pianeta. La due giorni indonesiana cade, inoltre, in una settimana fitta di impegni per l’agenza economica: diversi retailers (Walmart, Home Depot, Target, Macy’s) pubblicheranno i risultati trimestrali dando un’idea dell’andamento dei consumi negli Usa. In totale, 15 società dell’S&P 500 approveranno le trimestrali. Attese anche quelle di Alibaba e Tencent. Oggi, inoltre, verrà annunciata la seconda stima sul Pil dell’Eurozona per il terzo trimestre, mentre il Giappone fornirà una stima preliminare sulla sua crescita economica. Il Canada e il Regno Unito comunicheranno domani le cifre aggiornate dell’inflazione, e giovedì è in programma la dichiarazione d’autunno del cancelliere britannico, Jeremy Hunt. Da monitorare anche i numerosi speech di membri della Federal reserve e della Bce. I riflettori ieri sono stati puntati sul faccia a faccia tra Biden e Xi ma se si arrivasse veramente a una distensione, sui mercati delle materie prime verrebbero alimentate nuove pressioni inflazionistiche costringendo poi la Fed ad alzare il target ufficiale sull’inflazione oggi al 2 per cento. Il riavvio dei colloqui sul clima è intanto stato salutato con un ottimismo forse esagerato, mentre secondo quanto scrive il Financial Times, il colosso americano della gestione del risparmio Blackrock ha rimandato il lancio di un exchange traded fund (Etf) che investe in obbligazioni cinesi, proprio a causa delle crescenti tensioni tra Washington e Pechino.L’aumento dei costi delle materie prime e dei prezzi dell’energia ha intanto fatto lievitare i prezzi dei fertilizzanti quest’anno e, secondo un nuovo studio, il G20 ha pagato quasi il triplo rispetto al 2020: il conto è salito a 22,6 miliardi di dollari nel 2022 dai 7,8 miliardi di dollari nel 2020. In particolare, negli ultimi due anni, l’Ue e il Brasile hanno pagato rispettivamente 3 e 3,6 miliardi di dollari in più per la materia prima agricola.Quanto al petrolio, la segretaria al Tesoro degli Stati Uniti, Janet Yellen, da Bali ha affermato che alcune sanzioni contro la Russia potrebbero rimanere in vigore anche dopo un eventuale accordo di pace con l’Ucraina e si è detta scettica sulla possibilità che Mosca interrompa le esportazioni di greggio pur di non rispettare il price cap, allo studio da parte dei Paesi del G7. Sullo sfondo, l’Opec ha ridotto le sue previsioni per la crescita della domanda globale di petrolio per la quinta volta da aprile, sia per quest’anno che per il prossimo e ha lanciato l’allarme su due questioni di rilievo: la domanda nel 2022 aumenterà di 2,55 milioni di barili al giorno, o del 2,6%, in calo di 100.000 barili al giorno rispetto alla previsione precedente. Quanto all’anno prossimo, il cartello prevede che la domanda di petrolio aumenterà di 2,24 milioni di barili al giorno, anche 100.000 barili al giorno in meno rispetto alle previsioni precedenti. Nel suo ultimo report, l’Opec cita una serie di «considerevoli incertezze» che offuscano il quadro delle forniture globali di greggio, dall’andamento della guerra russa in Ucraina al piano dal G7 contro il petrolio russo, che gli analisti temono possa ulteriormente interrompere le forniture. Le previsioni di un inverno più mite del solito in Europa dovrebbero intanto contribuire a tenere sotto controllo i prezzi del gas naturale quest’inverno, affermano gli analisti, dopo che proprio dalle previsioni dell’Istituto Copernicus della Ue è emerso che c’è una probabilità del 50-60% che le temperature siano più alte del normale nel Regno Unito e nell’Europa centrale e meridionale.
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