2022-06-10
Voto «smascherato», ma la faccia è già persa
Luciana Lamorgese e Roberto Speranza (Ansa)
Il dietrofront di Speranza e Lamorgese è una nostra vittoria, però conferma che per costoro la scienza è soltanto un paravento. Quando volevano il bavaglio obbligatorio, i contagi calavano. Ora che aumentano, millantano un «mutato quadro» dell’epidemia.Non si sa se li protegga di più. Di certo, negli adolescenti, il booster provoca più miocarditi. Sono le ultime rilevazioni dei Cdc americani. L’allarme si aggiunge a quello sui problemi cardiaci in Israele e al giallo sui decessi in eccesso tra gli under 40 in Italia. Mentre l’Australia inizia a preoccuparsi delle morti improvvise ovviamente ci rende felici. Perché abbiamo la ragionevole presunzione di sapere che senza il nostro intervento a piedi uniti, il governo sarebbe rimasto sulle sue posizioni. Non avrebbe innestato la retromarcia, come invece ha fatto mercoledì in tarda serata con la circolare 66 e l’annesso protocollo firmato dai ministri Roberto Speranza e Luciana Lamorgese. Ma è proprio questo documento che ci fa arrabbiare. Perché conferma, una volta di più, e forse in modo definitivo, che le decisioni che riguardano la nostra salute non vengono prese in base alla conclamata (a sproposito) scienza ma in base all’opportunità e alla meschina convenienza. E senza farsi scrupolo di usare dati farlocchi come paravento per coprire scelte puramente politiche. Come possiamo fidarci di ministri così? Come possiamo tollerare che siedano ancora su quelle poltrone?Quello che è successo è clamoroso. Ricostruiamo. L’11 maggio (quindi meno di un mese fa) il ministro dell’Interno e il ministro della Salute firmano un protocollo «con riferimento alle operazioni di voto» in cui si prevede l’obbligo della mascherina. In pratica: chi non la indossa non può infilare la scheda nell’urna. È noto, infatti, che le cabine elettorali sono luoghi assai affollati. All’inizio il documento passa inosservato. Ma poi qualcuno comincia a chiedersi se sia lecito e soprattutto costituzionale limitare in questo modo il sacro diritto di voto. È normale, insomma, che senza mascherina si possa andare in discoteca, al ristorante, al supermercato, ma non al seggio? Potrà essere legittima una consultazione che impedisce ad alcuni elettori di esprimersi perché non aderiscono a un protocollo palesemente insensato e sbugiardato da quasi tutti gli esperti? La questione ci è parsa subito interessante. Così due giorni fa, martedì 7 giugno, ci abbiamo aperto il giornale con un titolone in prima pagina e un commento del direttore Maurizio Belpietro. Inevitabilmente si è accesa la discussione politica. E guarda caso l’8 giugno alle ore 20.12 (orario dell’ultima firma ministeriale) è arrivata ufficialmente la retromarcia.Ma qui viene il bello. Per giustificare il dietrofront, infatti, che possono dire i due ministri tapini? Possono dire che hanno letto La Verità e si sono accorti di aver fatto una fesseria? Che l’obbligo di mascherina per votare non sta in piedi e non reggerebbe la prova di nessun tribunale? Che stavano rischiando di invalidare elezioni amministrative e referendum? No che non possono dirlo. Ovvio. E quindi scrivono poche righe per annunciare la revoca dell’obbligo: l’uso della mascherina non è più necessario per votare, ma solo «fortemente raccomandato». E spiegano tutto ciò «in considerazione del mutato quadro epidemiologico rispetto alla data del precedente protocollo». Proprio così: «Mutato quadro epidemiologico». Non: siamo stati dei fessi. Abbiamo sbagliato. Era una stupidaggine e ringraziamo chi ci ha avvertito. No: «Mutato quadro epidemiologico». E con questo rivelano in modo inappellabile e tombale quello che purtroppo abbiamo sempre saputo: i «quadri epidemiologici» più che quadri, nelle mani di costoro, diventano patacche. E i dati scientifici su cui poggiano le loro decisioni hanno la solidità del semolino.Suvvia: davvero semolino Speranza vuol farci credere che l’11 maggio il «quadro epidemiologico» era messo tanto peggio di oggi? I dati (basta guardare il grafico che pubblichiamo) dicono il contrario: l’11 maggio i contagi erano in netta discesa, oggi sono in (seppur lieve) risalita. Dunque, se davvero ci fosse la necessità di indossare una protezione, beh, sarebbe da prendere in considerazione più oggi che non un mese fa. Tanto è vero che un mese fa, proprio dall’inizio di maggio, entravano in vigore le norme che cancellavano l’obbligo di mascherina in tutti luoghi chiusi: com’è possibile che il «quadro epidemiologico» consentisse allora di togliere il bavaglio in negozi, supermercati, uffici, eccetera e imponesse di tenerlo al seggio elettorale? E se fosse vero che allora il quadro epidemiologico era peggiore perché venivano eliminati gli obblighi (a parte quello del voto e della scuola)? E se adesso è migliore perché, invece, l’obbligo della scuola viene confermato fino all’esame di maturità?La verità (come dimostrano i dati) è che il «quadro epidemiologico» era migliore allora che oggi. E dunque oggi la decisione è stata presa per ragioni che con il «quadro epidemiologico» non c’entrano nulla. Purtroppo ormai è conclamato: per questi signori la tanto sbandiera scienza è un optional. O, meglio, una maschera dietro cui nascondono la loro faccia di bronzo. E le loro decisioni surreali. Per altro, a proposito di esami di maturità, come se non bastasse la ridicolaggine fin qui accumulata (era divertente in questi giorni vedere le foto dei ragazzi che si ammassavano per le feste e i riti di fine anno senza mascherina, sapendo che però appena rientreranno in classe per gli esami dovranno di nuovo indossarla), ecco che arriva l’ultima perla: secondo quando anticipato dall’associazione nazionale presidi, gli studenti dovranno essere rigorosamente mascherati per gli scritti mentre potranno liberarsi del bavaglio per il colloquio orale. Meraviglioso no? Quando sono soli e distanziati e rigorosamente con la bocca chiusa devono subire la tortura. Poi, nell’unico momento in cui potrebbero emettere i famigerati e temutissimi droplet, si scoprono. Lo dice la scienza. Lo dice il «quadro epidemiologico». O lo dicono dei cialtroni che si spacciano per ministri?