2025-06-06
Ai vertici della sanità Schillaci nomina gli ultrà di green pass e vaccini anti Covid
Alberto Mantovani (Imagoeconomica)
A capo del Css finisce Alberto Mantovani, convinto sostenitore dei sieri anche per i minori. I vice sono Remuzzi e la Colao.Il nuovo presidente del Consiglio superiore di sanità è il professore ultravax Alberto Mantovani, patologo, immunologo e divulgatore scientifico. Uno che affermava fortemente durante la pandemia che il vaccino anti Covid fosse «efficace» - e dice ancora di esserne sicuro - e diceva che «bisognava obbligare all’inoculazione anche i bambini dai 12 anni». Mantovani è finito nel 2014 in un’inchiesta della Procura di Milano, nella quale i pm ritenevano di aver accertato, da parte del prof (che è pure direttore scientifico dell’Istituto clinico Humanitas), la falsificazione, insieme ad altri accademici, di ricerche scientifiche sul cancro che erano state finanziate per milioni di euro da fondi pubblici e dal 5 per mille. Il gip, invece, ritenne che non vi fosse stata alcuna «falsificazione». Ma Mantovani non è l’unica figura tra quelle appena nominate con decreto, ai vertici del Css, dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, sulla quale può legittimamente vacillare la fiducia collettiva, alla luce dei fatti.Il neonominato vice del presidente è infatti il noto Giuseppe Remuzzi, innanzitutto il presidente dell’Istituto di ricerca farmacologica «Mario Negri», che chiaramente, come qualsiasi istituto di ricerca, è legato ai finanziamenti, per gli studi, delle industrie farmaceutiche. Dunque ora Remuzzi da una parte riveste il ruolo di consulente di primo piano del ministero in tema di salute - anche per le attività di produzione di dati epidemiologici e pareri su farmaci e vaccini - e, dall’altra, è presidente di un istituto di ricerca che economicamente dipende dai produttori di farmaci e vaccini. È arduo ipotizzare quali scelte farà Remuzzi nel momento in cui si dovesse presentare un conflitto di interessi, tuttavia è interessante ripercorrere quali furono, in tempo di Covid, le sue scelte, esternate attraverso dichiarazioni alla stampa. Il 26 maggio 2021 (dal Fatto Quotidiano) affermò, a proposito del Covid, che «i bambini si infettano, ma di solito non si ammalano. Quindi rischiano davvero poco con Covid-19». Mentre il 3 novembre del 2021 - dopo che le industrie farmaceutiche misero sul mercato i vaccini pediatrici - Remuzzi dichiarò al Corriere della Sera che «i benefici superano di gran lunga i rischi anche tra i 5 e gli 11 anni». Remuzzi disse pure che «vaccinando i bambini si evita che l’infezione si propaghi agli altri bambini della scuola e così si proteggono i nonni», che le miocarditi, nel caso fossero causate dai vaccini anti Covid, sarebbero state «disturbi passeggeri che si risolvevano in poco tempo» (Bergamo News, 15 novembre 2021), affermazione priva di base scientifica. La terza e ultima nomina tra i vertici del Consiglio superiore di sanità, che chiude il cerchio ma non cambia la situazione, è quella di Annamaria Colao, endocrinologa, anche lei nel ruolo di vice del presidente Alberto Mantovani, grande sostenitrice, all’epoca, del green pass. Ogni giorno di più i dati scientifici e le pur poche indagini della magistratura documentano quanto furono errate le politiche sanitarie adottate in pandemia, ma il ministro Schillaci va dritto per la sua strada. Il Consiglio superiore di sanità è il massimo organo di consulenza tecnica e scientifica del suo ministero. L’indagine che ha coinvolto il suo nuovo presidente per le false ricerche è finita con un’archiviazione, chiesta dagli stessi pubblici ministeri perché non esiste, in Italia, il reato di frode scientifica. I magistrati rilevarono che furono gestiti, da Mantovani e dagli altri indagati, finanziamenti provenienti dal ministero della Ricerca, dal ministero della Salute, dall’Istituto superiore di sanità e dal Consiglio nazionale delle ricerche. Nel periodo analizzato dalla Procura, tra il 2005 e il 2012, Mantovani ricevette 3 milioni e 60.000 euro.Nessun reato, nessuna falsificazione, disse il gip nel 2019. Comunque, già dal 2006, il Comitato nazionale di bioetica, in un documento intitolato Conflitto d’interesse nella ricerca biomedica e nella pratica clinica, descrisse come «fattori sistemici i casi di manipolazione scientifica intenzionale e di frode», constatando che l’industria spesso fornisce ai medici un’informazione parziale; controlla la ricerca attraverso i finanziamenti alle Università; a volte interrompe ricerche non favorevoli o ne impedisce la pubblicazione, non mettendo a disposizione dei ricercatori i dati grezzi. Il Comitato di bioetica evidenziò pure come le riviste scientifiche non pubblicassero articoli con dati negativi perché di scarso interesse commerciale e come l’industria condizionasse, attraverso la pubblicità, le maggiori riviste mediche. Commenta il cardiologo Giuseppe Barbaro, vicepresidente della Carta di Siena, associazione di medici: «Dopo la medaglia a Roberto Burioni, che è stato uno schiaffo alle vittime del Covid, queste nomine non restituiscono una bella immagine al governo Meloni, visto che il suo ministero della Salute sta agendo in continuità con il suo predecessore e le nomine dei vertici del Consiglio superiore di sanità non sono state fatte secondo criteri atti a garantire indipendenza e assenza di conflitti di interesse».
Papa Leone XIV (Getty Images)
Sergio Mattarella con la mamma di Willy Monteiro Duarte (Ansa)
Duilio Poggiolini (Getty Images)
L'amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)