2023-02-03
L’aborto in Francia sta per entrare nella Costituzione
Approvato dal Senato un emendamento per inserire nella Carta «la libertà di porre fine» alla maternità. Da destra i voti decisivi.La Francia ha fatto un ulteriore passo verso la costituzionalizzazione dell’aborto. Nella serata di mercoledì 1 febbraio, il Senato transalpino ha approvato un emendamento dell’articolo 34 della Costituzione francese. Nella nuova versione è contenuta questa frase: «La legge determina le condizioni di esercizio della libertà della donna a porre fine alla gravidanza». A favore dell’emendamento hanno votato 166 senatori, mentre altri 152 si sono opposti.L’approvazione dell’emendamento è stata immediatamente salutata con esultanza dal partito di Emmanuel Macron e da quelli di sinistra, da sempre favorevoli agli «avanzamenti sociali». È stato così ai tempi della creazione dei Pacs - ai quali si sono ispirate le unioni civili introdotte in Italia dalla legge che porta il nome di Monica Cirinnà - poi con l’approvazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso e via dicendo, fino alle attuali proposte di legalizzazione dell’eutanasia in Francia.Ma l’introduzione della nuova «libertà» di ammazzare dei bambini prima ancora che nascano è stata resa possibile non solo dai voti favorevoli dei senatori macronisti e di sinistra. Hanno contribuito anche alcuni eletti di destra de Les Républicains (Lr) che, nella Camera alta francese, sono maggioritari. Nel dettaglio, 26 senatori di questo partito si sono espressi a favore o si sono astenuti, come nel caso del presidente del Senato Gérard Larcher che, però, per prassi, non partecipa mai alle votazioni. A favore dell’aborto protetto dalla Costituzione hanno votato anche 28 dei 57 senatori dell’Unione centrista. A nulla sono servite, dunque, le parole del presidente del gruppo Lr alla Camera alta transalpina, Bruno Retailleau, secondo il quale «la Costituzione non è fatta per inviare messaggi simbolici al mondo intero».Oramai la frittata è fatta. Già, perché sebbene il testo del nuovo emendamento costituzionale passi ora all’Assemblea nazionale e debba essere poi essere sottoposto a referendum, in realtà la strada per l’aggiunta del diritto di abortire nella Carta transalpina appare già in discesa. Questo perché, anche se Les Républicains si alleassero al Rassemblement national di Marine Le Pen e riuscissero a raccogliere qualche voto da deputati macronisti antiabortisti, all’Assemblea nazionale non avrebbero comunque i numeri necessari per respingere l’emendamento. In ogni caso, visto come hanno votato alcuni senatori Lr, non è difficile immaginare come potrebbero esprimersi i loro colleghi di partito eletti alla Camera bassa del parlamento di Parigi. È, quindi, più probabile che Senato e Assemblea nazionale approvino lo stesso testo. A quel punto verrà avviata la macchina referendaria. Ma se i francesi dovessero effettivamente recarsi alle urne per esprimersi sull’aggiunta di un comma sull’aborto nella loro Costituzione, è molto probabile che la l’integrazione diventi realtà. Giusto per citare un recente sondaggio - realizzato lo scorso novembre da Ifop - l’86% dei francesi si dice favorevole alla trascrizione del diritto all’aborto nella Carta. Dato che l’organizzazione di un referendum costituzionale, in seguito a un’iniziativa parlamentare, è particolarmente complessa, si potrebbe verificare un secondo scenario. Il governo guidato da Elisabeth Borne potrebbe fare una propria proposta di modifica costituzionale. In questo caso, l’esecutivo dovrà presentare la proposta al Parlamento riunito in Congresso e ottenere, da esso, un voto favorevole con una maggioranza di tre quinti.Indipendentemente dalla procedura scelta, se l’interruzione di gravidanza venisse inserita nella Costituzione francese, ci si troverebbe di fronte ad una rottura profonda che, forse, i senatori di destra non hanno misurato. In effetti, si verrebbe a ribaltare il dettame dell’articolo 16 del Codice civile di Parigi, che prevede il rispetto della persona umana, che non cessa nemmeno dopo la morte. Ma se un feto non è umano, come affermano gli abortisti, allora non serve alcun rispetto e nemmeno un briciolo di pietà. L’aborto costituzionalizzato rischia anche di favorire alcune derive. In effetti, se la legge suprema di uno Stato «sacralizza» il diritto di interrompere una gravidanza, qualche giurista, magari finanziato da una lobby, potrebbe riuscire a convincere che non si possono porre limiti temporali a questo diritto. In altre parole, la Costituzione potrebbe tutelare le pretese di quanti desiderassero ammazzare un bambino in grembo fino al parto. E poi che succederebbe ai medici obiettori di coscienza? Il loro diritto ad astenersi dalla pratica dell’aborto sarebbe tutelato? Si tratta di domande importanti che, però, Emmanuel Macron e i suoi sembrano ignorare solo per motivi elettorali. D’altra parte, le elezioni politiche dello scorso giugno hanno indebolito la maggioranza macronista e così ammazzare degli esseri umani nel ventre materno sembra essere il miglior modo per ottenere il sostegno in Parlamento.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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