2020-03-22
Adesso gli eurobond diventano un cappio
Senza patto di stabilità, ogni Paese fa da sé e la Germania si indebita per 350 miliardi. Il rischio è che l'Ue non garantisca l'emissione delle obbligazioni per finanziare la ricostruzione dell'Italia. Valdis Dombrovskis: «In settimana discuteremo l'attivazione del Salvastati».La sospensione del patto di stabilità è un bluff perché è ancora una volta un favore fatto alla Germania. Angela Merkel, secondo quanto annuncia il Financial Times, si prepara a varare un intervento straordinario da 350 miliardi di euro, pari al 10 per cento del Pil tedesco, che si aggiunge ai 600 miliardi di bailout già annunciati. Quando la Commissione dice: gli Stati facciano da soli questo significa. Ora è chiaro che anche gli eurobond sono una chimera e che l'Europa è implosa causa coronavirus. L'Italia deve cavarsela da sola e arriva debolissima a questa nuova sfida lanciata dalla Germania dove la linea del ministro delle finanze Olaf Scholz non è più quella del rigore ma piuttosto è quella che fu di Mario Draghi «whatewer it takes» (a qualsiasi costo) pur di salvare l'economia tedesca. La sfida ora non è più in Europa ma è uno contro l'altro. Perciò suona un po' falso l'annuncio di Ursula von der Leyen che all'epocale stop al patto di stabilità aggiunge al Corriere della Sera «vogliamo fare di tutto per aiutare l'Italia, siete un esempio meraviglioso… l'Unione europea è più forte quando mostriamo solidarietà». A frau Von der Leyen di salvare l'Italia importa quanto basta per non far crollare l'impalcatura dell'eurocrazia. Il primo inganno è il patto di stabilità per come è stato concepito sin qui. Il rigorismo ragionieristico - mitigato solo dai massicci interventi della Bce ai tempi di Draghi - imposto dalla Germania e dalla Lega Anseatica è servito solo a tenere a freno le altre economie consentendo ad Angela Merkel d'ingrassare i tedeschi. Oggi si fa finta di allentare il patto di stabilità perché se saltano le regole di Maastricht con il contemporaneo abbandono di Schengen l'Unione europea è morta. La Germania peraltro si prepara a togliere dalla sua Costituzione il pareggio di bilancio. L'Italia avrebbe già dovuto farlo. Questo spiega che il patto di stabilità va in sonno perché Berlino vuole avere le mani libere, salvo poi, passata la tempesta, ritirare le briglie ai partner. Altro che solidarietà. Il piano di Berlino così come spiegato dal Financial Times significa aumentare il budget dello Stato di 160 miliardi, mettere 100 miliari in fondi stabilizzazione, altri 100 miliardi a disposizione delle banche per attivare un moltiplicatore attraverso il credito. Non è un caso che la Von der Leyen insista nel dire che ogni Stato può spendere quello che gli serve. Ma si dovrebbe aggiungere: quello che può. E l'Italia dopo venti anni di guinzaglio corto europeo può molto poco. Basta confrontare i quasi 1.000 miliardi della Merkel con i 25 di Roberto Gualtieri che promette qualcosa in più per aprile, ma non sa dove trovarli. Ma la vera ipocrisia è la solidarietà europea che non si capisce in cosa si traduca. Forse i quasi impossibili eurobond o covidbond? La Von der Leyen vagamente li promette, Paolo Gentiloni commissario europeo all'Economia ma privo di autonomia fa finta di crederci, ma tutti sanno che la Germania che fa da sé non è disposta a concederli. Per una ragione ideologica prima ancora che economica. I covidbond o eurobond hanno senso solo se si tratta di titoli garantiti direttamente dall'Unione, e non come molti vorrebbero di titoli nazionali destinati ad essere ricomprati dalla Bce. Titoli emessi e garantiti dall'Unione però significano condivisione del debito. In tedesco debito e colpa sono la stessa parola. I tedeschi, profondamente luterani, credono alla predestinazione e non alla possibilità di emendarsi e di pigliarsi le colpe, sotto il profilo ideologico, e i debiti, sotto il profilo economico, degli altri non ci pensano nemmeno. Anche volendo però l'Europa non ha gli strumenti né le leggi per emettere eurobond. La Bce non è prestatore di ultima istanza: può comprare debito, ma non può fare debito. L'idea di Paolo Gentiloni, inseguita anche da Giuseppe Conte che addirittura pensa a un prestito del salva-Stati sottomettendo così l'Italia alla Troika, è di utilizzare il meccanismo di stabilità. Il Mes, che peraltro ha una dotazione limitata, però è un trattato rigido e non può emettere obbligazioni. Dovrebbe essere direttamente la Commissione utilizzando come veicolo la Banca europea d'Investimento, a emettere i coronavirusbond, ma i trattati non lo consentono. Dunque la solidarietà europea non c'è ed è di fatto impraticabile. Dall'Europa verranno forse la gentile concessione di poter utilizzare 11 miliardi di fondi strutturali che abbiamo lasciato scadere, 8 miliardi come fondo di garanza per le Pmi e la promessa di Christine Lagarde di comparare i Btp. Ne emetteremo per 400 miliardi, se la Bce ne compra avremo un po' di margine così come dall'allentamento delle regole di Basilea per facilitare che consentono alle banche di fare un po' più di credito. Il «sogno» europeo finisce qui. Resta invece intatto l'incubo del patto di stabilità che è solo sospeso.Passata l'emergenza ci chiederanno conto di nuovo del deficit eccessivo, del rapporto debito/Pil con tutto ciò che sappiamo e abbiamo patito senza nessuna possibilità di ripartenza dell'economia. Eppure una strada l'Europa l'ha suo malgrado indicata. Dice agli stati nazionali: fate da soli, ammettendo che l'Europa non serve a nulla. Basta prenderne atto. Ma per farlo ci vuole coraggio e consenso cosa che questo governo non ha. Non solo, in settimana come ha annunciato ieri il vice presidente Valdis Dombrovskis la Commissione ha in agenda l'attivazione del Mes. «Il problema non è l'attivazione ma la taglia dal momento che il fondo è stato creato per altri choc asimmetrici», ha concluso Dombrovkis lasciando presagire il peggio per il nostro Paese.
(Ansa)
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Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)