Addio a Bertone, il re della minerale che seguiva i numeri e le emozioni

«Ci siamo innamorati del paesaggio e della vallata e abbiamo pensato di portare sulle tavole delle famiglie l’acqua che sgorga qua». Così annunciò il «miracolo Sant’Anna» Alberto Bertone« scomparso ieri, che con questo spirito visionario fondò nel 1996 in valle Stura, nelle Alpi Marittime, e nello stabilimento di Vinadio, Acqua Sant’Anna, l’azienda diventata un punto di riferimento nel settore con 350 milioni di euro di fatturato, circa 2 miliardi di bottiglie l’anno e una quota di mercato del 13-14%, restando sempre al 100% italiana e a controllo familiare (famiglia Bertone al 57,5%).
Ad annunciare la morte del signore delle acque minerali è stata proprio l’azienda, che in una nota ha espresso «immenso dolore per la perdita di un imprenditore straordinario». Presidente e amministratore delegato della Sant’Anna, leader con 20 milioni di bottiglie prodotte ogni giorno dai circa 220, Bertone è stato stroncato, a soli 59 anni, da una malattia fulminante scoperta per caso e con la quale conviveva da qualche mese. Nelle ultime settimane le sue condizioni si erano aggravate, tanto che a fine ottobre non era riuscito a presentarsi in tribunale a Cuneo ed era stata rinviata per motivi di salute l’udienza del cosiddetto «processo acque minerali» a suo carico (intrapreso dopo la denuncia per diffamazione di un concorrente).
Nato a Moncalieri nel 1966, laureato in scienze politiche a indirizzo economico e con un master al Politecnico di Milano, dopo un’esperienza nelle fila della Juventus, si era lanciato nel 1996 nell’industria delle acque minerali dopo un’esperienza nel mondo edile con l’azienda fondata dal padre, Giuseppe Bertone. Ma già nel 2000 aveva deciso di sfidare i big del mondo del beverage, Nestlé e Danone in testa, con il lancio del brand Acqua Sant’Anna.
Bertone era stato inserito nel 2020 tra i 10 top manager di Business person of the year nella categoria Food , stilata dal magazine Fortune, ma era stato anche consigliere superiore della Banca d’Italia e della Fondazione Crt. Tanti i successi personali del manager ma la sua vita era stata colpita da diverse tragedie familiari: nel 2016 aveva perso la moglie, Roberta Ruffino, di 40 anni, a causa di un malore improvviso sette mesi dopo la nascita della figlia. Nel 2008, il padre era morto in un incidente stradale vicino a Marene, mentre nel novembre 2018 morì anche la moglie del fratello Fabrizio, l’architetto Cristina Menegozzo, autrice del design della prima bottiglia Sant’Anna. Lascia i due figli Filippo e Camilla e il fratello.
Un anno fa, come raccontato in un’intervista al Corriere della Sera, aveva acquisito la francese Eau Neuve, sostenendo: «Questa prima acquisizione in Francia è solo l’inizio di diverse operazioni allo studio: piccoli non si va da nessuna parte, bisogna crescere e guardare lontano. Compriamo in Europa per essere più internazionali e portare il modello Sant’Anna sugli scaffali della grande distribuzione europea. Circa 50 milioni, per comprare Eau Neuve, l’impegno finanziario del progetto Oltralpe. Ma non abbiamo problemi di liquidità e i piani sono molto ambiziosi».
Come spiega l’azienda, «il suo lascito va oltre i risultati economici: la sua umanità, il rispetto per i collaboratori, la sensibilità verso il territorio e la costante voglia di migliorare ne hanno fatto un esempio di leadership autentica e generosa. Un grande uomo, profondamente legato alla sua famiglia, guidato da altruismo e senso del dovere che non saranno mai dimenticati». Lui stesso diceva che un imprenditore «non deve solo guardare i bilanci, ma anche farsi prendere dall’emozione, seguire un’intuizione». E infatti l’ultimo sogno era quello di sviluppare la logistica su rotaia, realizzando un collegamento ferroviario diretto con lo stabilimento. La morte non gli ha dato il tempo.
«Con la sua visione, il suo coraggio e una capacità innovativa fuori dal comune, Bertone ha saputo dar vita a un’eccellenza piemontese riconosciuta in tutta Italia, contribuendo a generare sviluppo, lavoro e valore», ha dichiarato il presidente del Piemonte, Alberto Cirio.






