I nostri soldi

Lombardia, pronti più investimenti con le Zis
Guido Guidesi (Imagoeconomica)
Nascono le Zone di innovazione e sviluppo per la crescita territoriale, che prevedono collaborazione tra imprese, università ed enti pubblici a sostegno della competitività locale. Il percorso si struttura in due fasi differenziate. Coinvolte tutte le province.

Regione Lombardia introduce le Zone di innovazione e sviluppo, dette Zis, un nuovo strumento con cui l’amministrazione punta a rafforzare gli ecosistemi economici locali favorendo la collaborazione strutturata tra imprese, università, enti pubblici e realtà sociali. L’obiettivo è quello di rendere la Lombardia un territorio sempre più competitivo e riconoscibile su scala internazionale, creando spazi in cui innovazione, ricerca e sviluppo possano tradursi in crescita economica stabile. Il modello, sperimentato per la prima volta da una Regione italiana, prevede un percorso strutturato in due fasi: manifestazione di interesse e definizione del Piano strategico definitivo.

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Consob smentisce i pm su Mps-Mediobanca
Francesco Gaetano Caltagirone (Ansa)
Colpo di scena: il «Sole 24 Ore» svela un documento della divisione vigilanza dell’Authority di Borsa di settembre, 2 mesi prima delle perquisizioni, in cui si evidenzia che «non sussiste il patto occulto» fra i soci Delfin e Caltagirone e non c’è il «concerto» con Siena.

L’ostacolato e imbrogliato non si è sentito né ostacolato né imbrogliato. L’inchiesta della Procura di Milano per aggiotaggio e ostacolo alle autorità di vigilanza nella scalata a Mediobanca riserva un colpo di scena davvero incredibile. La Consob, in un documento della divisione vigilanza, sostiene che «non sussiste il patto occulto» fra i soci Delfin e Caltagirone e neppure «sussiste il concerto» con Siena. Un’unità di intenti con la quale gli indagati avrebbero invece dovuto lanciare una costosa Opa obbligatoria su Piazzetta Cuccia. Il documento in cui la Consob esclude di essere vittima dei «concertisti» porta la data del 15 settembre scorso. Visto che il decreto di perquisizione degli indagati è del 15 novembre, ci sono due ipotesi: o la Procura ha in mano elementi di prova molto forti e che le sono «entrati» dopo il 15 settembre, oppure questi due pezzi dello Stato non si sono molto parlati, nonostante le norme sui reati finanziari prevedano ampia collaborazione.

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In un anno sono aumentate del 18,5% le persone nate fuori dall’Italia che percepiscono un assegno dall’Inps: sono 378.645 e nella stragrande maggioranza incassano prestazioni assistenziali alimentate dalle nostre tasse.

Ricordate quando ci dicevano che gli immigrati ci avrebbero pagato le pensioni? Beh, al momento siamo noi a pagarle a loro. Lo rivelano i dati 2024 dell’Osservatorio sugli stranieri presso l’Inps. L’ente previdenziale ha infatti un ufficio che studia l’impatto degli extracomunitari sui conti pubblici. E a sorpresa, scorrendo le statistiche, si scopre che l’istituto eroga già centinaia di migliaia di trattamenti a soggetti stranieri, quasi tutti a carico della collettività, cioè dei contribuenti.

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(Ansa)

«I Risultati positivi dell'Italia sono sotto gli occhi di tutti». Così il vicepresidente alla Coesione Raffaele Fitto a margine dell’assemblea nazionale della CNA a Roma.

«Stiamo lavorando sul terreno della semplificazione in modo molto efficace. Abbiamo presentato sei omnibus che vanno nella direzione della semplificazione. Ma anche con una politica flessibile che mira a intercettare le reali esigenze che cambiano in modo molto rapido. In terzo luogo, con gli strumenti attualmente disponibili, che sono il PNRR, di cui l’Italia è il principale beneficiario, con risultati positivi e sotto gli occhi di tutti, insieme alla revisione della politica di coesione dell’attuale bilancio, un altro strumento molto importante che abbiamo messo a disposizione».

L’Europa vuole l’oro degli italiani
La sede della Banca d'Italia a Roma (Imagoeconomica)

Le 2.452 tonnellate sono detenute dalla Banca d’Italia, che però ovviamente non le possiede: le gestisce per conto del popolo. La Bce ora si oppone al fatto che ciò venga specificato nel testo della manovra. Che attende l’ultima formulazione del Mef.

La Bce entra a gamba tesa sul tema delle riserve auree detenute dalla Banca d’Italia. Non bastava la fredda nota a ridosso della presentazione dell’emendamento di Fratelli d’Italia alla manovra. Nonostante la riformulazione del testo in una chiave più «diplomatica», che avrebbe dovuto soddisfare le perplessità di Francoforte, ecco che martedì sera la Banca centrale europea ha inviato un parere al ministero dell’Economia in cui chiede in modo esplicito di chiarire la finalità dell’emendamento. Come dire: non ci fidiamo, che state tramando? Fateci sapere.

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