2019-06-28
Zitta zitta arriva Samsung sul 5G. Niente golden power del governo
Dopo l'accordo con Wind Tre sul piano nazionale, Fastweb incassa il sì dei gialloblù per sviluppare la banda ultra veloce con i coreani in Trentino. Un'opzione apprezzata dagli americani. Huawei per ora in panchina.C'è l'ok del governo italiano al progetto di Fastweb e Samsung per la realizzazione di infrastrutture di rete 5G Fwa nelle città di Bolzano e Biella. Il Consiglio dei ministri di mercoledì sera ha infatti deciso di esercitare la golden power, nella forma dell'imposizione di specifiche prescrizioni, sul piano promosso dalla controllata di Swisscom grazie a un accordo con il colosso sudcoreano, responsabile per la progettazione, la fornitura, la configurazione e la manutenzione degli apparati. Fastweb, che recentemente ha unito le forze con Wind Tre annunciando un «accordo strategico» di 10 anni per «la rapida realizzazione di una rete 5G condivisa», ha espresso ieri soddisfazione per il via libera confermando di essere già allineata alle prescrizioni sulla cybersecurity e annunciando che le installazioni della rete 5G Fwa nelle città pilota di Bolzano e Biella potranno iniziare già entro la fine di luglio. Come aveva raccontato poche settimane fa l'amministratore delegato di Fastweb, Alberto Calcagno, a Fortune Italia, nei progetti della società di Swisscom le due città saranno le prime tappe di un percorso che porterà, potenzialmente, a coprire con la connessione a banda ultralarga il 90% della popolazione italiana.Si tratta della prima volta che i poteri speciali della golden power detenuti dall'esecutivo su settori strategici per il Paese vengono utilizzati su operatori delle telecomunicazioni che lavorano sulla tecnologia 5G in Italia. In base a queste misure, le società sono tenute a notificare al governo qualsiasi tecnologia acquistata da fornitori non europei. Infatti, ha spiegato ieri Fastweb, l'azienda dovrà fornire al governo un aggiornamento regolare sul rispetto delle regole di sicurezza. Il gruppo, inoltre, puntualizza anche, con un occhio alle recenti discussioni e tensioni a livello internazionale, che da sempre «la sicurezza della rete e delle comunicazioni dei propri clienti sono prioritarie e a questo dedica le migliori risorse attuando una costante attività di sviluppo dei sistemi e processi di sorveglianza».Grazie a quelle ultime tre lettere, Fwa, cioè fixed wireless access, sulle quali si fonda il piano di Fastweb per il 5G italiano, si potranno utilizzare le connessioni ultraveloci di quinta generazione per completare la rete fissa. Infatti negli ultimi 500 metri del collegamento Internet che raggiunge le case sarà possibile ricevere il segnale delle nuove antenne, le Fwa appunto, senza necessità di installare cavi fisici e senza, per questo, perdere potenza nel segnale. Era stata Milano, durante il mese di febbraio, a aprire le danze di questa nuova tecnologia. Infatti, nel capoluogo lombardo era stata effettuata, con ottimi risultati dal punto di visita dalla velocità di navigazione, la prima sperimentazione «commerciale» in Italia, connettendo numerose abitazioni e uffici tramite le frequenze un lotto di banda acquisito da Fastweb nell'ambito dell'asta 5G. In una seconda fase del test era stato poi adottato il modello «club use», che prevede la possibilità per l'aggiudicatario delle frequenze di utilizzare anche porzioni di spettro vinte da altri operatori ma non utilizzate.La decisione del governo italiano ha anche importanti risvolti geopolitici, vista la recente decisione del presidente Donald Trump di impedire a Huawei, il colosso cinese secondo produttore al mondo di smartphone, di fare affari negli Stati Uniti. Di «segnale distensivo» parla alla Verità una fonte della diplomazia statunitense, che sottolinea l'importanza della decisione specie dopo gli sforzi del Movimento 5 stelle, con in prima linea il premier Giuseppe Conte e il vice Luigi Di Maio, per trovare un'intesa con la Cina sulla Nuova via della seta. È già dalle prime righe del comunicato del governo che si intuisce questo segnale: «Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, ha deliberato l'esercizio dei poteri speciali». Inizia così la nota di Palazzo Chigi, come a sottolineare anche la necessità per i pentastellati di recuperare il rapporto con Washington, che, soprattutto dopo le visite oltreoceano dei leghisti Giancarlo Giorgetti e Matteo Salvini, ha nel Carroccio l'interlocutore privilegiato a Roma.L'Italia detto così sì a Samsung, grande beneficiaria del bando di Trump contro Huawei, la compagnia cinese che sognava per il 2019 il sorpasso sulla rivale sudcoreana, ancora prima nel mondo delle telecomunicazioni. Un obiettivo a cui ora punta preparando per l'autunno l'uscita di un suo sistema operativo per sfidare Samsung e pure l'americana Apple.
