2022-12-24
Zero fondi anti cancro, 650 milioni ai vaccini
Dalla manovra sparite le risorse per il Piano oncologico nazionale. Nessun problema invece per finanziare le iniezioni. La vera emergenza però oggi non è il Covid, ma l’aumento di tumori collegati alla mancata prevenzione durante i lockdown.Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, aveva preso un impegno solenne: «È mia intenzione sostenere un emendamento» alla legge di bilancio «per finanziare di 10 milioni di euro per il 2023 e di 10 milioni di euro per il 2024» il Piano oncologico nazionale. Ovvero, la «cornice strategica che consente il graduale sviluppo di azioni coordinate e sinergiche per migliorare il grado di implementazione dei programmi di screening, aumentandone i livelli di copertura e adesione e riducendo la disomogeneità territoriale». In più, il documento copre, per il quinquennio 2022-2027, le iniziative riguardanti lo sviluppo di tecniche d’intelligenza artificiale e altre tecnologie utili alla prevenzione, alla diagnosi e alla terapia dei tumori.Occhio: Schillaci, queste cose, non le aveva dette in tv, sui giornali, o al bar. Si era presentato, il 6 dicembre scorso, dinanzi alle commissioni Affari sociali, sanità e lavoro di Camera e Senato. Ebbene: cosa rimane, adesso, di quei 20 milioni in due anni? Niente. Nada. Nisba. Nell’ultima versione del testo della manovra, disponibile quando il giornale è andato in stampa, di accenni al Piano oncologico non c’era traccia. In compenso, è ricomparso l’anticipo, dal 2024 al 2023, dei 200 milioni per l’incremento dell’indennità riservata al personale dei pronto soccorso, per il quale si erano spesi sia il titolare del dicastero, sia il suo numero due, Marcello Gemmato, di Fratelli d’Italia. Ma soprattutto - e questo lascia perplessi - è stato confermato l’aumento di ulteriori 650 milioni, per l’anno prossimo, del «fondo presso il ministero della Salute destinato all’acquisto dei vaccini anti Sars-Cov-2 e dei farmaci per la cura dei pazienti con Covid». Quindi, ricapitolando: 20 milioni per la lotta ai tumori non si trovano; invece, per 650 milioni riservati ad antivirali e antidoti a mRna, cioè oltre 32 volte tanto, lo spazio c’è sempre. Certo, gli impegni di spesa saranno stati assunti in precedenza, ai sensi dei contratti (segreti) con le case farmaceutiche. Ma ormai, fioccano studi internazionali sulla velleità della giostra dei booster. I dati dell’Iss mostrano che, trascorsi 120 giorni dall’inoculazione, chi s’è sottoposto alla quarta dose è messo peggio di chi ne ha ricevute solo due. E gli italiani, persino gli anziani e i fragili, non si sono certo affrettati ad accaparrarsi l’ennesima puntura - a esclusione di Gianni Cerqueti, che è già arrivato, sorridente, al quinto shot, e di Riccardo Chiaberge, entusiasta per il richiamo annuale, che però si fa ogni quattro mesi. Tra l’altro, il presidente dell’Aifa sostiene che la pandemia sia finita. È appena all’inizio, invece, l’epidemia delle malattie oncologiche: la ripartenza degli screening è coincisa con un’esplosione di nuove diagnosi, 14.000 in più del 2020 e del 2021, ma addirittura 20.000 in più rispetto al 2019, il periodo precedente alla comparsa del virus. E dei lockdown. Le serrate hanno annichilito le attività di prevenzione, monitoraggio e trattamento del cancro. Negli anni a venire, pagheremo il prezzo di questa trascuratezza. Da un governo il cui presidente aveva promesso che si sarebbe attenuta solo alle evidenze scientifiche e non ai mantra ideologici, ci si poteva aspettare un po’ più di senso della realtà: se in Italia, oggi, c’è un’emergenza, essa non è il Covid. Di conseguenza, non lo è neppure l’acquisizione sul mercato dei vaccini, o di medicinali che - è un dato di fatto - vengono prescritti sempre più di rado. L’allarme, semmai, è rappresentato dalle conseguenze di medio-lungo periodo delle misure adottate per attenuare - con scarso successo - la diffusione del Sars-Cov-2. È la stessa urgenza di cui si sono accorti in mezzo mondo. Per dire: la Gran Bretagna, sull’impatto delle chiusure, ha aperto da mesi una discussione pubblica, con tanto di rivelazioni scottanti dell’attuale premier ed ex cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak. Lo stesso Schillaci era stato esplicito. A fine ottobre, parlando al Quirinale, aveva additato il «bilancio particolarmente preoccupante per gli effetti collaterali» della battaglia contro il Covid. «Tra questi», aveva riconosciuto, «uno dei più dannosi è indubbiamente quello di aver costretto la maggior parte delle strutture ospedaliere a concentrarsi sul contrasto al contagio, con la conseguenza di un forte rallentamento o addirittura della sospensione delle altre attività sanitarie, per cui ne sono risultate largamente compromesse le iniziative di prevenzione, soprattutto in ambito oncologico». Bastava fare due più due. O 10 più 10 (milioni). Che erano comunque briciole, rispetto alle cifre stanziate per continuare ad accumulare dosi. Molte delle quali, intanto, sono in scadenza. Il nostro è shopping compulsivo? O, dietro, c’è qualcosa di più inquietante?
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