2020-03-20
A Messina il virus è arrivato dopo la settimana bianca. La Digos indaga su medici e professionisti
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Una comitiva di 116 persone di ritorno il 7 marzo da Madonna di Campiglio non si è autodenunciata nè ha rispettato la quarantena imposta dal decreto del governo. Fanno tutti parte della borghesia messinese. Il sindaco Cateno De Luca scatenato su Facebook ricostruisce gli spostamenti degli indagati. C'è un caso di contagio da Nord a Messina. Ma questa volta non sono gli studenti fuori sede saliti sui treni due settimane fa alla stazione centrale di Milano a preoccupare. Da un paio di settimane la Digos ha iniziato a indagare su una comitiva di sciatori, rientrati da Madonna di Campiglio il 7 marzo. Sono più di 100 persone, tutti professionisti della buona borghesia messinese, tra medici, avvocati, magistrati, imprenditori, parenti di giornalisti, nobili e manager. Il problema è che ritornati dalla vacanza nessuno di loro si è autodenunciato e si è messo in quarantena. In sostanza nessuno di loro ha rispettato le direttive del decreto di Giuseppe Conte, mettendo così a rischio la salute di tutta la cittadinanza. Anzi, in molti sarebbero tornati tranquillamente al lavoro. Tre giorni fa è stato lo stesso Policlinico di Messina a diramare un comunicato. «Appreso che un componente del personale sanitario è risultato positivo al coronavirus, comunica di avere attivato immediatamente le misure di sanificazione e contenimento previste, anche in armonia con le disposizioni specifiche per gli operatori sanitari. Misure preventive sono state intraprese pure per pazienti e colleghi venuti a contatto con la persona risultata positiva, che attualmente si trova in isolamento presso la propria abitazione. L'indagine epidemiologica sarà curata dagli organi competenti». Il problema è che questo caso va ad aggiungersi a molti altri della stessa comitiva che ha partecipato alla settimana bianca. Già ieri l'Asl provinciale aveva comunicato di aver «usato la formula dubitativa in quanto ci riservavamo di fare un ulteriore controllo sul portale regionale "CostruireSalute", gestito dalla Protezione Civile Regionale. Dal riscontro è emerso che tra i 116 nominativi dell'elenco prodotto all'Asp il 18 marzo 2020, sono 34 le persone che non avrebbero comunicato i dati a nessuno dei due portali, mentre sono 17 quelli che avrebbero effettuato la comunicazione dopo qualche giorno; il condizionale ancora utilizzato è dovuto alla cautela che la fattispecie impone». Però il giorno prima ancora si parlava di ben 76 sciatori che non si sarebbero autodenunciati. Per chi conosce la città la questione sarebbe critica perché riguarda professionisti e grandi elettori, sia in città sia in regione. Per di più si parla anche di persone che sarebbero andate a giocare a tennis fino a pochi giorni fa. «Faremo tutti gli accertamenti del caso. Non faremo sconti a nessuno e, se sarà il caso, procederemo con le denunce» ha già annunciato il sindaco Cateno De Luca nei giorni scorsi. Al momento tace anche l'Ordine dei medici che non ha preso neppure un provvedimento sul collega in settimana bianca che avrebbe portato il contagio in ospedale. La situazione sta già sfociando in questioni di tipo legale. Tanto che sempre ieri De Luca, molto pittoresco nei suoi post, si è ritrovato costretto a rispondere via Facebook, proprio a uno della comitiva che aveva chiesto un avvocato per evitare che si diffondesse il suo nome. Il primo cittadino ha scritto che l'individuo in questione, nei giorni in cui sarebbe dovuto restare a casa, «si è recato presso l'abitazione materna (8 marzo), ha sostenuto una partita a tennis presso un Circolo Sportivo (8 marzo), si è recato per tre giorni di fila presso il proprio studio (9, 10 e 11 marzo), eseguendo degli spostamenti non necessari e rischiosi, si è recato presso uno sportello bancario (11 marzo), esponendo a contagio anche i dipendenti e gli altri clienti presenti nella banca. Ha trascurato completamente di monitorare le sue condizioni di salute, fino a quando tali condizioni non si sono aggravate a tal punto da spingerlo a chiedere assistenza sanitaria. Ha ignorato il divieto di presentarsi direttamente in ospedale, in tal modo esponendo al rischio di contagio tutto il personale sanitario ed i soggetti presenti all'interno della struttura ospedaliera». Al momento a Messina si registrano 16 casi di pazienti positivi al Covid 19, ma sono già in crescita.
Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo in occasione del suo incontro con il premier greco Kyriakos Mitsotakis.