I nostri soldi

Sull’oro italiano Giorgetti sblocca lo stallo
Giancarlo Giorgetti (Ansa)
L’incontro tra il ministro e la Lagarde chiude il caso delle riserve auree, nonostante la nuova polemica di Dombrovskis sul debito. Mentre Fdi ricorda le vecchie idee di Prodi in materia. Raddoppiata dallo 0,2% allo 0,4% la Tobin tax sulle transazioni finanziarie.

Il caso delle riserve auree della Banca d’Italia è stato risolto. Ieri, a margine dei lavori dell’Eurogruppo, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha avuto un incontro chiarificatore con la presidente della Bce, Christine Lagarde. Inoltre dal Mef è trapelato che la lettera inviata da Giorgetti mette fine alla vicenda, anche se non è stato specificato in che cosa consiste tale chiarimento. Non è mancata una coda polemica all’Eurogruppo con il Commissario all’Economia, Valdis Dombrovskis, che ha voluto puntualizzare: «La proprietà delle riserve auree non porta alla riduzione del debito».

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Le transazioni per beni e servizi hanno superato la soglia record di 35 trilioni di dollari.

I dazi imposti e voluti dal presidente americano Donald Trump non hanno di certo avuto l’effetto sperato quest’anno. Il commercio globale non ha per nulla rallentato, al contrario è tornato a fiorire negli ultimi anni e il 2025 potrebbe chiudersi come l’anno dei record.

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Fratelli d’Italia smonta le fake news: «Nessun conflitto con i Trattati»
Giancarlo Giorgetti (Ansa)
Giorgetti chiarisce con una lettera che l’emendamento non mira a falsare il bilancio.

Questa dovrebbe essere la volta buona. La Bce ha ricevuto la lettera del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che risponde alle richieste di chiarimento sulle finalità dell’emendamento alla legge di Bilancio presentato da Fratelli d’Italia, riguardante le riserve auree della Banca d’Italia. Secondo le indiscrezioni, nella missiva inviata alla presidente, Christine Lagarde, il ministro ha ribadito alcuni concetti chiave, ovvero che la disponibilità e gestione delle riserve auree del popolo italiano sono in capo alla Banca d’Italia e in conformità con i trattati europei ma appartengono al popolo italiano.

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Retribuzioni da sogno pure alla Bce. Lagarde intasca 38.841 euro al mese
Christine Lagarde (Ansa)
Il vizietto di alzarsi la busta paga non è un’esclusiva della Commissione. Il capo della Banca centrale ha deciso di aumentarsela del 4,7%. Per pagare tutto il personale servono addirittura 844 milioni di euro.

«La politica è sangue e merda», diceva il socialista Rino Formica descrivendo la natura spietata e pragmatica della pratica di governo e dell’amministrazione statale. Non aveva tutti i torti, considerando quanto sia dura e faticosa la ricerca di un punto d’incontro su interessi, ideologie e sistemi di potere spesso contrapposti, sia a livello nazionale che internazionale. C’è poi da dire che nell’arte del governare i politici ci mettono la faccia; non si può dire la stessa cosa dei tanti funzionari, grand commis e sherpa incaricati di elaborare le politiche, controllare l’attuazione della legislazione, effettuare analisi e fornire consulenza. Sono loro che svolgono un ruolo decisivo negli orientamenti economici e strategici degli Stati membri e che sussurrano alle orecchie dei leader politici, orientandoli verso l’una o l’altra decisione.

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Sull’oro ci mancava il kamikaze Ue Cottarelli
Carlo Cottarelli (Ansa)
L’ex funzionario dem del Fondo monetario sente la necessità di schierarsi nello scontro tra Palazzo Chigi e i grand commis. E tifa affinché il nostro capitale da 280 miliardi possa essere dedicato alle «emergenze», decise però nei Palazzi dell’Unione.

Carlo Cottarelli ha aspettato un po’ a intervenire sulla questione della proprietà dell’oro di Banca d’Italia. Ma credo che se avesse atteso ancora un altro po’, prima di scrivere l’editoriale sul Corriere della Sera, sarebbe stato meglio per tutti, soprattutto per il rispetto della logica. Che dice l’ex funzionario del Fondo monetario ed ex senatore del Pd a proposito della questione che vede opporsi il governo italiano alla Bce? Faccio una breve sintesi del pensiero del professore. Punto primo. Le riserve auree sono di proprietà della Banca d’Italia perché lo dice la Banca d’Italia. Del resto, annota Cottarelli, i lingotti sono iscritti nell’attivo del bilancio dell’istituto di emissione e se non fossero di proprietà non potrebbero starci, a meno di una legge ad hoc che stabilisse diversamente.

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