2022-03-09
Xi tira le orecchie a Macron e Scholz: «Ridurre l’impatto delle sanzioni»
Il leader cinese «assolve» Mosca. Mario Draghi e Ursula von der Leyen esclusi dal vertice online.L’immagine della videocall e la sistemazione dei riquadri con i tre leader collegati è una beffarda ed eloquente rappresentazione della realtà: sopra, dominante e imperturbabile, il cinese Xi Jinping; sotto, appaiati fra loro ma entrambi subordinati rispetto all’interlocutore, il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Sarà solo una coincidenza, una casuale disposizione delle schermate, ma la metafora ha una sua potente chiarezza: è come se alcuni attori più piccoli chiedessero aiuto a un attore più grande e decisivo per la soluzione della crisi russo-ucraina. Con Pechino che resta enigmatica, ammonisce e allude, e in realtà punta a essere (e soprattutto ad apparire) quel che in francese si definirebbe incontournable, cioè imprescindibile, inaggirabile, essenziale, ineludibile. Il messaggio è fin troppo chiaro, per come è rilanciato dalla Cina: solo noi cinesi possiamo essere un credibile power broker geopolitico; solo noi possiamo sbloccare la situazione; e tutti gli altri, gli occidentali in testa, devono venire a chiedere il nostro aiuto. Allargando la prospettiva, si tratta di un messaggio devastante per la credibilità occidentale: pensate solo all’India, già astenuta all’Onu nella recente risoluzione contro la Russia, e al tipo di conclusione che potrà trarne nelle sue scelte strategiche. Nella sintesi diffusa dalla tv di stato Cctv, Xi Jinping si è pure concesso il lusso di attaccare le sanzioni contro Mosca: «Avranno un impatto negativo sulla stabilità della finanza globale, dell’energia, dei trasporti e delle catene di approvvigionamento». Non solo: queste misure - ha insistito il dittatore cinese - determineranno un calo nell’economia mondiale «già sotto pressione a causa dell’impatto della pandemia«. E qui la beffa diventa totale: Xi che richiama gli occidentali rispetto ai rischi economici causati dalla pandemia originata proprio dalla Cina. Poi le caramelle, intese come un generico apprezzamento per l’azione diplomatica dei due leader collegati: Xi ha fatto sapere che «rimarrà in contatto con Francia, Germania e Ue» in base alle necessità delle parti e si adopererà «attivamente con la comunità internazionale». Un chiaro modo per rimarcare la centralità di Pechino nelle prossime settimane e mesi. Sempre secondo Cctv, non sarebbe mancato un passaggio critico verso Mosca, alternato però a un implicito riconoscimento delle ragioni del Cremlino: per Xi, «la sovranità e l’integrità di tutti i Paesi dovrebbero essere rispettate», però pure le «legittime preoccupazioni di tutti sulla sicurezza dovrebbero essere prese sul serio». Insomma, una posizione indecifrabile, culminata nell’invito alla «massima moderazione per prevenire una crisi umanitaria su larga scala». A testimonianza di come Pechino resti ambigua, non vanno dimenticate le parole del giorno prima del ministro degli Esteri Wang Yi, che aveva confermato «amicizia duratura» con la Russia, aveva definito tale amicizia «solida come una roccia», aggiungendo che Pechino e Mosca contribuiscono a portare «pace e stabilità» nel mondo».Insomma, la Cina sarà pure stata imbarazzata dall’accelerazione di Vladimir Putin, ma adesso è pronta a cogliere l’opportunità: nel breve termine, per mostrare la propria centralità; nel medio-lungo periodo, per sfruttare il precedente ucraino ai danni di Taiwan. Da segnale infine due grandi assenti nella videochiamata: per un verso Ursula von der Leyen, a testimonianza dell’inesistenza dell’Ue come soggetto (Parigi e Berlino non intendono delegare a nessuno il proprio ruolo); e per altro verso Mario Draghi, per la terza volta in sette giorni fatto fuori dai vertici internazionali (la cena all’Eliseo, la call di Joe Biden con i leader europei, e ora questa videochiamata con Xi). Addio ambizioni di influenza mondiale: a Draghi questi segnali fanno capire chiaramente che è percepito «solo» come primo ministro italiano. Nulla di più.
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