2018-10-06
Accuse di stupro a Ronaldo, la Juve rischia grosso ma la stampa fa finta di nulla
Le voci sulla presunta violenza commessa dal giocatore nel 2009 allontanano sponsor e milioni: club giù in Borsa. La società annaspa sui social, però i media evitano il caso. Dopo aver definito le accuse nei suoi confronti «fake news» in un video pubblicato su Instagram, il diretto interessato ha diffuso due messaggi su Twitter, negando nuovamente le accuse contro di lui, dicendo di avere «la coscienza pulita» e di attendere con tranquillità la fine di ogni eventuale indagine.Ronaldo è più potente dei Benetton? Nel senso che nei suoi confronti, come in quelli della famiglia veneta, c'è un assoluto riguardo, un autentico «silenzio stampa» per nascondere le notizie negative che riguardano l'uno e l'altra? E pensare che l'attaccante nemmeno con un centesimo pagato sotto forma di pubblicità. Anzi, ora i media italiani rischiano, a causa di Ronaldo, di non avere più nemmeno gli introiti pubblicitari di alcuni degli sponsor di cui è l'attaccante è testimonial. A cominciare dai più importanti, EA Sports e Nike. Quest'ultima, che con Ronaldo ha un contratto di sponsorizzazione «lifetime», cioè a vita, si dice «profondamente preoccupata da queste allarmanti accuse e continuerà a seguire da vicino la situazione». Dovessero emergere riscontri, le intese commerciali potrebbero essere riviste. L'altro main sponsor, l'azienda di videogiochi EA Sports, che quest'anno ha usato l'immagine di Ronaldo sulla copertina del gioco di calcio Fifa 19 (suo prodotto di punta), afferma di essere al corrente «delle preoccupanti notizie che raccontano le accuse contro Ronaldo». Ha aggiunto che seguirà con attenzione la situazione. Ieri si sono portati avanti e hanno fatto sparire l'immagine di CR7 dalla home page. Gli altri cinque top sponsor (tra cui Herbalife Tag Heuer, American Tourister) sono ancora in attesa, mentre è scesa in campo perfino l' Ong Save the children: «Siamo demoralizzati da quanto trapelato finora e lavoriamo per raccogliere nuove informazioni». Dopo aver definito le accuse nei suoi confronti «fake news» in un video pubblicato su Instagram, il diretto interessato ha diffuso due messaggi su Twitter, negando nuovamente le accuse contro di lui, dicendo di avere «la coscienza pulita» e di attendere con tranquillità la fine di ogni eventuale indagine. La Juventus ha diffuso due tweet: «Cristiano Ronaldo ha dimostrato in questi mesi la sua grande professionalità e serietà, apprezzata da tutti alla Juventus». E, subito dopo: «Le vicende asseritamente risalenti a quasi dieci anni fa, non modificano questa opinione, condivisa da chiunque sia entrato in contatto con questo grande campione». Chissà quanto hanno meditato per arrivare a quell'avverbio, «asseritamente». Avrebbero potuto scrivere: presunte. Avrebbero potuto scrivere: supposte. Meglio di no, essendoci in ballo una vera e propria sodomizzazione con tanto di certificato medico. Al di là degli avverbi, il club bianconero preoccupato: l'operazione finanziaria sul fuoriclasse è potuta andare in porto grazie al fatto che gli sponsor personali di CR7 gli hanno garantito una cospicua parte di entrate. Dovessero venir meno, l'onere finanziario a carico della Juve aumenterebbe fino a diventare insostenibile. La concatenazione degli eventi getta una cattiva luce sul campione non da parte dei giornali italiani, ma sui media di tutto il mondo. In Italia il lettore viene messo in condizione di non sapere. Sulla prima pagina di Tuttosport un giornalista solitamente ragionevole è arrivato a scrivere che a far parlare di questa storia «è la voglia di volare come i piccioni e di defecare sui monumenti». Qualcun altro ha scritto che la mancata convocazione da parte della nazionale portoghese sia stata addirittura concordata perché CR7 vuole dedicarsi in toto alla Juve. Le accuse di stupro che arrivano da Las Vegas dimostrano che sul fronte contrapposto a Ronaldo si lavora molto intensamente. La donna di 34 anni che lo accusa di averla sodomizzata con la forza nel giugno 2009 ha assunto un avvocato coi fiocchi, Leslie Stovall, molto abile nell'uso dei mass media. La tattica è molto chiara: «La mia cliente è stata incoraggiata a denunciare l'accaduto dal movimento Me too». Che Ronaldo, contrariamente a quel che pensano i giornali italiani e la Juve, non sottovaluti la vicenda è confermato dalla scelta di chi dovrà difenderlo in tribunale: David Chesnoff, l'avvocato di star americane come Mike Tyson, Andre Agassi e Bruno Mars. Chesnoff si baserà sul fatto che la donna ha già ricevuto denaro e ha firmato un accordo. Ma ora il clima è cambiato. Prende corpo la possibilità che la polizia del Nevada ritenga credibili e fondate le accuse di stupro e decida di accusare formalmente CR7 (in Nevada non c'è prescrizione). A quegli scienziati della comunicazione che lavorano per la Juve e che trovano direttori e giornalisti amici non resta che una soluzione, un'acrobazia: puntare su Massimo Giletti, che inviti nella sua trasmissione l'accusatrice e tentare di rosolarla come è avvenuto col baby amante di Asia Argento. Ma Urbano Cairo, patron de La7, consentirà a Giletti una simile spesa? E i tifosi granata gli perdonerebbero mai di aver aiutato l'odiato nemico a riabilitarsi? Tranquilli. Niente di tutto questo. Giletti non si occuperà mai di questo argomento perché non è «un piccione che defeca sui monumenti». E poi, per quel che riguarda Cairo, basta vedere la linea della sua Gazzetta dello Sport: non bisogna infierire sulla Juve!
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L'evento organizzato dal quotidiano La Verità per fare il punto sulle prospettive della transizione energetica. Sul palco con il direttore Maurizio Belpietro e il vicedirettore Giuliano Zulin, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il presidente di Ascopiave Nicola Cecconato, il direttore Ingegneria e realizzazione di Progetto Terna Maria Rosaria Guarniere, l'Head of Esg Stakeholders & Just Transition Enel Maria Cristina Papetti, il Group Head of Soutainability Business Integration Generali Leonardo Meoli, il Project Engineering Director Barilla Nicola Perizzolo, il Group Quality & Soutainability Director BF Spa Marzia Ravanelli, il direttore generale di Renexia Riccardo Toto e il presidente di Generalfinance, Boconi University Professor of Corporate Finance Maurizio Dallocchio.