2019-06-07
Zingaretti consacra il Pd all’ideologia gay
Il segretario dem schiera il partito al fianco del movimento arcobaleno per il mese dei pride. Una lobby che predica l'utero in affitto e l'educazione al gender nelle scuole. Temi su cui il Papa ripete parole durissime, ma sempre nascoste dai media.Tutto secondo copione. La manovra di arruolamento o di oscuramento delle parole di papa Francesco a seconda che sia in linea o meno con la dittatura del politicamente corretto è scattata puntuale anche in occasione del recente viaggio in Romania. In questo caso è scattata la censura dell'oscuramento e del silenzio. Durante l'omelia per la beatificazione dei sette vescovi greco-cattolici martiri della barbarie comunista, il Papa è tornato su un argomento che gli è molto caro: le colonizzazioni ideologiche, che mietono vittime, anche oggi. «Oggi riappaiono nuove ideologie che, in maniera sottile, cercano di imporsi e di sradicare la nostra gente dalle sue più ricche tradizioni culturali e religiose. Colonizzazioni ideologiche che disprezzano il valore della persona, della vita, del matrimonio e della famiglia e nuocciono, con proposte alienanti, ugualmente atee come nel passato, in modo particolare ai nostri giovani e bambini, lasciandoli privi di radici da cui crescere». Certamente il clima storico delle nefaste dittature del Novecento, di marca nazifascista e comunista, non è, grazie a Dio, quello di oggi. Ma oggi viviamo un aspetto per certi versi forse più inquietante e pericoloso, legato alla strategia della mimetizzazione di idee perverse mascherate da «diritti» civili e democratici. Un esempio? Ieri Nicola Zingaretti, osannando al «Buon mese dei pride», lo presenta come una grande occasione nazionale «per garantire pari diritti e pari dignità alla comunità Lgbti. Noi ci siamo», con tanto di logo del Pd in bella vista. Per carità, si tratta di una legittima opinione personale, evidentemente a nome del partito che rappresenta. Ma nella mente di noi poveri cittadini comuni vengono tante domande. Quali diritti? Quello di comprare le donne e i loro uteri per mettere al mondo figli orfani di mamma? Quello di sfruttare l'educazione scolastica per confondere l'identità maschio/femmina dei nostri figli proponendo assurde «identità di genere»? Quello di fumarsi il cervello con la cannabis libera e poi magari chiedere l'aiuto al suicidio perché si è perso il senso della vita? Ebbene, anche su questi temi il Papa ha le idee molto chiare e non ha perso occasione di esprimerle. Aborto: «L'aborto non è un male minore. È un crimine. È un male assoluto… È un male in sé stesso… non è un male religioso, è un male umano. E siccome è un male umano, come ogni uccisione, è condannato» (conferenza stampa, 17 febbraio 2016). Scusate se è poco, senza dimenticare che ha parlato di «sicari» riferendosi a chi pratica materialmente l'aborto. Matrimonio: «C'è un grande nemico del matrimonio oggi: la teoria di gender. Oggi c'è una guerra mondiale per distruggere il matrimonio. Colonizzazioni ideologiche che distruggono, non con le armi, ma con le idee… Bisogna difendersi dalle colonizzazioni ideologiche» (Tbilisi, 1 ottobre 2016). Utero in affitto: «Rispettare la dignità di un bambino significa affermare la sua necessità e il suo diritto naturale ad avere una madre e un padre» (Amoris laetitia, 172) e «la famiglia umana, uomo e donna, è una sola. Una sola» (Vaticano, 16 giugno 2018). Confermando peraltro quanto dichiarato nell'articolo 251 di Amoris laetitia: «Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie neppure remote tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e famiglia». Perfino sul tema dell'Europa, il Santo Padre ha avuto parole semplici e chiare: «L'Europa torni a essere il sogno dei Padri fondatori» (viaggio di rientro da Bucarest). Ed è fuori dubbio che Robert Schuman, Konrad Adenauer e Alcide De Gasperi a tutto pensavano meno che a all'Europa «arcobaleno» che propone l'aborto come un «diritto umano fondamentale»! Quando il Papa parla chiaro su questi temi, parte la macchina del silenzio mediatico. Al massimo una battuta di tre secondi, mentre riecheggia come un mantra infinito quel «chi sono io per giudicare», manipolato, fino a mutilarlo della sua parte essenziale, con quel «e cerca Dio con sincerità» che è tutt'altro che una postilla insignificante.Si tratta di principi antropologici e sociali di valore fondamentale, che superano certamente il valore contingente della «Tav sì, Tav no», dello Sblocca cantieri o del patto di stabilità. E anche dei pannolini o latticelli con Iva al 4%. Diciamola meglio: facciamo questi passi, portiamo a casa dei buoni risultati, ma senza barattarli mai e poi mai con quei valori che fondano la nostra civiltà. Non ci stancheremo mai di ripeterlo: questi valori sono la chiave di lettura per giudicare i programmi e l'azione politica dei vari partiti, per discernere con chiarezza chi sta dalla parte della vita e della famiglia naturale e chi, invece, sceglie di servire la cultura della morte e del gender. Personalmente, senza polemica ma con arguzia, fra chi agita un rosario e chi brandisce un cartello con «Dio, patria e famiglia, che vita di m…», non ho dubbi su da che parte stare. Pronto a cambiare, se si invertissero i ruoli.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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