2021-05-21
La marea di latte finto che piace ai vegani distrugge l’ambiente che dice di salvare
Coltivazione intensiva di soia (IStock)
Le colture intensive di piselli, soia e avena mettono in crisi il ciclo di impollinazione delle api. Ma così la biodiversità va a quel paese.La poltrona al ministero delle Politiche agricole e forestali si è di colpo fatta incandescente per il titolare Stefano Patuanelli (5 stelle). La questione alimentare sta esplodendo. Gli interessi in gioco sono enormi a cominciare dall'Europa da cui dipendono politica agricola e contributi miliardari, ma la sfida è globale. Non a caso l'Italia è sotto continuo attacco. La nostra agricoltura è quella con la redditività più alta, con la maggiore biodiversità che è il primo insormontabile ostacolo per le multinazionali del food che lavorano per un consumo omogeneizzato; il sistema agroalimentare vale 140 miliardi di euro e nonostante la crisi da virus cinese ha tenuto anche l'export (una quarantina di miliardi), ma ora gli operatori sono accerchiati. Come il ministro che ha problemi di tenuta politica. Da una parte l'Unione italiana vini, per mere ragioni di business, gli contesta di essersi schierato contro la dealcolazione che però deturperebbe le nostre Doc, dall'altra i deputati pentastellati, che hanno la loro base elettorale nel Meridione, lo accusano di non aver privilegiato il Sud nella ripartizione dei fondi comunitari provvisori (la Pac è in ritardo). Stefano Patuanelli è arrivato a minacciare le dimissioni, ma il sostegno gli è arrivato da 15 regioni che chiedono altro: una difesa del sistema Italia. L'occasione l'ha offerta la Giornata mondiale delle api che svela come dietro gli appelli al green, alla sostenibilità, al regime vegano si nascondano serissimi pericoli. Ha notato il sottosegretario all'Agricoltura, Gianmarco Centinaio: «Dalla difesa delle api, passa la difesa della biodiversità e del valore delle nostre produzioni, per questo quando il decreto Sostegni bis passerà in Aula presenteremo un emendamento per i ristori agli apicoltori». Il miele italiano è il migliore del mondo, ma la moria delle api e la concorrenza sleale sul prezzo (il cinese arriva a poco più di un euro) lo ha messo in ginocchio. Produciamo 17.000 tonnellate in 1,7 milioni di alveari, l'export è crollato di un quarto, fortuna che lievemente cresce il consumo interno. Ebbe a dire Albert Einstein: «Se l'ape scomparisse dalla faccia della terra all'umanità non resterebbero che quattro anni di vita: senza api niente più impollinazione, niente frutti, niente vita». Una verità inconfutabile eppure c'è chi - predicando il bio, il vegano, il falso naturale - sta uccidendo le api. Uno studio compiuto in America dice che il consumo smodato di «latte di mandorle» avrebbe distrutto l'80% delle popolazioni di api operaie, tutti i cosiddetti tipi di latte vegetale sono nemici delle api. Perché? Per preparare questi estratti che siano di avena, di piselli, di mandorle, di soia servono coltivazioni estensive che minano la biodiversità (le api si nutrono di tanti fiori diversi); queste coltivazioni sono irrorate da enormi quantità di fitofarmaci che avvelenano gli insetti, infine la coltivazione di specie Ogm, progettate solo per soddisfare la richiesta dell'industria, non offre alle api i loro nutrienti. Mentre il glifosato, (prodotto dall'americana Monsanto di proprietà della tedesca Bayer) il più potente diserbante usato in tutte le coltivazioni monocolturali che è nemico numero uno delle api, è ancora in commercio, debuttano i robot impollinatori. Li hanno studiati alla West Virginia University, ad Harvard che ha dato il brevetto al colosso dei supermarket Walmart e alla Delft University of Tecnology in Olanda. Le api robot americane si chiamano BrambleBee e BeeBote. Lo studio californiano sulle piantagioni di mandorle - dove stanno per arrivare gli insetti robot - estese a perdita d'occhio per soddisfare la richiesta vegana ampiamente foraggiata dalle multinazionali ha dimostrato che le api muoiono per i pesticidi, perché fanno più fatica a impollinare, perché non seguendo più il ciclo naturale deperiscono prima ed essendo milioni e milioni concentrate sulla stessa coltura sviluppano epidemie mortali per gli sciami. Ciò che capita con le mandorle capita con tutti gli altri vegetali in monocoltura estensiva. Ad esempio i piselli sono fiori che le api bottinano, ma su grandi estensioni finiscono per diventare per loro trappole mortali. La Cia, confederazione italiana agricoltori, dà l'allarme: per i cambiamenti climatici sono scomparsi 10 milioni di alveari nel mondo, da questi insetti dipendono 90 delle 105 più importanti coltivazioni. Ma i «latti falsi» il cui consumo è spinto dall'idea green e dalla moda vegana stanno mettendo in crisi anche altri animali in Italia: le vacche da latte. Stiamo rischiando la fine della zootecnia: il consumo di latte fresco nell'ultimo anno è crollato del 25% e la filiera casearia solo nei primi due mesi di quest'anno ha perso oltre il 9,5 % di export che significa un danno, in proiezione annuale, vicino al miliardo. Egualmente il consumo di carne si è contratto del 30%. C'è chi esulta sostenendo che così si fa del bene agli animali e all'ambiente. I dati testimoniano però che con l'illusione green e vegan s'ingrassano le multinazionali e si ammazzano le api. Diceva Einstein: senza «operaie» in quattro anni addio all'uomo. O forse ci salveranno i robot. Con buona pace del green deal!