Le Firme

Le balle di Landini per giustificare lo sciopero
Maurizio Landini (Ansa)

È ufficiale: Maurizio Landini, ossia colui che da tempo prova a paralizzare l’Italia rivendicando fantasiose scelte di politica economica, parla di tasse e redditi senza sapere nulla di tasse e redditi.

Pur di giustificare l’ennesima manifestazione a ridosso del fine settimana (senza weekend i cortei andrebbero deserti), in un’intervista concessa a Repubblica il segretario della Cgil spiega le ragioni dello sciopero di oggi con una serie di balle, inventando di sana pianta numeri a sostegno delle sue tesi. Cominciamo dalla magica soluzione con cui lui risolverebbe il problema delle risorse finanziarie per aumentare i redditi di lavoratori e pensionati. L’idea è la solita vecchia trovata della patrimoniale, che però Landini non applicherebbe sulla proprietà, ma sui redditi. «Chiediamo al governo di introdurre un contributo di solidarietà (meglio non chiamarla tassa, è poco carino, ndr) dell’1,3 per cento su 500.000 italiani con redditi netti annui sopra i due milioni: vale 26 miliardi».

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Il Papa battezza l’unica vera Europa: quella delle radici giudaico-cristiane
Leone XIV (Ansa)
Appello di Leone agli eurodeputati conservatori: «Si promuova la nostra identità riferendosi alla religione, che ha generato tesori culturali e principi etici essenziali per tutelare la vita dal concepimento alla morte».
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Della Porta Raffo: «Nato e Ue sono affari degli States. Trump è l’unico che cerca la pace»
Mauro Della Porta Raffo (Ansa)
Il saggista esperto di America: «I costi del Patto Atlantico sono sopportati quasi solo da Washington. L’Europa dovrebbe tornare a essere un’unione soltanto economica, come negli anni Cinquanta».

Mauro Della Porta Raffo, «uno spettro si aggira per l’Europa»: il trumpismo?

«Volendo fare questo riferimento… Tuttavia, vorrei chiarire che Trump, forse in modo più radicale o violento, non è il primo presidente americano che critica l’Unione europea. Perfino Barack Obama, parlando dei leader dei suoi tempi, li aveva definiti scrocconi».

In quale occasione?

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I vescovi scomunicano lo stop all’accoglienza
Ansa
Gli alti prelati bocciano la stretta Ue sui clandestini. «Avvenire» ribadisce subito la necessità delle porte aperte per assicurare manodopera. E la fondazione Migrantes contesta il modello Albania proprio adesso che viene preso a esempio da Bruxelles.

E anche la maschera dell’europeismo cade miseramente. Per anni ci è stato ripetuto incessantemente che non esiste vita fuori dall’Ue, dai tempi di papa Francesco i media e i commentatori cattolici non hanno perso occasione per maledire sovranisti, nazionalisti e chiunque rivendicasse maggiore autonomia nazionale, il tutto in nome del supremo valore dell’unità europea. Ma non appena a Bruxelles si prende mezza decisione in lieve contrasto con il pensiero prevalente, ecco che il castello retorico crolla miseramente.

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La diocesi promuove l’amore gay. I fedeli in rivolta scrivono al Papa
La cattedrale di Nostra Signora dell' Orto, sede della diocesi di Chiavari (iStock)
Vescovo di Chiavari sotto accusa: diffuso in parrocchia un libricino che racconta la vita di coppia. Anche quella tra due maschi, nonostante la dottrina sul tema sia molto chiara e Leone XIV l’abbia ribadita.

«Non c’è un amore più grande». Lo teorizza un documento della diocesi di Chiavari diffuso online per riscaldare i cuori dei fedeli accanto al presepe. Titolo del libretto: Amare. Il problema è che si tratta anche dell’amore omosessuale, perché due delle cinque storie «esperienziali» sintetizzate dalla foto del Bacio di Gustav Klimt riguardano coppie gay, che rivelano di avere convissuto all’interno della comunità parrocchiale e invocano un riconoscimento ufficiale della loro unione. Se l’intento della Pastorale della famiglia della curia ligure nei giorni dell’Immacolata è quello di essere il più possibile inclusiva, l’effetto è un terremoto prenatalizio: una petizione con 1.161 firme ha preso forma in poche ore, è stata siglata anche da parroci e chiede «il ritiro del documento e adeguate sanzioni canoniche» per il vescovo Giampio Devasini e per il responsabile del progetto don Marco Torre.

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