2024-11-30
Chi è contro l’uomo alla fine perde
Tre immagini dell'irruzione alla Statale di Milano
I media attaccano chi ricorda che i bimbi non nascono dall’utero in affitto e tacciono sul silenzio imposto alla Statale a chi parla di aborto. Alla lunga però la verità vince.Se la più elementare verità viene negata, osteggiata, addirittura contrastata con violenza, ogni sforzo per cercare di far trionfare il buon senso sull’ideologia - qualunque ideologia – è destinato al fallimento. È un’amara constatazione che nasce da quanto è successo l’altro giorno al Parlamento Europeo. Ecco i fatti: l’eurodeputata del Movimento 5 Stelle, Carolina Morace, interviene in assemblea sostenendo, fra gli altri, il diritto di accedere alla pratica della gestazione per altri, pratica che il Parlamento Italiano ha già condannato come reato nel 2004 con la legge 40, e che ha recentemente esteso nei confronti dei cittadini italiani che la praticano all’estero. «Gestazione per altri»: è la solita mistificazione linguistica per nascondere ai più la vera sostanza del fatto: affittare il corpo di una donna per usufruire del suo utero al fine di dare un bimbo alla coppia committente. Se si avesse solo un minimo di onestà intellettuale, non servirebbero molte parole per comprendere quanto sia vergognoso e incivile una pratica del genere, che ha tutti i connotati dello sfruttamento commerciale di un essere umano, di un donna. Non a caso, anzi con lucida cognizione di causa, una larga parte del mondo femminista si è pubblicamente schierata contro una pratica del genere, che offende palesemente la dignità della donna, oltre a negare al bimbo il diritto di vivere con chi lo ha generato. Torniamo ai fatti. L’eurodeputato di Fratelli di Italia, Paolo Inselvini, si limita a replicare con correttezza, ribadendo la più ovvia delle realtà: i bambini vengono al mondo dal rapporto fra una donna e un uomo, che sono la mamma e il papà del bimbo. La risposta di Carolina Morace così suona: Inselvini non sa che viviamo nel 2024 che quando ci si ama è possibile nascere con due madri e porta a riprova la sua personale esperienza: «Mia moglie ha una figlia di 13 anni, avuta dall’ex compagna. Siamo nel 2024, lo so che per te è molto difficile capirlo, ma quando ci si ama la filiazione è normale» (da Corriere TV). Da quel momento è scattato il delirio mediatico di attacco ad Inselvini, al mondo prolife, al governo italiano che – manco a dirlo – è un governo fascista, con minacce di morte e insulti di ogni genere. Capiamo bene che cosa sta succedendo: chiunque osi affermare che è naturale avere una mamma e un papà, perché i figli nascono da una donna e un uomo, è un fascista, una persona pericolosa ed abbietta, che merita di essere «appesa a testa in giù»! Quasi contemporaneamente, a Milano, all’Università Statale, un gruppo di giovani democratici – animati da un profondo senso della democrazia! – impediva con violenza lo svolgimento di un convegno che chiedeva rispetto per la vita nascente di chiunque in quanto vita di un essere umano. Bestemmia! Il bimbo in utero è una «cosa» il cui possesso è della donna, che deve essere libera di farne ciò che crede! Come c’era da aspettarsi, su questi vergognosi fatti è scattato il silenzio assoluto dei vari telegiornali! Non una parola di condanna né una parola di sostegno a chi viene ingiuriato, minacciato di morte, o a chi è stato «democraticamente» vietato di esprimere la propria opinione. Dobbiamo arrenderci? Proprio no, perché dobbiamo essere profondamente convinti – e la storia ce lo ha insegnato, con la rovinosa caduta, presto o tardi, di tutte le ideologie che hanno segnato il cammino dell’umanità – che chi lavora contro l’umano, contro la natura, contro il buon senso, imponendo un pensiero unico che nega la verità, ha sempre i giorni contati. Perché la verità si può silenziare per un tempo, ma risorgerà sempre.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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