2023-07-21
A giugno condizionatori spenti e 2,3° in meno del 2022
I dati di Terna mettono a tacere i catastrofisti: 25,4 miliardi di kWh risparmiati. Pesano le produzioni in calo ma pure le temperature.Siamo un popolo di pacifisti. Ve lo ricordate Mario Draghi? Era il 7 aprile 2022 e il premier esortava: volete i condizionatori spenti o la pace? Un anno dopo gli abbiamo dato retta anche se dalle parti della Crimea bombardano come non ci fosse un domani. Escono i dati di Terna, guidata da Giuseppina di Foggia - è la società che distribuisce l’energia in Italia - e non solo smentiscono che tra condizionatori e pace ci sia un nesso, ma danno torto ai catastrofisti del clima. A meno che non ci sia una dose di tafazzismo al calor bianco. Stando alle cifre di Terna a giugno l’Italia ha assorbito il 9,2% in meno di elettricità rispetto ad un anno fa per un consumo pari a 25,4 miliardi di kilowattora. Il che di per sé non è proprio una buona notizia perché vorrebbe dire che l’economia tira di meno. Però potrebbe anche voler dire che dopo le botte sulle bollette di qualche mese si è imparato a risparmiare. E per prime le imprese energivore. Spulciando il report della società che gestisce la rete elettrica si vede che i consumi industriali di circa 1.000 imprese ad alto assorbimento registrano una flessione del 5,8% rispetto a giugno dello scorso anno. Chi ha tirato di più sono stati il comparto dell’agroalimentare e quello dei trasporti. Nel rapporto si legge che «la richiesta cumulata di energia elettrica in Italia risulta in calo del 5,3% e la produzione termoelettrica è in discesa (-16,6%). In aumento, invece, la produzione di energia da fonti rinnovabili (+4,3%) e il dato dell’importazione (+17,6%). Nel dettaglio, giugno ha avuto lo stesso numero di giorni lavorativi (21) e una temperatura media mensile inferiore di ben 2,3 gradi rispetto a giugno del 2022, che ha comportato una contrazione dei consumi per raffrescamento stimabile in circa 1,3 terawatt (che sono tanti, ndr).» Se ne deduce che i condizionatori a giugno sono rimasti spenti. E il riscaldamento globale? C’è ci mancherebbe altro, al punto che ormai abbiamo tanta luce verde. Spiega Terna: «La capacità installata da fonte eolica e fotovoltaica in Italia ha raggiunto, nel mese di giugno, 39,5 gigawatt. Considerando tutte le fonti rinnovabili, nel primo semestre 2023 l’incremento di capacità in Italia è pari a quasi 2,5 gigawatt, il 140% in più rispetto allo stesso periodo del 2022. Negli ultimi 18 mesi le installazioni mensili di nuova capacità rinnovabile sono sostanzialmente quintuplicate, passando progressivamente dai 110 megawatt mensili di gennaio 2022 ai quasi 500 megawatt mensili di giugno 2023.» Ora se si pensa che la transizione verde sia per qualcuno un business e per altri una rimessa, forse si pensa il giusto. Spulciando tra questi dati si scopre che anche l’allarme siccità era un tantino esagerato. Scrive Terna che «a giugno l’energia consumata è stata per l’87,3% nazionale anche se ne abbiamo prodotta di meno e ne abbiamo comprata da fuori circa il 13%. Le fonti rinnovabili hanno prodotto 11,3 miliardi di kilowattora, coprendo il 44,3% della domanda elettrica (contro il 35% di giugno 2022) e il 43,5% è idrico, 31,4% fotovoltaico, 12,1% biomasse, 9,2% eolico, 3,8% geotermico. Le centrali idroelettriche hanno prodotto il 44% in più perché è piovuto tanto. In forte flessione sono la produzione da fonte termica (-22%) ed eolica (-19,9)». Insomma, ai paladini del green a leggere la bolletta della luce non gliene va una dritta: piove, l’eolico non tira e l’Italia inquina sempre meno. E i condizionatori sono rimasti spenti. Ma il caldo è record per definizione. Ah sia detto per inciso nel 1952 e nel 1957 andava peggio di oggi.
Jose Mourinho (Getty Images)