2025-04-27
Segnali di accordo Bruxelles-Stati Uniti: stringiamo i tempi sulla partita dei dazi
La Casa Bianca pressa: basta deroghe dopo i 90 giorni. L’Unione apre alla richiesta di ridurre l’aliquota dell’imposta sulle società.Il viaggio a Roma del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per partecipare alle esequie di Papa Francesco, è stato l’occasione, tra i vari incontri con i capi di Stato, anche per tornare sul tema dei dazi. Trump ha lanciato una sorta di sollecitazione ad arrivare presto ad un accordo. Parlando con i giornalisti a bordo dell’Air Force One, prima di atterrare, ha dichiarato che la proroga della pausa di 90 giorni per le tariffe reciproche è «improbabile». Come dire che bisogna arrivare a una convergenza a stretto giro. È l’ennesimo messaggio che la Casa Bianca ha intenzione di negoziare, che non è irremovibile sulle sue posizioni ma al tempo stesso attende un segnale concreto dai Paesi coinvolti. La conferma di un ammorbidimento delle posizioni viene da quanto riporta il Wall Street Journal secondo il quale Washington riporta ha messo a punto una tabella di marcia per snellire e velocizzare le trattative sui dazi reciproci individuando le categorie su cui trattare. E oltre al commercio digitale e alla sicurezza economica ci sono proprio le tariffe. Nell’ambito di queste voci i funzionari dell’amministrazione determineranno le richieste specifiche per ogni Paese. La road map sarà usata per trattare con i 18 maggiori partner commerciali americani a rotazione nei prossimi due mesi fino alla scadenza dell’8 luglio, quando la pausa di 90 giorni di Trump arriverà a termine e i dazi reciproci scatteranno per i Paesi con i quali non è stato raggiunto un accordo a meno che il presidente non conceda un altro stop.Segnali di apertura vengono anche dall’Unione europea. Il commissario per l’Economia, Valdis Dombrovskis, in un’intervista alla Cnn, ha detto che bisogna «avanzare in fretta, perché il tempo corre». Riconosce che «l’amministrazione Trump ha dato prova di volersi impegnare e i negoziati sono in corso anche se non si possono fare previsioni sull’esito perché c’è ancora molto lavoro». Il commissario, che ha incontrato il segretario al Tesoro Usa, Scott Bessent, ha sottolineato che «bisogna sfruttare la finestra dei 90 giorni di stop alle tariffe per raggiungere un accordo negoziato e reciprocamente accettabile». Dombrovskis ha sottolineato che «al momento la situazione è asimmetrica. La Ue si trova a dover fronteggiare i dazi Usa al 25% su acciaio e alluminio, su auto e componenti, mentre da parte nostra non sono stati imposti dazi aggiuntivi agli Stati Uniti». E ha anche ricordato che l’Ue ha messo sul tavolo «dazi zero sui beni industriali» e «più acquisti di gas naturale dagli Stati Uniti», oltre a «una maggiore cooperazione nel settore energetico». Un modo per rimarcare che l’Europa sta già facendo la sua parte quanto a disponibilità e ad apertura al dialogo. A questo si aggiunge che proprio per allentare le tensioni con gli Stati Uniti, Bruxelles sta prendendo in considerazione l’ipotesi di modificare l’aliquota minima del 15% sull’imposta sulle società. La questione sarà al centro della riunione dei funzionari europei prevista per martedì prossimo, un incontro cruciale che potrebbe portare a cambiamenti significativi nell’attuazione di questa normativa fiscale. La revisione della legge rientra negli sforzi diplomatici dell’Ue per rispondere alle pressioni di Trump, da tempo critico nei confronti dell’imposta europea che coinvolge anche le aziende statunitensi. Washington ha infatti espresso forti preoccupazioni, definendo la normativa un ostacolo commerciale che penalizza le proprie imprese, e ha minacciato possibili misure di ritorsione.Maggiori concessioni alla Casa Bianca vengono anche dal fronte asiatico. Il Giappone sta valutando un aumento delle importazioni di soia e mais statunitensi. Lo riferisce l’agenzia Kyodo che cita una fonte governativa a conoscenza dei negoziati in concomitanza con la preparazione del dossier, in vista della seconda visita del capo negoziatore Ryosei Akazawa prevista il prossimo mercoledì alla Casa Bianca. In questo modo il Giappone assorbirebbe l’eccesso di offerta creato dal calo delle esportazioni statunitensi in Cina e di conseguenza Tokyo punterebbe ad ottenere maggiori esenzioni in primo luogo sulle automobili, ma anche per l’acciaio, l’alluminio e altri beni. Il mais importato potrebbe essere utilizzato come foraggio per gli animali, e convertito in bioetanolo in Giappone. Nei colloqui tenuti a inizio aprile a Washington, Trump ha espresso disappunto per il numero di automobili Usa importate in Giappone, e ha esortato Tokyo ad aprire il proprio mercato a più riso, carne e patate statunitensi. La proposta di espansione delle importazioni di soia e mais statunitensi, riferisce la fonte, «dovrebbe essere accolta con favore dalla Casa Bianca, in quanto dirotterebbe in maniera consistente le importazioni destinate alla Cina verso il Giappone». Secondo il dipartimento dell’Agricoltura statunitense, nel 2024 la Cina era il maggiore importatore di soia americana. I recenti dati doganali cinesi hanno mostrato che a marzo le importazioni di mais dagli Usa sono diminuite del 99% rispetto all’anno precedente, e quelle di soia dell’11% in termini di valore».
