2025-03-05
Zelensky si adegua: «Pronti alla pace sotto l’egida Trump»
Volodymyr Zelensky (Ansa)
Il leader gialloblù fa dietrofront: «Dobbiamo sistemare le cose, sì al patto sulle terre rare». E s’aggrappa al trespolo di Keir Starmer.La maschera da duro di Volodymyr Zelensky è caduta in fretta. Già dopo il fiasco diplomatico di venerdì scorso nello Studio Ovale, con Donald Trump e JD Vance irritati dalla sua arroganza, il presidente ucraino si era affrettato a ringraziare l’amministrazione Usa su X, nel tentativo di tamponare il danno arrecato al suo Paese. Ma ieri, sempre sul social di Elon Musk, è arrivata la resa. Altro che modello di leader europeo, capace di tenere la testa alta con gli Stati Uniti, come qualcuno lo aveva dipinto nei giorni scorsi. Forse che la sospensione temporanea degli aiuti militari voluta da Trump abbia piegato il «Churchill di Kiev» a più miti consigli?Nel suo ultimo post, Zelensky ha ribadito l’impegno dell’Ucraina per la pace, sottolineando che nessuno la desidera «più degli ucraini» e che il Paese è pronto a sedersi al tavolo delle trattative «il prima possibile» per porre fine a una guerra che «nessuno vuole infinita». Il presidente si è detto disposto a lavorare «sotto la forte leadership» di Donald Trump per garantire una pace duratura, proponendo un piano concreto: rilascio dei prigionieri, tregua nei cieli - con il divieto di missili, droni a lungo raggio e bombe su infrastrutture civili ed energetiche - e un cessate il fuoco immediato in mare, a patto che la Russia faccia altrettanto. «Vogliamo procedere molto velocemente» verso un «accordo finale forte» con il sostegno degli Stati Uniti, ha aggiunto. Da notare, qui, che il cessate il fuoco era uno dei punti di Trump su cui il presidente ucraino, durante il colloquio alla Casa Bianca, aveva storto il naso. Zelensky non ha mancato, questa volta, di esprimere gratitudine per il supporto americano, evocando il momento in cui Trump fornì all’Ucraina i missili Javelin (proprio come ricordato dal tycoon nello Studio Ovale), «un cambio di passo» per la difesa del Paese. Ma il messaggio è anche un mea culpa: l’incontro di venerdì alla Casa Bianca «non è andato come avrebbe dovuto», ha ammesso: «È deplorevole che sia successo in questo modo. È tempo di sistemare le cose. Vorremmo che la cooperazione e la comunicazione future fossero costruttive». E quanto all’accordo sui «minerali e la sicurezza», Kiev ora «è pronta a firmarlo in qualsiasi momento e formato» e lo vede come un passo verso «solide garanzie di sicurezza».Prima di questo dietrofront, Zelensky ha sentito il premier britannico Keir Starmer. Il quale, nonostante nei giorni scorsi abbia sostenuto l’iperattivismo di Emmanuel Macron (salvo poi sconfessarlo), ha insistito sulla necessità di rimettere le cose a posto fra lui e il presidente americano. L’ucraino, in un ulteriore post su X, si è detto «grato per i consigli e il supporto» ricevuti «durante questo periodo difficile». «Ricorderemo sempre tutto ciò che il popolo britannico ha fatto per gli ucraini e per la nostra sicurezza condivisa», ha aggiunto. «Nessuno vuole pace più dell’Ucraina», ha affermato invece Starmer a margine della telefonata.A quanto trapela, la decisione di Trump di sospendere gli aiuti ha però scosso Kiev. Oleksandr Merezhko, presidente della commissione per gli Affari esteri della Rada, l’ha paragonata agli accordi di Monaco del 1938, quando Germania, Gran Bretagna, Francia e Italia trovarono un’intesa sulla regione dei Sudeti, allora in Cecoslovacchia ma ambita da Adolf Hitler, pensando in questo modo di scongiurare lo scoppio di un conflitto armato (a questo episodio si deve la celebre massima del vero Churchill: «Potevano scegliere fra il disonore e la guerra. Hanno scelto il disonore e avranno la guerra»). «Fermare gli aiuti significa aiutare Putin. Questo è peggio di Monaco, perché almeno lì non hanno cercato di dipingere la Cecoslovacchia come l’aggressore», sono le parole di Merezhko. Al di là di improbabili accostamenti storici, a Kiev devono però aver ricordato a Zelensky che senza il sostegno degli Usa (armi, intelligence e il resto) l’Ucraina non può reggere a lungo. Secondo il primo ministro ucraino, Denys Shmyhal, senza gli aiuti degli Usa le forze armate sono comunque in grado di difendersi (un deputato della Rada, Fedor Venislavsky, parla di sei mesi di margine), ma al contempo rilancia il dialogo con Washington, sostenendo la necessità di «lavorare con gli Stati Uniti attraverso tutti i canali disponibili in modo calmo». Lo stesso ha riconosciuto l’importanza degli aiuti statunitensi, e in particolare dei Patriot per respingere gli attacchi del nemico, aggiungendo che l’Ucraina è pronta a firmare gli accordi sui minerali «in ogni momento».Mykhailo Podolyak, consigliere di Zelensky, ha invece affermato che Kiev «sta discutendo con i partner europei le opzioni» da adottare per far fronte alla sospensione dei rifornimenti americani, avanzando l’ipotesi di «acquistare o acquisire equivalenti» dall’Europa. Vista la fretta con cui si cerca di ricucire con l’amministrazione Trump, però, tale strada non sembra così percorribile. Lo stesso Podolyak, infatti, ha ribadito l’apertura dell’Ucraina a negoziare una soluzione con gli Stati Uniti, anche se - ha ricordato - il Paese «ha già sperimentato sospensioni prolungate dei programmi di aiuti militari degli Usa e ha imparato ad adattarsi a tali situazioni».Zelensky ieri ha sentito anche il primo ministro croato, Andrej Plenkovic, e quello greco, Kyriakos Mitsotakis. «Per noi è importante che i partner che non erano presenti (al summit di Londra, ndr) siano tenuti informati», ha scritto su X il leader gialloblù. «La Croazia, che comprende benissimo ciò che sta attraversando il popolo ucraino, continua a dare forte sostegno e ampi aiuti», ha postato Plenkovic. Il messaggio, però, è chiaro: dopo qualche giorno di grande slancio, per le cancellerie europee, e specialmente quella ucraina, è arrivato il bagno di realtà.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.