2021-03-09
Abbiamo i frigoriferi pieni di vaccini. Fermi ad aspettare 3 milioni di dosi
Le scorte aumentano ed entro fine mese arriveranno altri 10 milioni di fiale, ma manca il piano. Il contatore ufficiale in tilt per una settimana. Dal ministero della Salute via libera ad Astrazeneca per chi ha più di 65 anni.«Davanti a noi ci sono settimane dure, ma abbiamo nuovi strumenti. Avremo molte più dosi di vaccino in arrivo e la possibilità di costruire spazi, ci saranno sempre più luoghi in Italia dove vaccinarsi», ha detto ieri il ministro della Salute, Roberto Speranza, durante la presentazione del treno sanitario e dell'hub alla stazione Termini. Tutto bene, quindi? No. Per nulla. Perché quello che il ministro continua a non citare nelle sue rassicurazioni è il terzo elemento della catena vaccini-vaccinandi-vaccinatori che deve essere organizzata per estrarre il massimo della produttività da ciascuna delle risorse impiegate, come una catena di montaggio da cui deve uscire come prodotto un cittadino immunizzato al Covid. Gli spazi per vaccinare ci sono, i vaccini non sono mai mancati e non mancano. Anzi, paradossalmente abbiamo il problema opposto perché lo stock sta diventando sempre più difficile da smaltire. E anche da calcolare, visto che il contatore delle consegne si è inceppato di nuovo. Si tratta dei dati grezzi pubblicati sul sito Github direttamente dal ministero della Salute che poi fluiscono sul report quotidiano, pubblicato online sul portale del governo. Ebbene, il «cruscotto digitale» dei vaccini ha ricominciato ad andare in tilt sulle consegne - rimaste ferme per sei giorni e ripartite magicamente ieri sera, caricando però solo le Pfizer - facendo sballare anche gli altri indicatori, compresi quelli sulle scorte. Una stima si può comunque elaborare in base alle commesse previste. E il numero di dosi ancora in frigo è preoccupante: 3,1 milioni. Vediamo come siamo arrivati a questo numero partendo da Pfizer: secondo il contatore Github, fermo al 4 marzo, sono state consegnate 5.202.990 dosi. Se si aggiungono quelle previste per ieri, arriviamo a quota 5.852.990. Poiché ne sono state somministrate 4.549.667, abbiamo 1.303.323 dosi non inoculate. Per Moderna parliamo di 743.000 dosi consegnate (493.000 sul cruscotto del ministero non aggiornato, ma dovrebbero essersene aggiunte 250.000 nell'ultima settimana) e di 192.492 somministrate, con una scorta quindi di 550.508 vaccini. Quanto ad Astrazeneca, qui i calcoli si fanno ancora più complessi perché secondo Github sono state consegnate 1.512.000 dosi cui però vanno sommati 470.000 vaccini che dovrebbero essere arrivati tra il 6 marzo e ieri, per un totale di 1.982.000 vaccini. Ebbene, di questi ne sono stati somministrati 675.519 creando una scorta di 1.306.481. Facendo la somma delle dosi non ancora utilizzate di Pfizer, Moderna e Astrazeneca già consegnati, otteniamo un totale di 3.160.312. E anche se la stima sulle dosi di Astrazeneca non ancora contabilizzate sul contatore fosse sbagliata, viaggeremmo comunque attorno ai 2,8-3 milioni. Un'enormità. Destinata ad aumentare, considerando che entro la fine di marzo potrebbero arrivare a più di 10 milioni di dosi di tutti e tre i vaccini già previsti. E anche se riuscissimo a tenere un ritmo di 200.000 vaccinazioni al giorno, (la vaccinazione di massa è comunque destinata a partire dopo aprile), significa arrivare a circa 6 milioni di somministrazioni, accumulando altre 4 milioni di scorte. Quindi, riassumendo: i vaccini ci sono, i target di persone da vaccinare sono lì che aspettano di essere raggiunti. Il ritmo però non può decollare senza vaccinatori, ovvero i rinforzi per inoculare le dosi senza lasciarle ferme nei frigoriferi. La Verità lo scrive ormai da settimane, riportando con un mantra il monito degli esperti di logistica industriale (che al governo avrebbero dovuto ascoltare prima di varare una campagna che per mesi ha navigato a vista). Nel frattempo, ieri il ministero della Salute ha dato il via libera all'utilizzo del vaccino Astrazeneca anche nei soggetti sopra i 65 anni di età, esclusi però i soggetti «estremamente vulnerabili» per particolari patologie. In una circolare firmata dal direttore della prevenzione del ministero, Gianni Rezza, viene spiegato che «ulteriori evidenze scientifiche resesi disponibili, non solo confermano il profilo di sicurezza favorevole relativo al vaccino ma indicano che, anche nei soggetti di età superiore ai 65 anni, la somministrazione del vaccino Astrazeneca è in grado di indurre una significativa protezione». Attenzione, però. Questa indicazione, precisa il ministero, «non è applicabile ai soggetti identificati come estremamente vulnerabili in ragione di condizioni di immunodeficienza, primitiva o secondaria a trattamenti farmacologici o per patologia concomitante che aumenti considerevolmente il rischio di sviluppare forme fatali di Covid-19». In questi soggetti, si conferma dunque l'indicazione a un uso preferenziale dei vaccini «a Rna messaggero». E, sempre ieri, si è tenuto un vertice tra i ministri della Salute e degli Affari regionali, Speranza e Gelmini, il commissario per l'emergenza, Figliuolo, il capo della Protezione civile, Curcio, e l'ad di Poste, Del Fante, per fare il punto sull'aspetto logistico e «sull'implementazione del piano vaccini». Dopo la circolare su Astrazeneca, il Lazio ha rimodulato le prenotazioni per gli over 70. In Lombardia sono, intanto, 124.054 gli over 80 vaccinati alla data di ieri, dopo tre settimane dal via. Si tratta del 22% tra quanti hanno fatto richiesta, ossia 575.219 cittadini. Il programma del Pirellone per gli over 80 prevedeva che nelle prime tre settimane venissero vaccinate circa 165.000 persone. In totale, al 7 marzo, sono state somministrate 832.327 dosi. La piattaforma della Regione per le prenotazioni dei vaccini degli over 80 ha però sollevato diverse polemiche per i ritardi nella programmazione.