
Il dem Paolo Gentiloni, spedito in Europa a difendere i nostri interessi, non se la vedrà solo con il badante Valdis Dombrovskis. Lassù, infatti, ricordano i buchi lasciati da premier nel bilancio: debito pubblico aumentato e melina sull'Iva. Non è detto che passi l'esame...Un conte dimezzato s'aggira per l'Europa. Per capire il tipo, che di nome fa Paolo Gentiloni, è sufficiente sapere che per la rapidità con cui si muove, gli amici romani lo hanno soprannominato Er moviola, ossia la macchina che fa rivedere al rallentatore le immagini di una partita di calcio. Ecco, Er moviola da un paio di giorni è stato scelto dal governo Conte 2 per ricoprire il delicato incarico di commissario europeo. A indicarlo è stato il presidente del Consiglio in persona, il quale con una mano consegna la campanella al nuovo capo del governo e con l'altra se la riprende. La particolarità, in questo caso, è che il Conte 1 la campanella che rappresenta il testimone del potere l'ha ricevuta dalle mani del conte dimezzato, alias Er moviola. Poi, dopo essersela passata dalla mano destra a quella sinistra, nel frattempo cambiando maggioranza e denominandosi Conte 2, lo stesso presidente del Consiglio ha designato il conte dimezzato, cioè Gentiloni, commissario. In pratica, una partita di giro di poltrone.Sì, lo so che si fa fatica a tener dietro a tutto questo andirivieni di campanelle e incarichi. E so anche che la storia sembra scritta da uno scadente sceneggiatore di House of cards, ma purtroppo questa è la cruda verità. Il Gentiloni premier passa il testimone al Conte 1, il quale giura di voler chiudere con il passato, cioè con Gentiloni e compagni. Ma poi, trascorso un anno e mezzo, il Conte 1, che con una manovra di abile trasformismo nel frattempo è diventato Conte 2, recupera dall'urna elettorale dove era stato sepolto lo stesso Gentiloni e lo incarica di rappresentare l'Italia al tavolo europeo, facendogli ottenere la nomina a commissario all'Economia. Certo, una capriola complicata. Che però è tutt'altro che conclusa e prevede altri colpi di scena. Innanzitutto perché Er moviola, che conte lo è di fatto e non solo di nome come quell'altro che fa il premier, rischia appunto di essere dimezzato. Perché nonostante lui e il presidente del Consiglio abbiano esultato, manco l'Italia avesse vinto la Coppa del mondo, dopo poco si è scoperto che l'incarico regalato a Gentiloni è stato svuotato della metà dei suoi poteri. Se prima gli affari economici avevano diritto di vita o di multa sui bilanci degli Stati europei, ora che a occuparsene è Er moviola, il potere praticamente è limitato ad approvare ciò che qualcun altro ha deciso. È come fare il direttore responsabile di un giornale sapendo che il direttore che decide titoli e aperture di giornale però è un altro: basta sapersi accontentare e prestarsi ad accettare la finzione in cambio dello stipendio. Ecco, il Gentiloni commissario, prima ancora di cominciare, è di fatto stato commissariato e dovrà fingere di essere il commissario vero, quello che decide.So che in molti, di fronte a queste giravolte da sottobosco romano, arricciano il naso. Tranquilli, non siete i soli, perché anche in Europa sta accadendo la stessa cosa. A Bruxelles non si scandalizzano di fronte alla nomina di uno che è stato trombato (figuratevi: è successo anche con Pierre Moscovici, il predecessore di Gentiloni, che bocciato in patria si ritrovò promosso in Europa). No, da quelle parti sono di bocca buona, basti dire che hanno accettato anche uno come Jean-Claude Juncker, un tizio noto per la sua sobrietà, in tutti i sensi. No, dicevo, se davanti a Er moviola nella Ue alzano il sopracciglio è perché dubitano che, anche con un incarico dimezzato e una specie di supervisore sopra la testa, Gentiloni sia in grado di svolgere il ruolo per cui è stato scelto. Fare il commissario all'Economia prevederebbe almeno che uno sapesse fare economia e invece, a quanto pare, il conte dimezzato da questo punto di vista non brilla, anzi pare proprio spento. Del resto, le credenziali con cui si presenta non sono delle migliori. E non alludiamo alla sconfitta elettorale del 2018, che ha portato il suo partito, il Pd, al 18 per cento dal 24 a cui un onesto gregario come Pier Luigi Bersani l'aveva lasciato (ma lui, sia detto a onore de Er moviola, non aveva una zavorra come Matteo Renzi). No, alludiamo ai conti. Forse ci si dimentica che se l'Italia ha 23 miliardi di clausole di salvaguardia e questo debito rischia di far scattare nel 2020 l'aumento dell'Iva, 19 miliardi sono un'eredità di Gentiloni, il quale è vero che non li ha accumulati tutti da solo in un anno e mezzo, ma tra la fine del 2016 e il maggio del 2018 non ha fatto nulla per ridurli. Ciò detto, neanche il debito che ha lasciato andandosene da Palazzo Chigi può dirsi un gran biglietto da visita. Quando s'insediò come capo di un governo fotocopia del precedente, Er moviola prese in consegna un debito a 2.229 miliardi, ma quando se ne andò ne lasciò uno aumentato a 2.313: 84 in più, poco più di 5 miliardi al mese. Con queste premesse c'è da capire che a Bruxelles nessuno se la senta di assegnare un incarico, per quanto ridimensionato, a uno come Gentiloni. Anche se dimezzato, il conte può sempre fare danni.Ps. L'altro Conte, ossia il presidente pro tempore del Consiglio, nel frattempo ha incontrato Ursula von der Leyen. La missione era accompagnata da grande attesa, perché il capo del governo l'aveva annunciata come decisiva per ottenere maggior flessibilità di bilancio. Nonostante l'entusiasmo, però, l'ufficio della nuova presidenza Ue ha fatto sapere che l'appuntamento si è concluso senza risultati concreti, «come del resto era previsto». Sarà per questo che ambienti vicini al governo nato per fermare l'aumento delle tasse, in particolare dell'Iva, torna a parlare di tasse?
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