2023-04-03
L'accordo sul nucleare con l'Iran torna (pericolosamente) a fare capolino
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Il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian (Ansa)
Se ne parla poco. Ma continuano a registrarsi movimenti che puntano a rilanciare il controverso accordo sul nucleare con l’Iran. E questa non è una buona notizia. Nel corso di una recente intervista rilasciata ad Al Jazeera, il ministro degli Esteri di Teheran, Hossein Amir-Abdollahian, ha reso noto che la Repubblica islamica potrebbe fissare una deadline per i colloqui attualmente in stallo su tale dossier. «In parlamento c'è questa idea che il governo non dovrebbe essere perennemente in un percorso di negoziati per riportare tutte le parti al Jcpoa», ha dichiarato. «La finestra dei colloqui per tornare al Jcpoa non rimarrà aperta per sempre», ha proseguito. Ricordiamo che i negoziati sono rimasti incagliati da settembre dell’anno scorso. Tuttavia, nonostante le proteste iraniane e le dure repressioni condotte dal regime degli ayatollah, né Washington né Bruxelles hanno ancora chiuso definitivamente all’eventuale ripristino del controverso accordo.Il 22 marzo, il viceministro degli Esteri iraniano e capo negoziatore per l’intesa sul nucleare, Ali Bagheri, ha confermato le notizie sul suo incontro con alti diplomatici di Francia, Regno Unito e Germania a Oslo la settimana precedente. «Non risparmiamo alcuna opportunità per chiarire le nostre opinioni e mettere in guardia contro certi errori di calcolo. Siamo determinati a promuovere i nostri interessi nazionali, anche attraverso la diplomazia», ha dichiarato il diretto interessato sulla questione. Non solo. Come riferito dall’agenzia di stampa turca Anadolu, nelle scorse settimane «è aumentato anche il coinvolgimento dell'Iran con l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), in seguito alla visita del capo dell'Aiea, Rafael Grossi, a Teheran». Dall’altra parte, appena pochi giorni fa, Amir-Abdollahian è volato a Mosca proprio per parlare dell’accordo sul nucleare: accordo che, ricordiamolo, la Russia ha sempre strenuamente sostenuto. Inoltre, sembrerebbe che, come parte della recente intesa diplomatica con l’Iran negoziata dalla Cina, l’Arabia Saudita avrebbe concesso un sostegno condizionato al Jcpoa. Infine, al netto delle tensioni con Teheran, l’amministrazione Biden non ha chiuso del tutto la porta in faccia al rilancio di quell’intesa: rilancio che, tra l’altro, l’attuale inquilino della Casa Bianca aveva promesso durante la campagna elettorale per le presidenziali del 2020.Ricordiamo che l’amministrazione Trump aveva fatto ritirare gli Stati Uniti dal Jcpoa nel maggio del 2018, attirandosi per questo le critiche della Russia e dell’allora Alto rappresentante per gli affari esteri dell’Ue, Federica Mogherini (che, insieme a John Kerry e a Sergej Lavrov, era stata tra i principali negoziatori di quell’accordo nel 2015). Pur di sconfessare il predecessore, Joe Biden ha riaperto i negoziati per ripristinare il Jcpoa nell'aprile del 2021, isolando così Israele e spingendo al contempo i sauditi tra le braccia di russi e cinesi. Un evidente autogol, aggravato dal fatto che, qualora venisse realmente rilanciato, questo accordo, oltre a minacciare la sicurezza dello Stato ebraico, garantirebbe la revoca delle sanzioni all’Iran: una revoca che fornirebbe al Cremlino delle indirette scappatoie alle sanzioni occidentali concernenti la crisi ucraina.
Manifestazione a Roma di Ultima Generazione (Ansa)