2018-11-09
Agli intoccabili dell’Ue fanno gola i nostri risparmi
Siccome lo spread dava segni di voler scendere sotto quota 300 e la Borsa di voler tornare a crescere (mercoledì ha fatto registrare un più 1,8%), Bruxelles ha pensato di metterci una parola buona per far salire il primo e far scendere la seconda. Infatti, dopo che gli esponenti dell'Unione europea hanno fatto circolare giudizi negativi sulle prospettive dell'Italia, lasciando trapelare un aumento del deficit sul Pil fino a quasi il 3% nel 2019 e una crescita rallentata all'1,1 del prodotto interno lordo, lo spread è tornato a riavvicinarsi a quota 300 e la Borsa ha perso lo 0,69%. (...) Effetti scontati: perché se dici al mercato che le cose peggioreranno, poi non ti puoi aspettare che il mercato festeggi a champagne. Più probabile che qualcuno si spaventi e decida di vendere i suoi titoli di Stato e le azioni che ha in portafoglio, con il risultato, appunto, di vedere salire il differenziale fra i nostri Btp e i bond tedeschi e vedere calare l'indice di Borsa. Insomma, tutto abbastanza nella norma, perché così funziona il mondo della finanza, sia che si tratti di obbligazioni che di azioni. Ciò che è meno nella norma è il comportamento di Bruxelles, che invece di preoccuparsi della stabilità finanziaria sembra avere a cuore altro, ossia la difesa della propria intangibilità e della propria infallibilità. Per gli eurocrati non c'è altra strada che quella da loro indicata e, nonostante i segnali di apertura e di disponibilità a trovare una mediazione, paiono voler solo essere obbediti ciecamente.Che cosa abbia portato l'assoluta dedizione al moloch del rigore europeo si sa. Quando i nostri partner, con la benedizione di Giorgio Napolitano e la condiscendenza di Mario Monti, ci hanno imposto una cura da cavallo sul fronte delle tasse, non hanno ottenuto di risanare i conti pubblici italiani e nemmeno di far ripartire un'economia in recessione. Semplicemente ci hanno dato una mazzata, che non ha generato né una riduzione del nostro debito in valore assoluto, né un miglioramento del rapporto debito-Pil. Anzi. Entrambi i parametri sono peggiorati rispetto a prima, con il risultato che ancora oggi, nonostante le molte riforme economiche annunciate, l'Italia rimane il fanalino di coda dell'Europa.Adesso, invece di prendere atto che la profilassi imposta con una specie di complotto non ha funzionato, ma ha al contrario aggravato le condizioni del paziente, la stessa equipe di medici improvvisati (della quale fanno parte luminari come Jean-Claude Juncker, Pierre Moscovici e un altro genio della scienza e della tecnica che risponde al nome di Valdis Dombrovskis, cioè un tizio che non votano neanche a casa sua) insiste a riproporre la stessa cura. Ossia una manovra che consiste in lacrime e sangue. Ufficialmente nessuno dei valenti medici della mutua europea ha il coraggio di dichiararlo, ma insieme a medicine palliative tipo la riduzione delle spese e degli investimenti che eviti qualsiasi ruolo del governo nell'economia, si capisce che vorrebbero usare una bomba antibiotica tipo la patrimoniale, ossia un bel salasso dei risparmi degli italiani. Del resto li si può capire. Dopo aver spogliato l'Italia di molte aziende d'eccellenza, trasferendole a casa loro, ai nostri cosiddetti alleati fanno gola i soldi degli italiani. La ricchezza privata è unica in Europa. Non ce l'hanno i francesi e neppure i tedeschi. Dunque mettervi le mani è come metterle sul tesoro di una nazione. La nostra vera risorsa, come sanno i piccoli imprenditori e gli artigiani, sono quei soldi guadagnati pazientemente che hanno consentito alle famiglie di resistere alla crisi. Ma proprio quei soldi sono il forziere che si vorrebbe scardinare con la scusa dell'alto debito italiano. Qualche giorno fa abbiamo scritto dell'ipotesi ventilata dalla Bundesbank, la banca centrale tedesca. L'istituto non si accontenta di aver drenato miliardi con un surplus commerciale a scapito dell'Italia. Ora, insieme con i francesi, vorrebbe drenare anche i risparmi.Un motivo in più, dunque, per tirare dritto e non cedere a quelle che ormai paiono delle vere e proprie intimidazioni da parte della Ue. In altri tempi avremmo parlato di estorsione a mano armata, dove l'arma si chiama spread. Oggi limitiamo le parole, ma la sostanza non cambia.