C’è anche un pezzo d’Italia — e precisamente di Quarrata, nel cuore della Toscana — dietro la storica firma dell’accordo di pace per Gaza, siglato a Sharm el-Sheikh alla presenza del presidente statunitense Donald Trump, del presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, del turco Recep Tayyip Erdogan e dell’emiro del Qatar Tamim bin Hamad al-Thani. I leader mondiali, riuniti per «un’alba storica di un nuovo Medio Oriente», come l’ha definita lo stesso Trump, hanno sottoscritto l’intesa in un luogo simbolo della diplomazia internazionale: il Conference Center di Sharm, allestito interamente da Formitalia, eccellenza del Made in Italy guidata da Gianni e Lorenzo David Overi, oggi affiancati dal figlio Duccio.
L’azienda, riconosciuta da anni come uno dei marchi più prestigiosi dell’arredo italiano di alta gamma, è fornitrice ufficiale della struttura dal 2018, quando ha realizzato anche l’intero allestimento per la COP27. Oggi, gli arredi realizzati nei laboratori toscani e inviati da oltre cento container hanno fatto da cornice alla firma che ha segnato la fine di due anni di guerra e di sofferenza nella Striscia di Gaza.
«Tutto quello che si vede in quelle immagini – scrivanie, poltrone, arredi, pelle – è stato progettato e realizzato da noi», racconta Lorenzo David Overi, con l’orgoglio di chi ha portato la manifattura italiana in una delle sedi più blindate e tecnologiche del Medio Oriente. «È stato un lavoro enorme, durato oltre un anno. Abbiamo curato ogni dettaglio, dai materiali alle proporzioni delle sedute, persino pensando alle diverse stature dei leader presenti. Un lavoro sartoriale in tutto e per tutto».
Gli arredi sono partiti dalla sede di Quarrata e dai magazzini di Milano, dove il gruppo ha recentemente inaugurato un nuovo showroom di fronte a Rho Fiera. «La committenza è governativa, diretta. Aver fornito il centro che ha ospitato la COP27 e oggi anche il vertice di pace è motivo di grande orgoglio», spiega ancora Overi, «È come essere stati, nel nostro piccolo, parte di un momento storico. Quelle scrivanie e quelle poltrone hanno visto seduti i protagonisti di un accordo che il mondo attendeva da anni».
Dietro ogni linea, ogni cucitura e ogni finitura lucidata a mano, si riconosce la firma del design italiano, capace di unire eleganza, funzionalità e rappresentanza. Non solo estetica, ma identità culturale trasformata in linguaggio universale. «Il marchio Formitalia era visibile in molte sale e ripreso dalle telecamere internazionali. È stata una vetrina straordinaria», aggiunge Overi, «e anche un riconoscimento al valore del nostro lavoro, fatto di precisione e passione».
Il Conference Center di Sharm el-Sheikh, un complesso da oltre 10.000 metri quadrati, è oggi un punto di riferimento per la diplomazia mondiale. Qui, tra le luci calde del deserto e l’azzurro del Mar Rosso, l’Italia del saper fare ha dato forma e materia a un simbolo di pace.
E se il mondo ha applaudito alla firma dell’accordo, in Toscana qualcuno ha sorriso con un orgoglio diverso, consapevole che, anche questa volta, il design italiano era seduto al tavolo della storia.
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Silvia Salis (Imagoeconomica)