Affissioni #NoEutanasia: «Messaggio onesto, veritiero e corretto. Andiamo a testa alta di fronte allo Iap»

Affissioni #NoEutanasia: «Messaggio onesto, veritiero e corretto. Andiamo a testa alta di fronte allo Iap»

Per l'ultima campagna di affissioni #NOEUTANASIA, Pro Vita & Famiglia ha ricevuto una nuova convocazione da parte dello Iap, l'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria, e dovrà nuovamente apparire davanti al Giurì.

«Una convocazione che appare ingiusta e priva di fondamento. Andiamo a testa alta. Non solo - hanno dichiarato Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente della Onlus - anche questa volta la nostra campagna ha un messaggio onesto, veritiero e corretto».

Nello specifico l'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria contesta a Pro Vita & Famiglia la campagna #NOEUTANASIA giudicandola in contrasto con gli articoli 1 e 46 del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale che regolano rispettivamente la "Lealtà della comunicazione commerciale" e gli "Appelli al pubblico".
Lo Iap, inoltre, giudica la comunicazione dei manifesti come viziata «da fantasiose prospettazioni» affrontando il tema trattato «in termini falsati».

«Ma i manifesti - dichiarano Brandi e Coghe - mettevano in guardia dalle derive possibili in caso di fine vita autorizzato dallo Stato, evidenziando come una persona anoressica o un bullizzato in futuro potrebbero farsi uccidere su richiesta, cosa che già succede in Olanda per esempio. Ricordiamo tutti il caso di Noa Pothoven: stuprata da bambina, da anni in preda alla depressione, all'anoressia, al disordine da stress post-traumatico, a 17 anni, non riusciva più a vivere, e le autorità olandesi hanno dato l'ok per il suo suicidio assistito. Inoltre, molte proposte di legge presentate in Parlamento prevedono l'eutanasia anche per situazioni legate a malattie psichiatriche».

In un post pubblicato su Facebook presidente e vice presidente di Pro Vita & Famiglia dunque rispediscono al mittente tutte le accuse, affermando che, nonostante tutto, vale sempre la pena «essere messi al pubblico ludibrio, pur di spazzare via le nubi di bugie finte buoniste che spingono queste leggi incresciose e mai chiare negli intenti».
Per Pro Vita & Famiglia ogni tentativo di impedire o punire manifesti, affissioni e campagne di sensibilizzazione rappresenta un modo per «imbavagliare» l'associazione stessa.

Non è la prima volta che lo Iap convoca PV&F dal Giurì per delle campagne di sensibilizzazione. Accadde la stessa cosa con i manifesti "Due uomini non fanno una madre #stoputeroinaffitto". In quel caso la Onlus fu convocata per un presunto uso improprio dell'immagine di «un bambino seminudo, marchiato sul petto con un codice a barre, con il viso straziato da un pianto disperato», che secondo il Comitato di Controllo non rispettava il codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale, e si traduceva «in un'offesa alla sua dignità, in contrasto con quanto previsto dall'art. 10 del Codice».
Un procedimento che vide la vittoria di Pro Vita e Famiglia, poiché il Gran Giurì riconobbe la legittimità della campagna di sensibilizzazione.

Edicola Verità | la rassegna stampa dell'11 novembre

Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast dell'11 novembre con Carlo Cambi

Ma pure a sinistra bocciano la patrimoniale
Da sinistra: Piero De Luca, segretario regionale pd della Campania, il leader del M5s Giuseppe Conte e l’economista Carlo Cottarelli (Ansa)
La gabella ideata da Schlein e Landini fa venire l’orticaria persino a compagni di partito e possibili alleati. Dopo la presa di distanza di Conte, il dem De Luca jr. smentisce che l’idea sia condivisa. Scettici anche Ruffini (ex capo dell’Agenzia delle entrate) e Cottarelli.

«Continuiamo così: facciamoci del male», diceva Nanni Moretti, e non è un caso che male fa rima con patrimoniale. L’incredibile ennesimo autogol politico e comunicativo della sinistra ormai targata Maurizio Landini è infatti il rilancio dell’idea di una tassa sui patrimoni degli italiani. I più ricchi, certo, ma anche quelli che hanno già pagato le tasse e le hanno pagate più degli altri.

Atp Finals, Sinner parte forte. Musetti cede a Fritz
Jannik Sinner (Ansa)
All’Inalpi Arena di Torino esordio positivo per l’altoatesino, che supera in due set Felix Auger-Aliassime confermando la sua solidità. Giornata amara invece per Lorenzo Musetti che paga le fatiche di Atene e l’emozione per l’esordio nel torneo. Il carrarino è stato battuto da un Taylor Fritz più incisivo nei momenti chiave.
Meloni: «Il Garante? Espressione del Pd»
Agostino Ghiglia e Sigfrido Ranucci (Imagoeconomica)
Il premier risponde a Schlein e Conte che chiedono l’azzeramento dell’Autorità per la privacy dopo le ingerenze in un servizio di «Report»: «Membri eletti durante il governo giallorosso». Donzelli: «Favorevoli a sciogliere i collegi nominati dalla sinistra».

Il no della Rai alla richiesta del Garante della privacy di fermare il servizio di Report sull’istruttoria portata avanti dall’Autorità nei confronti di Meta, relativa agli smart glass, nel quale la trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci punta il dito su un incontro, risalente a ottobre 2024, tra il componente del collegio del Garante Agostino Ghiglia e il responsabile istituzionale di Meta in Italia prima della decisione del Garante su una multa da 44 milioni di euro, ha scatenato una tempesta politica con le opposizioni che chiedono l’azzeramento dell’intero collegio.

Le Firme

Scopri La Verità

Registrati per leggere gratuitamente per 30 minuti i nostri contenuti.
Leggi gratis per 30 minuti
Nuove storie
Preferenze Privacy