
Il ministero delle Imprese e la Regione Friuli individuano un compratore per il gruppo: la cordata Mitsubishi-Ansaldo Energia. L’azienda si impegna a non licenziare fino a fine anno. Prorogata la solidarietà. Quattro mesi per cedere il sito e riconvertirlo.Il primo obiettivo sulla crisi Wartsila è stato raggiunto: scongiurare che 300 persone perdessero il posto. Ieri infatti è stato siglato un accordo che proroga da fine settembre a fine anno la solidarietà e l’impegno dell’azienda finlandese a non lasciare i dipendenti a casa. Sul secondo, quello di assicurare agli stessi un futuro più stabile rispetto a quello assai aleatorio che hanno vissuto nell’ultimo anno, i lavori sono in corso. Nel senso che il governo, in primis il ministero delle Imprese di Adolfo Urso, e la Regione Friuli Venezia Giulia guidata da Massimiliano Fedriga, hanno individuato un compratore solido, anzi due potenziali acquirenti, l’accoppiata Mitsubishi-Ansaldo Energia, con il colosso nipponico che dovrebbe fare da capofila rispetto al gruppo che è controllato al 99% da Cassa depositi e prestiti. L’obiettivo è riconvertire il sito triestino di Bagnoli, o meglio, riconvertirne una parte nella realizzazione di apparati per la produzione di energia con la tecnologia ad idrogeno, gli elettrolizzatori. Il primo passo per la creazione di un polo dell’idrogeno?Tutte le parti in causa sono ottimiste e hanno interesse ad arrivare a dama e chiudere con un lieto fine la vicenda che nel 2022 aveva segnato una sorta di smacco per il governo Draghi, con la multinazionale finlandese che all’improvviso aveva manifestato la volontà di trasferire le produzioni in patria. Il resto è abbastanza noto.Luglio 2022, per la precisione. La società, che è leader mondiale nelle tecnologie innovative e nelle soluzioni per il ciclo di vita delle navi e dei mercati energetici, fa sapere urbi et orbi che intende procedere alla centralizzazione della produzione di motori 4 tempi a Vaasa in Finlandia cessando l’attività produttiva del sito di Bagnoli della Rosandra. Motivi? La multinazionale sta pianificando un’ottimizzazione della struttura produttiva di motori a livello europeo e ha deciso di spostarsi lì dove le conviene di più. In ballo ci sono 450 posti di lavoro. La svolta a fine settembre quando il tribunale di Trieste accoglie il ricorso dei sindacati contro la multinazionale finlandese e revoca gli 451 esuberi. È un primo passo importantissimo, al quale però dovranno seguirne altri. Perché l’azienda tira dritto nell’intenzione di spostare la produzione in Finlandia (a Trieste resterebbero comunque i servizi e l’attività di ricerca e sviluppo). I successivi incontri con i sindacati sono un flop.Intanto si insedia il nuovo governo e viene trovato un primo accordo. Siamo a fine novembre, inizi di dicembre. Il patto è: Wartsila si impegna a non licenziare e a continuare le attività del sito triestino al 30 settembre del 2023. Si prende tempo. Nella speranza di di avviare un percorso di reindustrializzazione e soprattutto di individuare un acquirente.I finlandesi si prendono in carico la caccia grossa. Attraverso l’attività di scouting dell’advisor Piero Fossati. Si passa dagli austriaci di Christof Group alla Imr, componenti per automotive, alla startup H2Energy. Tutti, per un motivo o per un altro, buchi nell’acqua. Nello sfondo, richiamata da voci e indiscrezione, c’è sempre un interesse latente del colosso giapponese Mitsubishi. Che infatti rispunta fuori quando pochi giorni fa le voci di una cordata con Ansaldo Energia si fanno sempre più concrete. La verità è che i nomi ufficialmente non sono mai stati fatti e che governo e Regione Friuli Venezia Giulia hanno lasciato un grande riserbo nell’individuazione del soggetto che aveva presentato la manifestazione di interesse. Ma si tratta del segreto di pulcinella. Da lì all’accordo di qualche ora fa che annunciava la proroga dell’impegno dei finlandesi a non licenziare (intanto tra dimissioni e spostamenti, i dipendenti da salvaguardare sono diventati 300) e la solidarietà fino a fine anno, il passo è stato breve. Ci sono quattro mesi di tempo per fare la due diligence e trovare un accordo. Valore del sito? «Difficile individuarne uno - spiega a La Verità Guglielmo Gambardella della Uilm - anche perché dipende dal perimetro che verrà individuato (da ricordare che qui resteranno le attività di ricerca e sviluppo e i service) e i macchinari che verranno ceduti. Apprezziamo comunque l’attività del ministero e della Regione. Certamente si tratta di un accordo importante, che salvaguarda i lavoratori e dà il giusto tempo a due realtà ben consolidate che sembrano avere un progetto chiaro per la riconversione sull’idrogeno del sito, di fare le opportune verifiche e ci auguriamo di chiudere l’acquisizione il prima possibile».
Leone XIV (Ansa)
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Ansa
Dopo il doppio disastro nella corsa alle rinnovabili e lo stop al gas russo, la Commissione avvia consultazioni sulle regole per garantire l’approvvigionamento. È una mossa tardiva che non contempla nessuna autocritica.