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)
13 agosto 2025: un F-35 italiano (a sinistra) affianca un Su-27 russo nei cieli del Baltico (Aeronautica Militare)
La mattina del 13 agosto due cacciabombardieri F-35 «Lightning II» dell’Aeronautica Militare italiana erano decollati dalla base di Amari, in Estonia, per attività addestrativa. Durante il volo i piloti italiani hanno ricevuto l’ordine di «scramble» per intercettare velivoli non identificati nello spazio aereo internazionale sotto il controllo della Nato. Intervenuti immediatamente, i due aerei italiani hanno raggiunto i jet russi, due Sukhoi (un Su-27 ed un Su-24), per esercitare l’azione di deterrenza. Per la prima volta dal loro schieramento, le forze aeree italiane hanno risposto ad un allarme del centro di coordinamento Nato CAOC (Combined Air Operations Centre) di Uadem in Germania. Un mese più tardi il segretario della Nato Mark Rutte, anche in seguito all’azione di droni russi in territorio polacco del 10 settembre, ha annunciato l’avvio dell’operazione «Eastern Sentry» (Sentinella dell’Est) per la difesa dello spazio aereo di tutto il fianco orientale dei Paesi europei aderenti all’Alleanza Atlantica di cui l’Aeronautica Militare sarà probabilmente parte attiva.
L’Aeronautica Militare Italiana è da tempo impegnata all’interno della Baltic Air Policing a difesa dei cieli di Lettonia, Estonia e Lituania. La forza aerea italiana partecipa con personale e velivoli provenienti dal 32° Stormo di Amendolara e del 6° Stormo di Ghedi, operanti con F-35 e Eurofighter Typhoon, che verranno schierati dal prossimo mese di ottobre provenienti da altri reparti. Il contingente italiano (di Aeronautica ed Esercito) costituisce in ambito interforze la Task Air Force -32nd Wing e dal 1°agosto 2025 ha assunto il comando della Baltic Air Policing sostituendo l’aeronautica militare portoghese. Attualmente i velivoli italiani sono schierati presso la base aerea di Amari, situata a 37 km a sudovest della capitale Tallinn. L’aeroporto, realizzato nel 1945 al termine della seconda guerra mondiale, fu utilizzato dall’aviazione sovietica per tutti gli anni della Guerra fredda fino al 1996 in seguito all’indipendenza dell’Estonia. Dal 2004, con l’ingresso delle repubbliche baltiche nello spazio aereo occidentale, la base è passata sotto il controllo delle forze aeree dell’Alleanza Atlantica, che hanno provveduto con grandi investimenti alla modernizzazione di un aeroporto rimasto all’era sovietica. Dal 2014, anno dell’invasione russa della Crimea, i velivoli della Nato stazionano in modo continuativo nell’ambito delle operazioni di difesa dello spazio aereo delle repubbliche baltiche. Per quanto riguarda l’Italia, quella del 2025 è la terza missione in Estonia, dopo quelle del 2018 e 2021.
Oltre ai cacciabombardieri F-35 l’Aeronautica Militare ha schierato ad Amari anche un sistema antimissile Samp/T e i velivoli spia Gulfstream E-550 CAEW (come quello decollato da Amari nelle immediate circostanze dell’attacco dei droni in Polonia del 10 settembre) e Beechcraft Super King Air 350ER SPYD-R.
Il contingente italiano dell'Aeronautica Militare è attualmente comandato dal colonnello Gaetano Farina, in passato comandante delle Frecce Tricolori.
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