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Agli intoccabili dell’Ue fanno gola i nostri risparmi

Agli intoccabili dell’Ue fanno gola i nostri risparmi
ANSA

Siccome lo spread dava segni di voler scendere sotto quota 300 e la Borsa di voler tornare a crescere (mercoledì ha fatto registrare un più 1,8%), Bruxelles ha pensato di metterci una parola buona per far salire il primo e far scendere la seconda. Infatti, dopo che gli esponenti dell'Unione europea hanno fatto circolare giudizi negativi sulle prospettive dell'Italia, lasciando trapelare un aumento del deficit sul Pil fino a quasi il 3% nel 2019 e una crescita rallentata all'1,1 del prodotto interno lordo, lo spread è tornato a riavvicinarsi a quota 300 e la Borsa ha perso lo 0,69%. (...)

Che cosa abbia portato l'assoluta dedizione al moloch del rigore europeo si sa. Quando i nostri partner, con la benedizione di Giorgio Napolitano e la condiscendenza di Mario Monti, ci hanno imposto una cura da cavallo sul fronte delle tasse, non hanno ottenuto di risanare i conti pubblici italiani e nemmeno di far ripartire un'economia in recessione. Semplicemente ci hanno dato una mazzata, che non ha generato né una riduzione del nostro debito in valore assoluto, né un miglioramento del rapporto debito-Pil. Anzi. Entrambi i parametri sono peggiorati rispetto a prima, con il risultato che ancora oggi, nonostante le molte riforme economiche annunciate, l'Italia rimane il fanalino di coda dell'Europa.

Adesso, invece di prendere atto che la profilassi imposta con una specie di complotto non ha funzionato, ma ha al contrario aggravato le condizioni del paziente, la stessa equipe di medici improvvisati (della quale fanno parte luminari come Jean-Claude Juncker, Pierre Moscovici e un altro genio della scienza e della tecnica che risponde al nome di Valdis Dombrovskis, cioè un tizio che non votano neanche a casa sua) insiste a riproporre la stessa cura. Ossia una manovra che consiste in lacrime e sangue. Ufficialmente nessuno dei valenti medici della mutua europea ha il coraggio di dichiararlo, ma insieme a medicine palliative tipo la riduzione delle spese e degli investimenti che eviti qualsiasi ruolo del governo nell'economia, si capisce che vorrebbero usare una bomba antibiotica tipo la patrimoniale, ossia un bel salasso dei risparmi degli italiani.

Del resto li si può capire. Dopo aver spogliato l'Italia di molte aziende d'eccellenza, trasferendole a casa loro, ai nostri cosiddetti alleati fanno gola i soldi degli italiani. La ricchezza privata è unica in Europa. Non ce l'hanno i francesi e neppure i tedeschi. Dunque mettervi le mani è come metterle sul tesoro di una nazione. La nostra vera risorsa, come sanno i piccoli imprenditori e gli artigiani, sono quei soldi guadagnati pazientemente che hanno consentito alle famiglie di resistere alla crisi. Ma proprio quei soldi sono il forziere che si vorrebbe scardinare con la scusa dell'alto debito italiano. Qualche giorno fa abbiamo scritto dell'ipotesi ventilata dalla Bundesbank, la banca centrale tedesca. L'istituto non si accontenta di aver drenato miliardi con un surplus commerciale a scapito dell'Italia. Ora, insieme con i francesi, vorrebbe drenare anche i risparmi.

Un motivo in più, dunque, per tirare dritto e non cedere a quelle che ormai paiono delle vere e proprie intimidazioni da parte della Ue. In altri tempi avremmo parlato di estorsione a mano armata, dove l'arma si chiama spread. Oggi limitiamo le parole, ma la sostanza non cambia.

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La zuppa non è pan bagnato ma una vera arte
iStock
Fu uno dei primi piatti elaborati dai cavernicoli. A Sparta la facevano con sangue di porco e vino. Beethoven ne era ghiotto, Francesco I la scoprì dopo la sconfitta nella battaglia di Pavia e la portò in Francia. Cézanne, Picasso e Warhol la resero immortale nelle loro opere.

È possibile che tra il movimento finale della Nona Sinfonia di Ludwig van Beethoven, l’Inno alla gioia e una zuppa calda, assaporata con somma soddisfazione in una di questa fredde serate invernali, ci sia qualcosa in comune? A costo di passare per sulfurei sacrileghi, diciamo che sì, qualcosa c’è. Entrambi, inno e zuppa, generano una profonda emozione. L’uno e l’altra vanno diritti al cuore. L’inno lo riempie di gioia transitando per gli orecchi, la zuppa lo conforta passando per il palato. Cambiano i sensi interessati, ma il risultato non cambia: in entrambi i casi è assicurata una sincera e profonda emozione.

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«Peccatori di gola» sì, ma tutti da assolvere
Gabriele D'Annunzio (Ansa)
Giancarlo Saran, gastropenna della «Verità», ha dato alle stampe il secondo volume dedicato alle biografie (ce ne sono 13) di donne e uomini con una spiccata passione per la buona tavola. Con delle vere chicche, come la passione di D’Annunzio per uova e frittate.

In questi giorni, più che mai, la cucina italiana è sotto i riflettori del mondo intero perché c’è stata l’investitura a patrimonio immateriale dell’umanità per l’Unesco. È la prima volta che un tale riconoscimento viene attribuito alla cucina di un Paese: finora questo titolo è sempre stato assegnato solamente ad alcune preparazioni o a determinate tradizioni gastronomiche.

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Tra dazio europeo e tassa italiana, i pacchi costeranno 5 euro in più
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Sale la spesa per gli acquisti online extra Unione. Misure contro l’invasione cinese.

L’intento è chiaro: la doppia tassa sui pacchi sotto i 150 euro prevista dall’Ue e dal governo italiano ha mire ben precise. Colpire i negozi online al di fuori dell’Unione europea, in particolare quelli cinesi. Andiamo con ordine.

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Meno francese e più americana: ora la finanza italiana sceglie con chi stare
Ansa
La linea del governo cambia gli equilibri: Credit Agricole, Natixis e Vivendi fanno passi indietro, cresce il peso dei grandi fondi Usa.

Il pendolo della finanza internazionale torna a oscillare. Ma, sorpresa, questa volta non fa più tic verso Parigi e tac verso Milano. Il suo swing ricorda piuttosto quei vecchi metronomi da pianoforte che oscillano, inciampano un po’, e poi cambiano ritmo senza avvisare.

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